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StarCraft II: Wings of Liberty

Le prime impressioni della beta multiplayer.

Ci sono tre fazioni (gli space marine Terran, i Zerg e i techno-alieni Protoss), tutte completamente diverse fra loro. Si tratta di una strategia asimmetrica, visto che ogni fazione ha le proprie unità esclusive.

Dopo aver appreso quasi ogni segreto di una singola razza, probabilmente continuerete sempre a giocare con essa. È necessario, tuttavia, conoscere a fondo anche le due fazioni rimanenti, in modo da poter interpretare istantaneamente ciò che viene individuato dai propri esploratori durante le perlustrazioni, e preparare subito un contrattacco adeguato.

Si tratta di una versione all'ennesima potenza degli scacchi. I combattimenti veri e propri hanno risultati spesso scontati, visto che se il giocatore A ha costruito QUESTO, non importa quanti di QUELLI schiererà il giocatore B. Ovviamente imparare a presidiare delle zone della mappa e capire come esplorare gli spazi è fondamentale, visto che non ci si può permettere di vagare senza meta, o di lasciare un'unità isolata in un punto, ma l'elemento chiave di StarCraft II sarà la gestione delle informazioni. Senza conoscere cosa sta costruendo il proprio nemico, si è praticamente morti.

Prima di tutto questo, tuttavia, viene la velocità. I campioni di StarCraft sono essenzialmente superuomini, capaci di muovere il mouse e di cliccare alla velocità della luce. I giocatori professionisti possono effettuare più di 400 azioni al minuto, tra la selezione delle unità, l'indicazione di una direzione dove muoverle, il potenziamento di qualcos'altro, l'attivazione di un'abilità speciale, la selezione, la deselezione e via dicendo...

Per essere dei bravi comandanti Zerg dovete essere incredibilmente subdoli, così da strisciare oltre le linee di difesa nemiche.

Ovviamente non avrete mai bisogno di arrivare a simili livelli. Tuttavia, dovrete sicuramente riuscire a eseguire ben più delle misere 100 azioncine al minuto che farete durante le vostre prime partite.

Per raggiungere questo obiettivo avrete bisogno di tanta forza di volontà, più che di pratica. Durante una delle ultime partite da noi giocate, gran parte delle nostre fabbriche Protoss sono state spazzate via da un assalto Terran, ma l'assenza nell'esercito avversario di unità in grado di individuare i soldati invisibili ha permesso a un paio di nostri Dark Templar lasciati di pattuglia di ribaltare le sorti dello scontro.

Metà della nostra base era andata, ma il nostro avversario aveva perso l'intero esercito. Si è trattato di un colpo di fortuna, non di pianificazione, ma è stata anche una lezione fondamentale. La prossima volta manderemo uno scout per controllare se il nemico stia producendo unità capaci di rilevare i bersagli in stealth (i Ghost, nel caso dei Terran). In caso contrario, abbandoneremo la costruzione di aerei e carri armati in favore di un esercito completamente occultato. La sensazione di poter apprendere strategie sempre nuove è altissima, e davvero gratificante.

In questo devastante scontro fortuito, comunque, pur avendo perso gran parte delle fabbriche e delle caserme, ci erano rimasti ancora abbastanza Probes (le unità costruttrici dei Protoss) per tornare in partita e organizzare le difese contro un eventuale secondo assalto, preparando contemporaneamente una sortita alla base avversaria, ormai priva di esercito.

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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