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I due volti di Kinect

La nuova periferica, tra mercato casual e hardcore.

Queste riflessioni, però, avevano senso solo fino a qualche giorno fa. Dopo la conferma da parte di Microsoft del prezzo di Kinect, tutto si è fatto più complicato, diremmo quasi imperscrutabile. Affinché la strategia si rivelasse vincente, Kinect avrebbe dovuto essere appetibile per il mercato downstream. Un segmento composto da persone che hanno in programma l’acquisto di un Wii a Natale e che potrebbero essere interessate all’accoppiata Kinect e Xbox 360; consumatori che sono stati introdotti al medium attraverso Wii o il DS, o magari per mezzo di Facebook e dell’iPhone; persone, insomma, che in teoria potrebbero essere interessate a una nuova piattaforma.

Inutile dire che 150 euro non è il prezzo giusto per quel tipo di mercato. Questo posizionamento pare rivolto agli early adopter, persone disposte a spendere somme elevate di denaro pur di ottenere l’ultimo gadget hi-tech per le loro console, ma non è un prezzo che sembra in grado di incrementare le vendite della piattaforma. Per quanto Microsoft possa far leva sulla presunta superiorità di Xbox 360 rispetto a Wii (anche se il valore di una piattaforma è definito soprattutto dall’importanza che riveste per il singolo utente una line-up), la verità è che molti consumatori difficilmente si butteranno su una periferica che costa quasi quanto una console.

In linea di massima, questo non è di per sé un errore di Microsoft. Non c’è niente di sbagliato nel lanciare un prodotto a un prezzo mirato agli attuali possessori di X360 e ai cosiddetti early adopter: le compagnie lo fanno in continuazione. Solo, in questo caso andrebbe fatta una scelta precisa: Microsoft potrebbe sfruttare Kinect per incrementare i profitti generati dall’attuale bacino d’utenza, o in alternativa potrebbe provare ad ampliare il proprio mercato in modo da spingere le vendite della console. Queste due strategie sono, in larga parte, in conflitto tra loro. Su qualche punto gli obiettivi coincidono ma, per avere realmente successo, Microsoft deve scegliere una strategia precisa e insistere su quella strada.

Il produttore statunitense si comporta invece come un autista che invade la corsia opposta, guidando ora da una parte della carreggiata, ora dall’altra. La dimostrazione dell’E3 suggeriva l’obiettivo dell’espansione del mercato. Il gioco venduto in bundle con la console è chiaramente rivolto alla fascia downstream, e i manager della compagnia continuano a rimanere sul vago quando si chiede loro dei giochi hardcore per Kinect.

Il sospetto è che si tratti di un segnale dei problemi endemici della struttura della compagnia; nell’industria tecnologica Microsoft è nota per la sua forte competizione interna. Questo è allo stesso tempo un grande vantaggio per il produttore statunitense ma anche un suo preciso limite. In questo caso, sembra che due opposte fazioni si siano contese la strategia del Kinect, e in generale quella relativa a Xbox 360.

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Nicola Congia

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