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Pig Recensione: Un film che sorprende

Nicolas Cage come John Wick? Niente affatto, e questo è il bello.

Ogni tanto, per non togliersi il piacere della sorpresa, di un film si consiglia di non guardare nemmeno il trailer. Per Pig invece, il nuovo film con Nicolas Cage, vi consigliamo proprio di guardarlo, il trailer.

Perché così il film vi sorprenderà ancora di più e lo farà non solo per quanto sia diverso da quello che veniva suggerito, ma vi stupirà ancora di più per come la narrazione nel suo corso prenda una strada completamente diversa da quanto in continuazione ci aspetteremmo. Pig infatti è un film davvero originale e inoltre offre a Cage la possibilità di un'interpretazione splendida (siamo nella zona di film come Joe o Snowden), davvero sentita per quanto minimale, in cui anche la gestualità ha un senso (ci farete caso all'inizio e poi capirete il perché).

Il maiale è il miglior amico dell'uomo, di quest'uomo.

Siamo nel fitto di una foresta dell'Oregon, dove un uomo vive appartato, senza in minimo confort, in una casetta di legno. Come unico amico ha un maiale, una femmina di razza vietnamita che gli grufola intorno felice accompagnandolo nei suoi giri in mezzo ai boschi. La maialina ha una dote speciale, individua con abilità eccelsa i più grossi e saporiti tartufi che si trovano nel terreno e di questa sua particolarità si avvale l'uomo (che scopriremo chiamarsi Rob), che scambia i preziosi tuberi con qualche genere di prima necessità.

Dalla vicina Portland infatti arriva ogni settimana Amir (Alex Wolff), un ragazzotto in Camaro gialla che pensa di essere in un episodio di Miami Vice. Un pessimo giorno però Rob viene aggredito e il maiale rapito. Qualcuno evidentemente è interessato alla sua particolare capacità, che nel mercato locale di procacciatori di cibi d'elite per ristoratori in cerca di stelle Michelin, vale una fortuna.

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Rob del quale nulla sappiamo, che potrebbe essere un reduce da qualche guerra, un ex killer in cerca di redenzione, un uomo devastato da chissà quali lutti o fallimenti, decide di rompere il suo isolamento e di tornare in quella città da cui era andato via 15 anni prima. Per un minimo di supporto non può ricorrere che ad Amir, che è inizialmente renitente e strafottente, poi sempre più intrigato dalla figura del misterioso vecchio, di cui inizia a scoprire un passato autorevole. Ma in che campo non si può dire, perché sarebbe spoiler grave, che toglierebbe piacere all'avanzare della storia.

In un sottobosco sull'orlo della legalità, in cui si muovono ambigui anche se rispettabili personaggi, ci troveremo a parlare di violenza, ma non quella banale, fisica, di dolore e solitudine e della capacità unica che possiede l'essere umano di restare vulnerabile anche solo dall'ombra di un ricordo più che da qualunque ingiuria fisica. Per la colonna sonora, musica classica mista a brandi indie e una chiusa stupenda su una hit classica.

Rob e il suo improbabile assistente.

Pig è scritto e diretto da Michael Sarnosky ed è ben altro che un "revenge movie" come viene spacciato. Il film promette ad ogni svolta di scivolare dentro canoni risaputi e ogni volta se ne scosta, provocando sempre la curiosità su dove si intenda andare a parare, su quale discorso si stia facendo e cosa si voglia alla fine comunicare. E sarà un discorso ben diverso dal previsto, come dicevamo in apertura, che farà restare nel ricordo un film davvero originale, del quale vale la pena ascoltare anche solo i suoni sui titoli di coda e un paio di eccentrici ringraziamenti finali.

Siamo tutti diversi, nascondiamo pene differenti, abbiamo avuto ferite che abbiamo sepolto in posti diversi in fondo a nostro cuore, camuffandole (sublimandole) sotto strati di diversa natura, sete di potere, ambizione, arroganza, o anche rifiuto dei propri simili, perché non ci si riconosce più in nessuno. Ma in un posto per ciascuno diverso, là c'è il passaggio che per sempre porterà al cuore. Pig è una storia sul dolore, sulla sua potenza e sulla forza dei ricordi, sui rapporti padre-figlio e su quanto si riesce a lasciare come eredità, uno spaccato del mondo sconosciuto dei fornitori di cibi rari e dei loro acquirenti stellati. Niente male insomma, per un film che veniva venduto come un John Wick col maiale.