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I tempi che cambiano

Radio Londra, EuroLeague e tanto altro...

Tanti anni fa, quando ho cominciato a lavorare nel settore, mi sentivo veramente un privilegiato. Ho vissuto l'epoca migliore della carta, quando ancora il web era una bella promessa ma le riviste restavano pur sempre il punto di riferimento per la critica specializzata e vantavano una considerazione sicuramente differente da quella di cui godono oggi. I giornalisti "veri" erano considerati quelli che mettevano la firma sulle pagine di determinati magazine, lasciando poco spazio a quelli che, presuntuosamente, in molti ritenevano solo dei wannabee da prendere in giro alle fiere, quando si pagavano il biglietto da soli solo per poter dire "io c'ero" e scrivevano gli articoli di notte per un portale letto da pochi, mentre noi altri si andava a festeggiare, che tanto in redazione c'era qualcuno che lavorava e per chiudere i pezzi, c'erano pur sempre "altri 20 giorni". Che arroganza, ripensandoci.

I tempi sono cambiati e quest'oggi, a ruoli invertiti, ho la fortuna di godermi il momento d'oro del web, che muove numeri di un certo tipo e che dopo i sacrifici di tanti imprenditori, i wannabee di cui sopra che hanno avuto ragione, ha di fatto soppiantato il cartaceo, i concorrenti "tradizionali", soprattutto dal punto di vista dell'autorevolezza e del feed degli utenti.

Certo è che il dualismo carta/web, a mio modo di vedere, è stato sempre vissuto male da "chi c'era prima", reo di non aver avuto occhio lungo, nel capire un business che ad oggi ha catapultato sulla scena nuove realtà editoriali che sicuramente potranno dire ulteriormente la loro nei prossimi anni, ribaltando una parte del mercato che, comunque, è solita rimescolarsi ciclicamente, con alti e bassi tipici (e persino prevedibili), sempre negli stessi momenti.

L'unica cosa che di certo non è cambiata, sono i tempi e le dinamiche abbinate alle due realtà: il web è un'altra cosa, non si ferma mai, non ha orari e stiamo sperimentando tutto questo sulla nostra pelle da qualche mese. Eurogamer è un bambino che cresce, che muove i primi passi e che mette su i primi dentini, con cui dovrà mordere forte e bene per ritagliarsi uno spazio che va oltre un marchio che, di fatto, resta il più prestigioso d'Europa per quel che concerne l'online, senza ombra di dubbio.

Quest'anno il network compirà 10 anni e pensare che tutto questo sia nato per gioco, da due fratelli minorenni, da la misura di come qui da noi, il tempo da recuperare sia veramente tanto a livello di forma mentis, idee ed elasticità. Tom Brawnell scriveva qualche tempo fa, della crescita del network stesso, pari ad oltre il 100% a livello di utenti unici e pagine viste rispetto allo scorso anno. Un traffico certificato e verificabile, che in un paese come l'Italia, per noi, costituisce quasi un problema, quando nel presentarsi a un investitore, i tuoi dati, certificati per l'appunto quindi incontrovertibli, vengono messi vicino a numeri esorbitanti "fatti in casa" e senza fondamenti reali. Un nuovo "nemico" con cui cimentarsi, che tuttavia non ci toglie il sorriso visti i colpi in canna da sparare.

Proseguono i lavori su Game Developer infatti, la cui versione nostrana, nonostante tanti problemi, va avanti per arrivare fino alla fine di un tunnel oltre il quale brilla la luce del magazine più importante del pianeta sul fronte sviluppo. Un magazine che si porta dietro una serie di marchi che non mancheremo di sfruttare, per la gioia di molti (e l'invidia di pochi).

Parallelamente, vanno avanti numerosi progetti ancora top secret, che speriamo di concretizzare con l'impegno e la passione di sempre, grazie anche al vostro contributo e al vostro supporto.

Nel mentre, tornando ad Eurogamer.it, tante le novità in progress, come sempre, tante le novità già visibili. Abbiamo cominciato con EuroLeague, il format tornei che porteremo avanti nei secoli: i premi più ricchi, i giochi migliori. Una formula che non può fallire. Abbiamo poi introdotto alcune nuove features editoriali, ereditate dai nostri cugini inglesi: inaugureremo a breve un paio di nuove sezioni focalizzate sui prodotti come Console War (il nome è tutto un programma) e una nuova differente "analisi" della situazione MMO.

Già consultabile tra gli editoriali, la nuovissima rubrica "Radio Londra, notizario di controversie videoludiche". Ogni 1 e 16 del mese, Ivan Fulco, firma storica del giornalismo nostrano, andrà a frugare tra le notizie più particolari e interessanti (e per certi versi sconvolgenti) legate al mondo videoludico, producendo, speriamo, nuovi spunti di discussione e dibattiti interessanti. Radio Londra vuole essere uno spazio di pura cronaca giornalistica. Una rassegna quindicinale di tutti gli eventi, gli articoli e i commenti che, giustamente o meno, hanno un impatto negativo nei confronti del mondo del videogioco e dei videogiocatori. Questo è ciò che accade. A chi legge, la possibilità di farsi un'idea.

Ivan Fulco, per quei pochi che non lo conoscessero, è uno della vecchia guardia, quella di PowerStation e Super Console ma anche di Videogiochi e di molte altre testate. Collabora con La Stampa, ha scritto diversi libri e ha fatto un milione di altre cose di cui, magari, vi racconterà se sarete cordiali nei suoi confronti.

Ci rileggiamo.

Enjoy.

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A proposito dell'autore

Alberto Belli

Contributor

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