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Ubisoft, i dipendenti non sono per nulla contenti dei piani dell'azienda di usare NFT nei giochi

C'è del malcontento in casa Ubisoft.

Un nuovo report rivela che i dipendenti Ubisoft sono confusi e sconvolti dalla recente spinta della società verso gli NFT (Non Fungible Token). Ubisoft sta lanciando nuovi cosmetici che fungono anche da NFT, il primo dei quali ha un intero elenco di clausole per l'idoneità, tra cui l'aver giocato per 600 ore a Ghost Recon Breakpoint.

"Ancora non capisco questa scelta", ha detto un dipendente. "Vale davvero la pubblicità (estremamente) negativa che questo causerà?" Un altro ha aggiunto: "Come puoi guardare alla proprietà privata, alla speculazione e all'egoismo, e dire 'sì, mi piace, lo voglio, mettiamolo nei giochi?'". La nuova iniziativa di Ubisoft si chiama Quartz, mentre gli oggetti in-game (gli NFT in questione) si chiamano Digits.

Si tratta di oggetti con numeri di serie univoci, quindi non solo si paga per una costosa microtransazione, ma si ottiene una ricevuta che dimostra che è davvero del giocatore. E' possibile acquistarli solo con criptovaluta, pertanto ci si chiede inoltre quanto siano ecologici. Queste preoccupazioni su come gli NFT siano rispettosi dell'ambiente non sono solo qualcosa che viene chiesto al di fuori dell'azienda: anche i dipendenti hanno sollevato questa preoccupazione.

"Normalmente cerco di rimanere positivo sui nostri annunci, ma questo è sconvolgente", ha dichiarato un terzo dipendente. Questi erano i commenti lasciati sull'hub di social media interno di Ubisoft, una piattaforma chiamata MANA. Una delle principali preoccupazioni sollevate era se Ubisoft avrebbe iniziato a imporre NFT in alcuni giochi, costringendo essenzialmente gli sviluppatori a renderli parte dell'esperienza. Finora, sono solo in Ghost Recon, ma sembra che stiano testando per titoli più grandi e popolari.

Fonte: VCG

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