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Lucidity

Una favola della buonanotte davvero crudele...

Nel mondo dei videogiochi c'è morte e morte. Fare una distinzione è piuttosto semplice: la prima provoca solo una lieve irritazione e un breve viaggio fra le schermate di caricamento per tornare subito all'azione, e nella maggior parte dei casi accade unicamente al protagonista.

La seconda varietà, invece, è permanente, e in genere accade ai personaggi che circondano l'eroe del gioco. A qualcuno come Aeris, per esempio, o come l'interminabile orda di bersagli mobili che si incontra durante una partita veloce a Cannon Fodder.

Con Lucidity, il nuovo platform puzzle di LucasArts, la fortunata a dover andare al creatore è Nana. Con i capelli raccolti e armata dei propri immancabili ferri da maglia, la gagliarda nonnina si avvia verso le gioie del paradiso, e con la sua morte inizia un viaggio che porterà la sua giovane nipote Sofi attraverso una serie di sogni bizzarri e pericolosi, nel tentativo di farsi una ragione della dolorosa perdita.

Lucidity è un gioco incentrato sul dolore, quindi. Un gioco dove il dolore si libera della sua natura impalpabile per assumere una forma fisica, e dove la sofferenza diventa un mondo vero e proprio in cui Sofi si ritrova a vagare sconsolata.

Il filmato di Lucidity.

Si tratta di un viaggio davvero terrificante. Pochi secondi dopo aver premuto il tasto Start, l'autocommiserazione e la paura iniziano a diffondersi nel mondo di Sofi, avvelenando le foreste e riempendo le paludi dei fruscii e dei versi di mostri oscuri. Il sentiero verso la graduale accettazione parte dagli abissi dell'oceano, per raggiungere i confini estremi del Sistema Solare.

Dietro a tutti questi elementi, Lucidity si rivela essere una sorta di Lemmings, una versione riveduta e corretta dove il giocatore deve occuparsi di un unico personaggio. Ogni livello getta Sofi in un paesaggio pericoloso che si muove lentamente sotto i piedi della protagonista, mentre questa deambula in una sorta marcia quasi ipnotica.

Il compito del giocatore è quello di prendersi cura della piccola avventuriera, aiutandola a superare ogni ostacolo le si presenti di fronte e guidandola al sicuro oltre fossati pieni di spine velenose e pericolosi getti di vapore mefitico. Per compiere questa difficile impresa si ha a disposizione un ricco equipaggiamento: una logora scatola degli attrezzi riempita di oggetti scelti con estrema cura, da gettare in modo ragionato sul cammino di Sofi.

Si va dalle scale e piattaforme con cui collegare zone altrimenti troppo distanti tra loro, fino a oggetti meno convenzionali come molle, ventilatori e catapulte, che possono sbalzare Sofi oltre vasti dirupi senza fondo. Ci sono perfino le bombe con cui eliminare le minacciose creature erranti o far breccia attraverso i muri.

Per esplorare al meglio le ambientazioni bisogna imparare a utilizzare in modo creativo gli oggetti a disposizione.

Tutto questo sarebbe piuttosto lineare se non fosse per il fatto che la scatola degli attrezzi si comporta come una sorta di slot-machine. Gli oggetti a nostra disposizione ci vengono offerti in modo casuale, uno alla volta, spingendoci a usare al meglio e il più velocemente possibile quello che passa il convento.

Come nei modelli più avanzati di Tetris, inoltre, anche in Lucidity è presente uno slot che permette di conservare un oggetto di riserva, aggiungendo anche un pizzico di strategia all'azione.

Conservare una bomba per un eventuale incontro inaspettato, per esempio, potrebbe sembrare una buona idea ma potremmo comunque trovarci di fronte a una situazione in cui un altro oggetto sarebbe più adatto.

Fortunatamente il ridotto arsenale del gioco è stato messo insieme pensando anche ai giocatori più ingenui, e i livelli non spingono mai in situazioni da cui non sia possibile uscire agendo con la giusta prontezza. È un mondo di sperimentazione, dove una bomba ben piazzata può compiere lo stesso lavoro di una scala, se usata nel modo giusto.

Man mano che l'avventura procede, inoltre, si scoprono costantemente nuove interessanti combinazioni di oggetti (si possono organizzare divertenti triangolazioni tra ventilatori, catapulte, sporgenze e via dicendo).