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Little King's Story

La favola di un piccolo eroe.

C'era una volta, in un paese lontano lontano, un piccolo bambino triste e senza amici di nome Corobo. Un giorno il timido fanciullo si mise a seguire, quasi per caso, una strampalata famiglia di topolini colorati. Le bestiole condussero Corobo attraverso la foresta, fino ad una radura dimenticata in cui giaceva abbandonata una scintillante corona magica. Grazie alla formidabile scoperta, la vita del bambino cambiò per sempre: addio tristezza e solitudine, e benvenuta una nuova esistenza fatta di coraggio ed avventure. Nacque così Re Corobo.

Annunciato oltre un anno e mezzo fa tramite un criptico sito/teaser interamente in giapponese, Little King's Story nasce da una collaborazione a dir poco eccellente tra alcuni pesi massimi del Gotha dei GDR in salsa nipponica. Tra i responsabili di questa fiaba elettronica in esclusiva per Wii troviamo infatti nelle vesti di producer Yasuhiro Wada (il papà della prolifica saga Harvest Moon), Hideo Minaba e Kazuyuki Kurashima al character design (rispettivamente designer di Final Fantasy 12 e di Super Mario RPG/Tingle RPG) ed altre importanti personalità precedentemente al lavoro su prodotti del calibro di Dragon Quest VIII e Kingdom Hearts. E, vista la portata del cast, sarebbe ben più che lecito attendersi una produzione di livello assoluto, capace di distinguersi e al tempo stesso di dare smalto alla non certo fenomenale softeca della console N. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire meglio la natura del titolo Cing.

Little King's Story non eccelle in termini meramente grafici, anche se riesce a compensare moltissimo con lo stile e la personalità.

Innanzitutto una curiosità relativa al concept da cui è nata l'idea di Little King's Story stesso: dopo millemila Harvest Moon (ricordiamo che la serie è disponibile per qualsiasi piattaforma compresa tra il Super Nintendo ed i forni a microonde...), Wada-san ha per una volta pensato di rovesciare per contrappasso le regole del gioco, mettendo l'utente nei panni di colui che desse gli ordini ed indicasse agli altri cosa fare. Niente più ferree dinamiche a cui sottostare dunque, ed infatti in Little King's Story sarete voi e soltanto voi a comandare il corso degli eventi. Partendo da questo semplice assunto si è pensato di costruire un'architettura ludica che combinasse elementi simulativi, componenti adventure ed una spruzzata di strategia per creare un ibrido gustosamente interessante.

A dispetto dell'accattivante originalità del tutto (in particolar modo per quanto concerne la compiaciuta bizzarria artistica del prodotto), i titoli presi come riferimento dagli sviluppatori per dare vita a Little King's Story sono sin da subito evidentissimi: il primo e più ovvio termine di paragone è Pikmin, capolavoro nato dalla sbalorditiva creatività di Shigeru Miyamoto nell'ormai lontano 2001, ma non sono mancate certo occhiatine tutt'altro che disinteressate a videogame come Final Fantasy Crystal Chronicles, Final Fantasy Crystal Chronicles: My Life as a King e Animal Crossing.

I creatori del gioco sembrano avere una bizzarra fissazione per le mucche... mah.

Il risultato è allora un titolo indubbiamente affascinante, forse non adatto in assoluto a chiunque a causa dei suoi ritmi compassati e delle sue dinamiche prettamente gestionali/simulative, con una rilevante enfasi sul senso della progressione e sul collezionismo. Durante le prime battute vi ritroverete infatti al comando di un regno poverissimo, senza sudditi al vostro servizio ed addirittura privi di un castello degno del vostro rango. Sarà allora vostro compito reclutare lavoratori e guerrieri per organizzare ed ingrandire i vostri possedimenti, allargandovi progressivamente sino ad arrivare a divenire l'unico sovrano dello strambo mondo di Little King's Story. Dalle stalle (con tanto di ragnatele negli angoli!) alle stelle, no?