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Guitar Hero: On Tour Decades

Nota stonata.

La scorsa estate si è verificato un evento molto atteso soltanto dai direttori vendite e dai contabili di Activision: il debutto di Guitar Hero su DS. Come probabilmente già saprete, la transizione non si è concretizzata in un successo completo. Un sistema di controllo talmente scomodo da far venire i crampi alle mani, la limitata tracklist e la qualità dell'audio non all'altezza del marchio GH hanno infatti ammorbato questa uscita, rendendola la più debole della serie. Che ci piaccia oppure no, Guitar Hero: On Tour ha comunque venduto bene proprio grazie alla forza del suo brand e, plausibilmente, anche al fatto che per giocarlo su DS era necessaria una periferica specifica e che non c'era "accrocchio tecnologico" che tenesse e che rendesse possibile scaricare (illegalmente) il titolo e giocarlo come previsto dagli sviluppatori.

Pochi mesi dopo, quindi, eccoci qui con il sequel e non è che le cose siano particolarmente cambiate. Il titolo è rimasto lo stesso, eccetto per la parolina in più alla fine che dovrebbe fornirci un'idea di novità, e nemmeno la periferica è stata sottoposta ad alcun tipo di aggiustamento relativo a ergonomia o design. Benvenuta tendinite. Il problema principale è proprio questo, a meno che non possediate le manine affilate di un vampiro, o più semplicemente delle sottili dita da pianista, dopo un po' potreste trovarvi preda dei crampi come chi scrive. I problemi non sono giganteschi ma, paradossalmente, molto dipende dalle dalle vostre appendici: se sono compatibili con la periferica tutto ok, se non lo sono.. beh... potreste ritrovarvi molto presto da GameStop/GameRush per un cambio con la limited edition di God of War 2.

Ancora una volta terrete in mano il DS come se si trattasse di un libro mentre le note scenderanno verticalmente. Tramite uno stylus speciale dovrete "strummare" o pennare sul touch-screen, accumulando punti che andranno a preparare lo Star Power. Per attivarlo dovrete urlare nel microfono (geniale, aspetto di vedere qualcuno che si azzarderà a farlo in pubblico per applaudirlo...) o semplicemente soffiare nel microfono, scelta decisamente più urbana e sociale. Il manuale ci tiene ad informare i giocatori che sarebbe necessario gridare "Rock out", ma a quanto pare ci sono altre frasi che funzionano perfettamente. Liberissimi di scoprire quali sono perdendo amicizie e dignità.

Decades vanta anche la presenza di One Way or Another di Blondie. Non la pornodiva nostrana, si tratta nientemeno che della regina del pop-rock inglese anni '70.

E ancora una volta, purtroppo, il sistema di controllo funziona male. Le pennate risultano imprecise e la risposta del touch-screen è inconsistente. Ai livelli di difficoltà più elevati, la velocità e la forza necessarie finiscono per farvi ballare il DS nelle mani, fatto che rende ancor più difficile seguire coerentemente la sequenza delle note sullo schermo. Spesso vi sentirete come se steste combattendo più per far funzionare una tecnologia vigliacca che per suonare come si deve, ciò che in realtà dovrebbe rappresentare il vero focus del gameplay di Guitar Hero, senza contare l'idea idiota di soffiare o urlare nel microfono.

Se doveste essere riusciti a passare abbastanza tempo in compagnia di On Tour e aveste superato il problema GameStop/GameRush, va detto che per lo meno Decades offre un set decente di nuove canzoni, per un totale di 28 brani tutti belli pigiati e compressi nella cartuccina del DS. Le canzoni sono raggruppate, udite-udite, a seconda del decennio nel quale sono state pubblicate, il che (di base) spiega il motivo del titolo. Pathos, brividi e tutta quella serie di cose...

Potrete comprare oggetti virtuali e pagarli con la valuta virtuale che guadagnerete suonando virtualmente, scelta che potremmo trovare eccitante o sorprendente se avessimo nove anni.

Tra i brani compresi nella categoria degli anni '70 troviamo "All Right Now" dei Free, "We Are the Champions" dei Queen e "Sweet Home Alabama" dei mitici Lynrd Skynrd. Gli anni '80 ci regalano "You Give Love a Bad Name" dei Bon Jovi, la colonna sonora di Rocky "Eye of the Tiger" dei Survivor e "The One I Love" dei R.E.M.. Per il decennio succssivo, invece, possiamo affidarci a "Are You Gonna Go My Way" di Lenny Kravitz, a "Buddy Holly" dei Weezer e a "No Rain" dei Blind Melon.

Il 2000 ci porta a brani più aggressivi come "Can't Stop" dei Red Hot Chili Peppers, "One Step Closer" dei Linkin Park, la splendida "I Believe in a Thing Called Love" dei The Darkness (a proposito, ma dove cavolo sono finiti? Ah già... si sono sciolti nel 2006...), "Smooth Criminal" degli Alien Ant Farm, mentre la generica sezione "Modern" presenta "The Pretender" dei grandi Foo Fighters, gli Smashing Pumpkins con "Tarantula" e un pugno di altre band che non conosco, ma può anche essere solo colpa mia perchè sono un vecchio bacucco.

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Stefano Vanini

Contributor

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