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Medal of Honor

Scopriamone di più con Greg Goodrich.

Un simile struttura lavorativa comporta però come tutte le cose un rovescio della medaglia, rappresentato in questo caso dall'approccio con il pubblico e con la stampa, sostanzialmente trascurate dal lato produttivo e per le quali non era stato allestito nessun tipo di materiale che potesse dare un'immagine accettabile di quello che ci si poteva aspettare: “Fin da dicembre ci siamo preoccupati di promuovere in maniera aggressiva il nostro gioco, proponendo trailer o fornendo materiale per eventuali articoli; il problema stava nel fatto che quando si opera con un approccio come quello scelto dal nostro team, bisogna aspettare una fase tardiva dello sviluppo per avere in mano qualcosa che possa rappresentare in maniera adeguata quello che sarebbe stato il risultato finale”.

“Utilizzando una metafora era come portare fuori dalla catena di montaggio una macchina non ancora terminata e proporre al potenziale acquirente di effettuare un test drive: una cosa alquanto irragionevole se non si conoscono le condizioni iniziali. Presa coscienza del fatto che non ci si poteva quindi proporre in questo modo, abbiamo deciso di dedicare una piccola parte del team a rifinire porzioni di gioco in determinate finestre temporali durante lo sviluppo, in modo da ottenere qualcosa di presentabile anche al di fuori della cerchia dei nostri parenti”.

Il rapporto diretto con la fanbase è molto importante per gli sviluppatori di MoH.

Gran parte delle motivazioni che hanno spinto il team a intraprendere questa strada possono essere ricercate nell'attenzione riservata alla community e, in generale, a qualsiasi feedback proveniente dal materiale divulgato al pubblico. Lo stesso Greg svolge poi un ruolo attivo nel sondare e mantenere vivo il contatto con quelli che potrebbero essere in futuro dei potenziali fan: “La mattina mi alzo, controllo la barba che sto cercando di far crescere e, dopo una rapida colazione, incomincio il mio giro per i forum per leggere i commenti che la gente lascia sul nostro lavoro".

"Solitamente mi scrivo una risposta per ogni post in cui mi imbatto ma difficilmente poi pubblico quanto mi sono preparato: lotto sempre fra la voglia di spiegare o giustificare ogni dubbio e la voglia di lasciare che il gioco parli da solo una volta uscito dal mercato. Alla fine è anche divertente, sebbene sia difficile bilanciare i due aspetti”.

“La cosa eccezionale è che le persone vivisezionano ogni più piccola parte del materiale che diffondiamo, andando a scovare anche il pelo dell'uovo: ad esempio recentemente sul forum di Medal of Honor ci sono state due discussioni separate riguardanti i personaggi e i modelli delle armi”.

“Fondamentalmente ci criticavano il fatto che, nonostante avessimo professato l'autenticità come uno dei nostri cavalli di battaglia, ci fossero dei particolari fuori luogo e che quindi stavamo sbagliando in maniera vistosa; nonostante però abbia provato a spiegare per filo e per segno quella che era la situazione e perché al momento potesse sembrare che ci fosse ancora qualcosa che non andava, non sono riuscito a far cambiare idea”.

Non sarà facile riuscire a creare un prodotto che soddisfi le aspettative di un pubblico ormai abituato al realismo più estremo.

Sebbene quindi possano esserci delle imperfezioni riguardo alla pretesa di fedeltà rispetto alle controparti reali, il team sembra perfettamente a conoscenza di quelli che sono i propri obiettivi e le leve da toccare per rendere l'esperienza complessiva quanto più realistica possibile: “Siamo consapevoli che ad esempio i fucili M4 necessitano di un gas block oppure che nella maggior parte delle operazioni le unità non devono utilizzare abiti della popolazione locale: posso assicurare però che nel momento in cui il gioco uscirà avremo sia i primi che le tante agognate divise di guerra”.

“Per ultimo, non certo per importanza, anche i Ranger, i 1st Ranger Battalion, 75th Ranger Regiment dell'esercito americano sono un'unita di elite abituata da tempo a svolgere il lavoro duro sul fronte di guerra; ecco che anche loro avranno il loro ruolo e verranno riprodotti con il corretto grado di fedeltà per rendere loro il giusto merito. Abbiamo parlato tanto di Tier 1, ma saranno i Rangers a guidare le danze! Hooaaaa!”.

Dopo questa chiacchierata, possiamo ben dire che le premesse per trovarci davanti a un titolo che possa lasciare un segno sui nostro monitor sembrano esserci tutte. Non ci resta che attendere quanto promesso, preparandoci ancora una volta a scendere in guerra...

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Medal Of Honor

PS3, Xbox 360, Nintendo GBA, PC

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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