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I videogame utili a trovare nuove reclute?

Parla un ex ufficiale dell'esercito britannico.

L'ex maggiore Neil Powell ha dichiarato che per quanto riguarda l'età e l'esperienza, i giocatori sono "precisamente il tipo d'utenza che l'esercito britannico desidera".

"Il nostro esercito è gestito da gente che è ancora troppo distante dai soldati che guidano", ha dichiarato Powell a Eurogamer dopo il suo ritiro dall'esercito. "L'esercito americano è miglia avanti a noi, hanno capito a tutti gli effetti il loro target. Non è difficile comprendere perchè abbiamo problemi di reclutamento e gestione".

Secondo Powell si tratta di una generazione retrograda, che non vede i videogiochi come un prodotto della nostra società, sfruttabile per trovare nuove leve.

"Ovviamente è in corso un dibattito morale: qualunque cosa possa richiamare l'intenzione di reclutare giovani uomini per andare in guerra è destinato ad accendere delle discussioni", ha aggiunto. "Nondimeno, preso atto del fatto che ci serve un esercito così come una società, dovremmo quindi assicurarci di avere un numero sufficiente di membri al suo interno".

"Disapprovo il comportamento pio e ipocrita di alcuni civili che vogliono una forza armata, vogliono avere la sicurezza che fornisce una forza armata in termini di difesa, ma poi abbassano le loro armi e dicono che è moralmente sbagliato quando si utilizzano i videogiochi per reclutare".

Neil Powell ha speso 25 anni nell'esercito ed è un veterano della guerra nei Balcani. Pur convinto di quanto afferma è consapevole che i giochi non siano in grado di ricreare a tutti gli effetti la vita sul campo di battaglia: "Non penso ci sarà mai un medium capace di mostrare quello che è la guerra al di fuori della guerra stessa, negli altri casi sarà sempre una rappresentazione". Ha poi aggiunto che si devono accettare i titoli che trattano dell'esercito, in quanto continuano ad essere molto in voga, che piaccia o meno. "Penso che nessuno lo consideri qualcosa di reale" ha aggiunto.

Gli è stato poi domandato se non ci sia qualcosa di sbagliato nel rendere la guerra interessante per i ragazzi. "Non mi faccio problemi morali di questo tipo sulla questione", ha risposto deciso Powell. "Eravamo soliti utilizzare lo slogan "entra nell'esercito, vedi il mondo, gioca molti sport" e c'erano un sacco di pubblicità televisive di gente in arrampicata e altre cose di questo tipo. Le cose sono leggermente cambiate adesso ma facciamo ancora promozione attraverso la TV".

I commenti di Neil Powell giungono in seguito alla notizia della giornata di ieri riguardante la Royal Navy e la scelta di istruire i marinai sfruttando un dispositivo come PSP. I videogiochi nel frattempo sono tornati agli "onori" della cronaca dopo l'uscita di Modern Warfare 2 e la famosa scena dell'aeroporto, che ha creato un notevole dibattito in tutto l'occidente.

Powell è convinto che i videogame siano più tangibili dei film, nello stesso modo in cui i film lo sono rispetto ai libri. "C'è una gerarchia per quanto riguarda l'impatto offerto" ha spiegato. "C'è una distinzione chiave riguardo ai videogiochi; non penso che la gente che utilizza Modern Warfare 2 sia più propensa a commettere violenze, la gente che vuole commettere violenza lo fa a prescindere". Ritiene inoltre che la componente di frustrazione che può derivare in certi casi, spinga la gente a perseverare, portandola a sviluppare capacità di risoluzione dei problemi.

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Davide Spotti

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