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God of War III

Il nuovo significato della parola “vendetta”.

Quando qualche anno fa abbiamo iniziato a seguire le gesta di Kratos su PlayStation 2, ci siamo subito resi conto che quel brutale spartano, da quel momento in avanti, sarebbe stato il termine di paragone per tutti gli eroi dei giochi d'azione. Il suo design non era nulla di eccezionale ma l'intensità della sua rabbia e la violenza del suo desiderio di vendetta erano tali da permettergli di affrontare qualsiasi ostacolo, anche il più assurdo che la mente umana potesse immaginare.

Nella sua ossessiva ricerca della vendetta, Kratos ha ucciso eroi, campioni e perfino divinità, offrendo a noi fortunati giocatori due delle più belle esperienze dell'intero catalogo PlayStation 2. Finalmente, dopo un'attesa apparentemente interminabile, è arrivato il momento di concludere ciò che avevamo iniziato anni fa, in un capitolo che, al momento fatidico, si rivela essere esattamente ciò che tutti aspettavano: l'epilogo perfetto di una serie eccezionale, realizzato in modo eccelso dal team responsabile dello sviluppo.

Ve lo dico subito, in modo da non lasciarvi troppo col fiato sospeso: God of War III è eccezionale, e la sua conclusione non lascerà nessuno con l'amaro in bocca. Nulla viene lasciato in sospeso (Sony si è solo riservata il diritto di tenere una porta aperta per i prossimi capitoli), e affrontando quest'ultima fatica di Kratos vi ritroverete a vivere tutto ciò che avete immaginato dopo aver portato a termine God of War II.

La storia di God of War III si esaurisce in una quindicina di ore di gioco. Una volta completata la campagna è possibile dedicarsi alle sfide o ai livelli di difficoltà più elevati.

Una volta premuto il tasto Start per avviare la partita, vi ritroverete di fronte a una scena familiare. La storia di God of War III, infatti, riprende esattamente dal punto dove si era concluso il capitolo precedente, con Kratos e i Titani impegnati nella difficile scalata del monte Olimpo.

La differenza è che, questa volta, tutto è calcolato in tempo reale, e tutto ciò che appare su schermo è gestito agevolmente dal motore di gioco.

Devo ammettere di non essere rimasto particolarmente colpito dalla prima carrellata fatta durante l'introduzione del gioco. Durante la ripresa a volo d'uccello (o di arpia, in questo caso), i dettagli delle ambientazioni non mi sembravano così curati, e una certa piattezza di fondo mi aveva quasi fatto preoccupare. Fortunatamente si trattava di un falso allarme, perché una volta arrivati sulle spalle di Gaia, le cose si sono subito chiarite.

Dal punto di vista puramente tecnico God of War III non è quel mostro inarrestabile che tutti si aspettano, visto che mostra il fianco ad alcune critiche che esamineremo in seguito, ma è sul fronte artistico che i programmatori hanno dato il massimo, sfruttando al meglio le possibilità offerte dalla PlayStation 3 per dare vita a sequenze mastodontiche. Giocando a God of War III, non è raro rimanere a bocca aperta di fronte a tutto ciò che circonda l'azione vera e propria, pur continuando a premere i tasti come dei forsennati per tenere a bada i nemici.

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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