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Soulcalibur Legends

Stavolta la Leggenda ci è rimasta secca.

Ma perché continuano a farlo, perché? Perché pensano che vogliamo vedere i nostri personaggi preferiti presi di peso dai picchiaduro e schiaffati crudelmente in giochi d'azione in terza persona? Non ha portato nessun risultato soddisfacente a Namco l'ultima volta che hanno deciso di seguire questa triste via con l'atroce spin-off di Tekken Death By Degreees, e Midway ha addirittura provato tre volte a trasformare Mortal Kombat in un action adventure prima di decidere che forse i fan avrebbero preferito vedere Sub Zero prendere a calci nei cosiddetti Batman piuttosto che doversi sorbire un'altra catastrofe come Mortal Kombat: Special Forces.

Ed ecco che ora è venuto il turno di SoulCalibur nello sventurato tentativo di trasmutare i generi. La storia narra di come il prode cavaliere Siegfried sia stato sopraffatto da una forza oscura e si sia tramutato nel malvagio Nightmare, e il debito nei confronti di Guerre Stellari non potrebbe essere più evidente nemmeno se fossimo costantemente seguiti da un robot un po' frocio e da una creatura rosposa e completamente idiota. Non che la trama conti più di tanto, soprattutto se viene narrata praticamente soltanto attraverso un soporifero susseguirsi di scene sottotitolate che finiranno per essere puntualmente skippate tramite la pressione del tasto A non appena si intravede mezza finestra di dialogo.

E nonostante tutto, sarà lo stesso un arduo compito. Ad un certo punto della vicenda una scena particolarmente irritante arriverà addirittura a richiedere cinquantanove pressioni del tasto A prima di poter essere dimenticata per sempre. E sì, le ho contate tutte e 59. L'unico momento in cui la trama sprizza qualche vago lampo di genio è quando la nostra allegra combriccola di spadaccini bisticcioni si unisce a Leonardo da Vinci. E quasi vale la pena di giocarsi SoulCalibur Legends soltanto per la scena in cui da Vinci esclama "Certo che sono contento, le mie armi uccideranno un drago!". Anche a quel punto, la cosa non avrà granché senso -le temibili armi ammazzadraghi di da Vinci sono infatti ordinarie balestre che sparano frecce infuocate. Non proprio la soluzione che uno si aspetterebbe da un genio insomma.

Avvertenza: giocando a SoulCalibur Legends gli sguardi diretti alla TV saranno anche peggiori di questo.

Bene, e ora passiamo al gioco vero e proprio. Beh, è uscito in USA un anno fa, e soltanto ora sbarca in Europa... e già questo dovrebbe essere sufficiente a capire qualcosa in merito al grado di priorità di questa divagazione dalla serie principale. Al comando di Siegfried, o di 6 altri personaggi sbloccabili durante l'avventura in single player, il giocatore dovrà vagare per decine e decine di livelli lineari e privi di qualsivoglia fonte d'interesse alcuno massacrando orde di nemici a colpi di Sould Edge. Si entra in una stanza, una magica nebbia bluastra ci blocca al suo interno e lì si uccidono nemici fino al momento in cui il gioco decide di degnarsi a lasciarci continuare. Occasionalmente ci troveremo al cospetto di enigmi di livello meno che basilare, nei quali saremo impegnati a colpire statue o interruttori vari per aprire porte, ma in generale questo è il tipo di gioco che presuppone che se il giocatore si è divertito a uccidere uno scheletro con una spada, allora necessariamente si divertirà ad ucciderne 500 o magari anche di più.

A dispetto di quanto i più cinici potrebbero aspettarsi, il sistema di controllo funziona davvero come si deve. L'analogico sul Nunchuck controlla i movimenti del personaggio, mentre i movimenti a destra e a sinistra con il Wiimote si traducono in attacchi radiali. Spostando il telecomando in su o in giù attiveremo rispettivamente uppercut e spadate verticali verso il basso, e con un colpo in avanti Siegfried eseguirà un affondo. Il tasto Z è predisposto per la parata, B per il salto...e queste sono le basi del combattimento. In realtà ci sarebbe anche altro da aggiungere -i personaggi hanno più di 20 diverse mosse da usare ed è possibile potenziare le armi collezionando oggetti ed icone- ma grazie al game design a dir poco scadente non sarà mai richiesto al giocatore di impiegare nulla al di là dei 4 attacchi standard. A dire il vero infatti la maggior parte degli scontri -incluse numerose battaglie contro i boss di fine livello- possono essere risolti semplicemente sbracciando e agitandosi come un uomo assalito da uno sciame di vespe.

Doppie lame flessibili con una striscia di aloe vera per rasare anche le pelli più dure...

Questo perché il gioco non permette alcun tipo di controllo sulla telecamera e quindi si attiene ad un sistema di lock-on che rende di fatto impossibile non uccidere qualsiasi cosa si trovi all'interno della stanza. Non saremo comunque in grado decidere contro chi o cosa indirizzare i nostri attacchi: premendo A ci si locka ad un altro nemico, scelto tuttavia apparentemente a caso. L'unica altra opzione è quella di disattivare il lock-on, attivandolo manualmente con il tasto A. Ma persino a quel punto il gioco sceglierà a cosa ancorare le nostre mosse. E allora basterà muovere a caso le mani, e tutto tornerà al proprio posto.

Nonostante i problemi dovuti alla visuale, il gioco si rivela comunque pateticamente semplice grazie alle regolari ricariche di energia e ai power-up disseminati a profusione in ogni dove (e ovviamente nascosti in dozzine di barili e vasi da distruggere a spadate). Sono morto due volte in tutta l'avventura, ed esclusivamente per colpa di un paio di trappole dal design discutibile piuttosto che per inefficienza nel combattimento. SoulCalibur Legends ha inoltre la deliziosa abitudine di lanciare oggetti contro al giocatore mentre sta svoltando agli angoli, aspettando che la telecamera lo raggiunga. Le raffiche di frecce sono molto popolari, anche se il mio momento preferito è quando si gira un angolo solo per essere schiacciati da un trio di massi rotolanti alla Indiana Jones. Questi pericoli possono apparire rigorosamente dal nulla, proprio come i getti di gas nocivo che si sprigionano dai muri senza indicazione di quando e di se colpiranno.

La grafica è legnosa e blanda, la storia un vero e proprio scherzo (la fine poi è particolarmente disastrosa...) ed è richiesta una dose di pazienza fuori dal comune per scoprire la profondità che il tutto potrebbe avere. La maggior parte dei fan di SoulCalibur, e direi anche ogni essere umano dotato di un cervello funzionante, correrà via in preda alle urla prima di quel punto.

2 / 10