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Blizzard tra abusi e molestie: collaboratori parlano di crunch, stipendi bassi e notti a dormire in ufficio

Nuove testimonianze contro Blizzard tra pressioni e false promesse.

Blizzard è nell'occhio del ciclone da quando sono state sollevate accuse contro Activision Blizzard per discriminazione di genere e molestie sessuali. Diversi dipendenti di alto profilo hanno lasciato l'azienda, o sono stati cacciati, mentre la società si affanna per migliorare la propria immagine.

Le cause legali e le indagini contro la società, tuttavia, non aiutano il caso di Blizzard.

ABetterABK è l'account Twitter gestito dai dipendenti di Activision Blizzard King, che stanno lavorando insieme per creare il cambiamento all'interno dell'azienda. Hanno inviato un tweet chiedendo agli ex collaboratori di descrivere in dettaglio la loro esperienza lavorativa nell'industria dei giochi, che include anche il lavoro con Blizzard.

Jessica Gonzalez, @BlizzJess su Twitter, risponde di aver subito molestie e discriminazioni mentre lavorava sotto contratto per Blizzard. Le era stato promesso che sarebbe stata assunta a tempo pieno dopo un anno prima di essere licenziata dopo soli 6 mesi. Scrive anche che lavorava per molte ore, non aveva periodi di malattia, non poteva parlare con gli sviluppatori e non aveva ferie.

Zach Fischer su Twitter ha condiviso un thread in cui descrive in dettaglio il suo lavoro in Blizzard come artista a contratto su titoli come Heroes of the Storm. Lavorare in Blizzard era il sogno di Fischer, ma sentiva che l'azienda ne stava approfittando dopo anni di lavoro. Fischer lavorava con scadenze rigorose ed era pagato molto poco. Quando è iniziato il COVID-19, Fischer è stato lasciato nell'incertezza all'interno dell'azienda prima di perdere tutti i contatti.

Molti altri dipendenti a contratto nelle risposte parlano delle loro brutte esperienze lavorative nell'industria, non solo in Blizzard. Molti parlano di una paga bassa, di essere costretti a lavorare in orari difficili, di essere licenziati per una posizione a tempo pieno e di essere licenziati senza tante cerimonie dopo pochi mesi. Tutto ciò, dipinge un quadro poco lusinghiero per l'industria dei videogiochi e mostra che l'intero business deve cambiare, non solo Blizzard.

Fonte: Gamepur.

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Matteo Zibbo

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Appassionato di videogiochi e musica (quella più rumorosa e veloce possibile), ha un'insana passione per i GdR occidentali che gli sta condizionando l'esistenza.
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