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Kingdom Come Deliverance - Reloaded

Tre anni di botte da orbi nel Medioevo di Warhorse (e sentirli tutti).

Il Medioevo, da sempre, è un periodo storico affascinante. Abbiamo indossato i panni di eroi in Total War, messo a punto strategie fallimentari in Crusader Kings, dato alle fiamme villaggi e siamo fuggiti dalla peste nera in A Plague Tale: Innocence di Asobo Studios.

Con Kingdom Come Deliverance, sviluppato da Warhorse, ci siamo ritrovati catapultati nel Regno di Boemia nel 1405, uno dei tanti stati del Sacro Romano Impero, al tempo flagellato da dissapori, antipatie e tante, tante pugnalate alle spalle. In fondo, impero che si rinforza, vecchie usanze che trovi: non per niente, i sovrani che governavano il Primo Reich si consideravano gli eredi degli imperatori di Roma come Corradino di Svevia, decapitato in pubblica piazza.

Ma a parte questa breve parentesi storica, Kingdom Come Deliverance è un gioco di ruolo in prima persona che ha attirato le curiosità degli appassionati del genere sin dal suo primo annuncio, datato al 2 luglio 2017, dopo una campagna di crowfunding che lo ha portato a essere uno dei titoli più supportati della storia del medium. Impersoniamo Henry, figlio di un fabbro, destinato a diventare un cavaliere senza macchia pronto a difendere i deboli. Insomma, il classico giovane virgulto che sogna una vita migliore con la spada in pugno, rispetto a un lavoro serio. (ha capito tutto dalla vita ND Elvinaizer).

Il gioco, lanciato su PC e console il 18 febbraio 2018, divise in gran parte la critica e fece arrabbiare terribilmente i giocatori che lo attendevano a braccia aperte, già pronti a sminuzzare i nemici con una spada bastarda.

Insomma, di fronte a noi abbiamo una mappa così enorme da esplorare che incanta solo se pensiamo alle tante attività che possiamo svolgere. Al netto delle critiche e di qualche intoppo, il mondo creato da Warhorse è affascinante.

Le cause principali che alimentarono le lamentele furono gli enormi problemi tecnici che il titolo si portò appresso con la patch Day One, che non risolse neppure un terzo delle proprie problematiche, soprattutto su console, dove il danno era considerevolmente maggiore. Non parliamo di semplici bug, di compenetrazioni e crash improvvisi, ma di mancanze che riguardavano l'ottimizzazione, su cui non era stato svolto un lavoro certosino com'era stato promesso dal team di sviluppo.

L'esperienza, minata da ulteriori problemi, comprometteva persino l'andamento della trama principale del gioco, non permettendo neppure di concludere delle missioni vitali per il naturale proseguimento dell'esperienza. Considerato il prezzo di settanta euro al lancio, non tutti ne furono entusiasti, per usare un eufemismo, tanto che in molti pretesero di essere rimborsati. Dopo un'ondata di recensioni negative, video ironici e la solita isteria di massa che il grande pubblico fomenta ogni volta che qualcosa non va secondo i piani, Warhorse promise delle soluzioni ai problemi con svariate patch.

La prima, datata al 10 marzo 2018 e denominata 1.3, era destinata ai soli giocatori PC, stanchi e scoraggiati delle prestazioni altalenanti del prodotto, arrivando successivamente su console dopo qualche tempo. Infatti Warhorse ascoltò le loro richieste, in particolare dopo alcune recensioni negative su Steam, che avrebbero compromesso in tal senso l'intero supporto post lancio e i vari DLC già programmati per le annate 2018/2019, se non si fossero mossi con tempestività.

Venne implementata la possibilità di salvare prima di uscire dalla partita, che al lancio potevamo fare solo nei pressi di un letto o con equipaggiata la Grappa del Salvatore, un oggetto che in tanti si dimenticavano di avere, persino chi sta scrivendo l'articolo. Fu sistemato anche l'effetto pop-in, problematica presente persino su PC di alta fascia. Furono ripuliti i borseggi, gli scassinamenti e le meccaniche stealth, che davano problemi a chiunque preferisse un approccio diverso da quello cappa e spada. E sì, sono stati anche sistemati un numero incalcolabile di bug, giusto per non farsi mancare nulla.

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Il team non aveva messo in conto che fossero altri duecento da eliminare, una stima parecchio ottimista, dato che cercarono di salvare dal punto di vista tecnico quello che potevano sistemare. Era il 30 marzo 2018, a un mese effettivo dal lancio. La patch, denominata 1.4, metteva in conto di sistemare alcune magagne tecniche che compromettevano persino le missioni secondarie, oltre agli infiniti bug ancora presenti a sistema.

In più si avvicinava la Pasqua, una festività che nel Basso Medioevo proposto da Warhorse è molto sentita dai signori, dai villici e dai cumani, i nostri acerrimi nemici provenienti dalle steppe dell'est Europa. Le aggiunte, gradevoli ma non così profonde come ci saremmo aspettati, permettevano di cambiare i capelli e la barba di Henry, con un bonus al carisma che faceva sempre comodo, specie se avevamo a che fare con qualche contadino irrequieto.

L'altra novità fu la "Mercy Kill", che permetteva ai giocatori di uccidere i nemici senza utilizzare armi contundenti. Il resto invece fu incentrato sulla Pasqua con un evento a tema, in cui è stata aggiunta persino la "Pomlazká", un'arma tradizionale medievale della Repubblica Ceca.

Di patch risolutive e correttive ce ne furono una quantità imperiale per l'intera annata del 2018. Spostiamoci dunque al 2019, dove le correzioni migliorarono in gran parte l'intera esperienza di gioco, flagellata ancora dai problemi. Con la patch 1.8.2, datata a febbraio 2019, il team ceco ha reso più fluido e godibile il gameplay del titolo. Gli sviluppatori, pubblicando anche i primi DLC, resero note le prime migliorie. Gli interventi migliorarono l'IA nemica, più agguerrita e letale rispetto all'inizio, in cui villani non sembravano affatto degli esseri umani e si perdeva il tanto decantato realismo di cui il team s'era fatto portavoce per tutta la campagna marketing.

I giocatori, apprezzando questa miglioria, riuscirono a godersi appieno il sistema di combattimento, trovando di fronte nemici spietati che non si arrendevano tanto facilmente.

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Ma la sorprese non finirono qui, tanto che furono risolti ulteriori bug, uno in particolare che causava degli arresti anomali nel corso della quest dedicata a The House of Gold, oltre a ritrovarci gli oggetti di una vecchia partita nella nuova qualora avessimo deciso di rivivere la storia di Henry. Il 29 maggio 2019, dopo una lunghissima sfilza di aggiornamenti per stabilizzare il titolo per renderlo ciò che è ora, arrivò l'ultima patch risolutiva, destinata a essere quella definitiva.

Warhorse ha migliorato le ambientazioni, il combattimento, le posizioni degli NPC e curò la maggior parte degli eventi. Oltre a questo, ha apportato delle migliorie alle prestazioni con un framerate più stabile. Inoltre, furono regolate le impostazioni grafiche disponibili per la miglior resa visiva. L'aggiornamento introdusse una nuova funzionalità che permetteva ai personaggi non giocanti di coprirsi dalle intemperie sotto ai tetti e agli alberi, con dei movimenti più precisi e verosimili. Ma non solo, venne affinato anche lo stealth, che i giocatori criticarono aspramente al momento del lancio perché risultava poco efficace siccome si potevano letteralmente eliminare i nemici senza che nessuno se ne accorgesse. Fu affinato anche grazie alle migliorie apportate al borseggio e allo scassinamento.

Il supporto post lancio, considerate le problematiche già citate, non tardò ad arrivare per le varie piattaforme. Warhorse affermò che avrebbe rilasciato ben quattro espansioni dedicate alla storia e tante altre chicche sarebbero state spalmate nel corso del 2018. From the Ashes è stato il primo DLC rilasciato dal team. Il villaggio di Pribyslavitz, dato alle fiamme dai banditi, è un ammasso di cenere e ruderi in rovina: il nostro arduo compito è quello di riportarlo all'antico splendore con l'aiuto di Marius, un locatore che si occupa di questioni burocratiche ed amministrative. Accolto freddamente dalla critica di settore, questo contenuto aggiuntivo non prevede scontri all'arma bianca com'è accaduto per l'intera campagna principale, costringendoci a gestire la ricostruzione del borghetto dalle sue fondamenta. Nella nostra recensione ne abbiamo parlato a sufficienza.

La lealtà storica all'interno del prodotto non è soltanto la parte più riuscita al suo interno, ma è quella che ci ha colpito maggiormente. Molto spesso siamo stati catturati dagli arazzi, dagli affreschi e dalle meravigliose strutture ecclesiastiche, impossibili da non apprezzare. Kingdom Come, per l'appunto, rappresenta uno dei titoli più curati storicamente mai sviluppati!

Invece The Amorous Adventures of Bold Sir Hans Capon, scanzonato e divertente rispetto al suo predecessore, è stato un DLC che ha trattato un tema decisamente diverso da quello edilizio: l'amore. Hans Capon, figlio del signore di Rattay, è un giovane scapestrato che s'è infatuato della figlia del macellaio, di un lignaggio inferiore rispetto al suo. Deciso a conquistare il cuore della giovane, chiede al nostro Henry di aiutarlo in questa impresa complessa. Certamente più divertente e ironico, questo contenuto aggiuntivo è stato apprezzato dai giocatori perché offre un'avventura diversa dalle solite "botte da orbi" a cui ci siamo abituati. Dimenticate dunque cappa e spada, qualora cercaste l'amore assieme al buon Hans Capon: anche in questo caso nella nostra recensione ne abbiamo parlato a sufficienza!

Il terzo DLC, Band of Bastards, è invece più incentrato sul combattimento rispetto agli altri. Sir Radzig Kobyla, resosi conto che la situazione con i briganti è ormai ingestibile, ingaggia il barone Kuno di Rychwald, una sua vecchia conoscenza assieme alla sua banda di mercenari, dei guerrieri abili capaci non solo a risolvere problemi ma anche di crearne tanti di nuovi, forse troppi. Assieme ad Henry partono per combattere i nemici di Sir Radzig, dei personaggi spregevoli che non hanno pietà di donne e bambini.

A nostro avviso, però, il contenuto aggiuntivo più interessante è quello dedicato a Theresa, la giovane nipote del mugnaio legata sentimentalmente ad Henry. In A Women's Lot ripercorriamo le vicende di Skallica e la fuga della giovane a Rattay in un'avventura longeva ed appassionante. Dalla nostra parte abbiamo anche un cane che può mordere, segue i nostri ordini e ci guida verso vari punti di interesse e nuove missioni.

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In definitiva, le espansioni del gioco base sono state lanciate poco dopo l'uscita del gioco. Riteniamo che siano produzioni aggiuntive modeste, al netto delle buone idee, delle varie alternative proposte alle solite missioni cappa e spada e alle lunghe cavalcate in giro per la mappa di gioco. E se consideriamo quante patch siano state rilasciate durante la loro distribuzione, siamo dell'idea che il DLC mai annunciato dal team sia quello dedicato alle correzioni, davvero tante, tantissime per rimettere il titolo in carreggiata.

Ad aver trovato terreno fertile, com'è ovvio che avvenga con un open world di tale portata, sono i modder che danno all'utenza PC qualche motivo in più per arricchire l'esperienza di gioco. A differenza però di titoli dello stesso genere, non ci sono mod memorabili. Molte di esse migliorano le texture del gioco e dei personaggi, mentre altre rendono visibili le erbe da raccogliere prima di dedicarci all'alchimia, un'arte al tempo diffusa. N'è però presente una che facilita l'affilatura delle armi alla mola, dove l'angolazione non risulta difficoltosa ma è più intuitiva. In un'altra invece possiamo sin da subito avere la mappa sbloccata senza essere costretti ad andare alla cieca, procedendo con la paura di costante di cosa potremmo trovare.

Ulteriori mod migliorano l'impatto visivo del titolo, definendo al meglio l'aspetto grafico, migliorando di poco una grafica sfortunatamente vecchia di due generazioni. Una però estremamente utile per chiunque sia poco avvezzo alla lotta all'arma bianca riguarda il sistema di combattimento, in particolare il tipico target visto in Dark Souls. Grazie a questa semplificazione, abbiamo la possibilità di affrontare più nemici contemporaneamente, destreggiandoci al meglio.

La community ha sempre sostenuto il progetto sin dal crowdfunding, dove sono state promesse delle novità mai viste prima in gioco di ruolo che sono state soltanto in parte. Secondo le recensioni presenti su Steam, il titolo è stato apprezzato da tanti giocatori ed è ancora oggi giocato su PC, meno su console.

I dati del SteamCharts, infatti, non lasciano spazio a ulteriori interpretazioni: il miglior modo per godersi appieno l'esperienza di Kingdom Come Deliverance è su PC, la piattaforma inizialmente consigliata dagli sviluppatori per non incorrere in cali di framerate, di crash o freeze improvvisi riscontrati nelle prime settimane di gioco.

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Attualmente il gioco è stato patchato così tanto da essere un'esperienza comunque godibile ed appassionante, se non fosse per alcune pecche irrealistiche come un'IA nemica deficitaria e alcune morti divertenti che abbiamo trovato durante le nostre lotte, per esempio uccidere una nutrita schiera di avversari armati soltanto del nostro arco e di tanta destrezza per brandirlo. Certo, nulla di troppo grave, niente di così destabilizzante: è però un peccato che il titolo non abbia rappresentato effettivamente una novità concreta per il genere, riuscendo però a rappresentare un mondo storicamente attendibile e ben realizzato.

La community è dunque forte su PC, mentre su console registriamo delle preferenze su Xbox One e a seguire su PS4, in cui sono state riscontrate le maggiori problematiche tecniche che hanno costretto molti giocatori a chiedere il rimborso, un'eventualità toccata anche a Cyberpunk 2077, con la sola differenza che Kingdom Come Deliverance non è scomparso per mesi da nessuno store digitale.

Il CryEngine, motore grafico utilizzato per Kingdom Come Deliverance, è stato analizzato dal Digital Foundry, che ha premiato la versione su PC ma bocciato quella console definendola un reale fanalino di coda. Abbiamo provato l'opera dei Warhorse anche su Series X/S. Gira senza problemi a 30 fps, nonostante siano ancora presenti alcun bug che però non minano la godibilità dell'esperienza di gioco. Attualmente risulta godibile, divertente ed appagante, un buon modo per visitare uno spaccato storico medievale che regala non ben poche emozioni, al netto di qualche criticità ancora presente.

Considerato il prezzo abbassato a €39,99, originariamente a €69,99, Kingdom Come Deliverance è una spesa da fare a cuor leggero. Consigliamo però di recuperarlo nel periodo dei grandi sconti a prezzo dimezzato, magari facendo vostra la Royal Edition comprendente tutti i DLC per vantare di un prodotto finale decisamente più godibile di quanto non fosse al momento del lancio. Ancora oggi sono presenti dei difetti impossibili da non notare (come alcune scelte irrealistiche e problemi di compenetrazioni), al netto di un impegnativo e apprezzabile lavoro nel post lancio per regalare ai giocatori un'esperienza fuori dal comune.