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Total War: Warhammer 3 Recensione - una saga leggendaria

Il terzo capitolo arriva finalmente sui nostri schermi!

Dopo aver ricostruito e combattuto battaglie nell'antica Roma e nel Giappone feudale degli Shogun, Total War torna nel mondo fantasy di Warhammer, il celebre franchise di Games Workshop, che ha popolato in quasi 50 anni di onorato servizio i tavoli da gioco di milioni di fans in tutto il mondo con le sue stupende miniature. E che ci ha regalato al contempo un hobby che, specialmente durante la recente pandemia, ha subito un boom incredibile non solo di popolarità ma di ritorni economici.

La saga di Total War è nota per le sue battaglie in larga scala fra schieramenti composti da diversi tipi di battaglioni, ognuno con le sue caratteristiche speciali e una propria identità. Questa versione fantasy, arrivata con questo titolo al terzo capitolo, non solo continua la tradizione ma aggiunge una profondità incredibile al dettaglio di ogni singolo squadrone, utilizzando tutto il materiale originale del gioco da tavolo, per ricreare un'esperienza più vicina possibile alla controparte in plastica.

La nostra storia comincia con gli uomini del Kislev, impegnati in una missione disperata di soccorso attraverso le montagne innevate a nord. La divinità orso Ursun è stata imprigionata dal demone Bela'kor; se questo non fosse già un buon motivo per intraprendere una missione impossibile per un gruppo di mortali, un principe corrotto del Kislev ha pensato bene di colpire con un proiettile maledetto la succitata divinità irsuta, con conseguenze inaspettate.

Con ogni ruggito di dolore, infatti, portali interdimensionali vengono aperti permettendo ad eserciti di svariate razze di passare attraverso il Reame del Caos per raggiungere Ursun, sia per prestare soccorso, che per impadronirsi del suo potere, o semplicemente per porre fine alla sua esistenza.

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Questa meccanica narrativa porta conseguenze nel nostro gameplay. Ogni 30 turni infatti, portali verso questi mondi demoniaci vengono aperti in tutta la mappa, portando con sé una mandria di demoni inferociti e assetati di sangue. Lo scopo della nostra battaglia a quel punto diventa non solo la sopravvivenza delle nostre truppe, ma anche la conquista, a caro prezzo, dell'anima di uno dei 4 principi demoniaci che comanda queste invasioni, con lo scopo ultimo di collezionarle tutte per raggiungere Ursun e completare la nostra campagna.

Ognuno dei 4 Reami del Caos (Nurgle, Tzeentch, Slaanesh e Khorne) non solo differisce per stile grafico e di ambiente, ma anche per tipologia di missione da compiere per sbloccare lo scontro finale, con Khorne che vuole solamente vedere massacri su massacri (è pur sempre il dio del "blood for the blood god"), mentre Slaanesh vuole "solamente" offrire doni e grazie inimmaginabili, ma pagati con la nostra eterna devozione.

Queste battaglie non durano di solito molto ma sono praticamente fondamentali per non mandare a monte l'intera campagna, permettendo al nostro avversario di ottenere vantaggi a cui noi non avremo mai accesso. Tutto passa in secondo piano, con conseguente pianificazione delle nostre difese in caso di fallimento e forse la rottura di alleanze formate per necessità nei primi turni, ma che ora diventano più un peso che un beneficio. Tutto va pianificato e giocare di impulso con attacchi senza capo né coda, non è fra le possibilità.

Ognuno di questi scontri demoniaci si chiude inoltre con una specie di tower defence, che ci vede costretti non solo a respingere un assalto ad ondate di demoni via via sempre più letali, ma anche a dover rinforzare le nostre difese con risorse accumulate fino a quel momento. Modalità originalissima e mai vista in un titolo Total War, ma che forse a lungo andare può risultare ripetitiva, specialmente se, come spesso accade, giocheremo con più di una fazione la campagna.

La campagna del principe demone permette l'uso di unità di ogni fazione del Caos, portando un'incredibile varietà di truppe. Specialmente quando si deve condurre un assedio in larga scala.

Accanto alle battaglie campali abbiamo anche scontri all'interno di fortificazioni per eliminare capi di eserciti nemici e conquistare avamposti caduti in rovina. Una tipologia di missione questa sperimentata durante il tutorial, che ci ha portato ad eliminare un capo clan nemico ritiratosi in una fortezza.

In una mappa di scala sicuramente ridotta dobbiamo fronteggiare il nostro avversario non più in un territorio di ampio respiro con punti di elevazione e boschi a fermare la cavalleria, ma in un dedalo di barricate, ponti, e imbuti che sembrano richiamare la famigerata impresa spartana dei 300. Sicuramente questi scontri portano varietà ma anche qualche problema di AI, con il nostro esercito che fa fatica a restare unito per via di un pathfinding non sempre eccelso, che divide i nostri battaglioni e ci costringe ad un micro-management di ogni singola truppa.

Le fazioni giocabili sono 8, portando una grossa varietà non solo all'estetica ma anche alla strategia, nella gestione delle truppe (con il Kislev ad accumulare oro mentre gli Orchi sempre in cerca di cibo per evitare episodi di cannibalismo) e nelle meccaniche di gioco. I sopracitati Khorne, Nurgle, Tzeentch e Slaanesh sono affiancati da una quinta fazione demonica, la famigerata Legione del Caos, capeggiata dal Principe Demone, che unisce sotto la stessa bandiera corrotta creature di ognuna delle quattro famiglie, in una sorta di All-star infernale.

Il nostro Principe Demone, inoltre, può essere interamente customizzato nell'aspetto e funzionalità con una serie di "Doni Demoniaci" in grado di renderlo sempre più potente. Un'opzione questa mai vista in un titolo Total War, e che aggiunge un piccolo elemento RPG.

Nurgle in tutto il suo “splendore”. Una tonnellata di unità sacrificabili portatrici non troppo sane di malattie e putrescenza. Gestire eserciti così vasti è un'operazione titanica!

A chiudere il roster delle fazioni giocabili abbiamo il Cathay, di stampo orientale, i tanto amati Ogre, caotici e sempre affamati, e gli uomini del Kislev, di chiara ispirazione est-europea, protagonisti loro malgrado del lentissimo tutorial, unica nota negativa di questo titolo.

I veterani della saga di certo non avranno avuto alcun problema a navigare nel mare di opzioni, popup e click su menù dettati dal computer di cui questa sezione è assolutamente strapiena. Ma per i nuovi giocatori, che non hanno mai avuto la possibilità di provare un titolo come questo, il tutorial è frustrante, lentissimo e confuso, con informazioni spesso ridondanti e a volte carenti allo stesso tempo.

Le varie battaglie presenti in questa sezione, che ovviamente vogliono spiegarci ognuna delle varie opzioni presenti, ci guidano quasi mano nella mano lungo una rotaia predeterminata, impedendoci di sperimentare posizionamenti diversi per le nostre truppe.

Ma questo è forse l'unico difetto di un gioco che fa tutto il resto in maniera eccellente. Il gameplay si adatta ad ogni giocatore permettendo diversi stili di approccio. Per coloro che amano i titoli 4X, si possono saltare le battaglie campali, lasciandole giocare al computer, con un'approssimazione spesso in nostro favore se pianificate a monte con truppe adatte, permettendoci quindi di gestire le nostre mosse dal nostro quartier generale, fortificando i nostri insediamenti, spendendo le nostre risorse e arruolando unità diverse da schierare.

Il Cathay in tutto il suo splendore con i ciliegi in fiore, così lontano dalla corruzione del caos.

Per chi ama invece la simulazione, solo possibile con miniature di plastica nel mondo reale, le battaglie in campo aperto sono incredibili, sia dal punto di vista grafico che strategico: ogni unità ha uno scopo, punti di forza e punti deboli e la pianificazione e movimento di ogni singolo battaglione deve tener conto di questi fattori. I generali inoltre hanno tutti abilità speciali ed equipaggiamenti che possono essere assegnati, per potenziarli e renderli più efficienti in battaglia. L'IA nemica inoltre è di buon livello, con truppe nemiche pronte a colpirci alle spalle con la cavalleria, e che si ritirano sotto bandiera bianca in caso di perdite elevate.

Durante la modalità assedio, inoltre, le mappe a campo aperto lasciano spazio a più elaborati scenari e la pianificazione sia del movimento delle nostre truppe sia in quale posizione costruire fortificazioni temporanee da cui lanciare assalti successivi, aggiunge notevole spessore alla guerra a tutto campo di cui la saga è nota.

Total War: Warhammer 3 è giocabile anche in multiplayer, con 3 campagne a disposizione: Reami del Caos, che è la campagna in single player, giocabile fino a 8 giocatori, e le campagne storiche di Kislev e Cathay, per 3 giocatori. È possibile inoltre attivare e disattivare l'opzione a turni o in tempo reale, a seconda delle preferenze.

I controlli di gioco, mouse e tastiera, sono fluidi e responsivi, con i classici drag and select per selezionare più unità contemporaneamente, e numerose opzioni per ruotare e zoomare la nostra camera, portandoci spesso nel mezzo dell'azione durante la battaglia. Unica nota da tenere a mente: questo titolo necessita di quasi 115 GB su hard disk e se possibile, un SSD per sopravvivere ai corposi e spesso lenti caricamenti fra missione e missione.

L'interfaccia del nostro generale. Da qui possiamo equipaggiare nuovi oggetti e reliquie, e tutta una serie di artefatti e poteri speciali che possono rendere la nostra leadership al fronte più efficiente.

Total War: Warhammer 3 è il degno epilogo di una saga che ha scritto la storia degli strategici in tempo reale. Forte di un motore di gioco solido e temprato da mille battaglie, e di un lore unico e ormai di pubblico dominio, questo titolo è di certo un must have per gli appassionati.

8 / 10

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Alberto Naso

Contributor

Appassionato di videogiochi fin dall'infanzia, non sembra voler smettere da adulto. Streaming, articoli e la gestione di un negozio di giochi riempiono le sue giornate, col desiderio di giocare sempre un'altra partita. Potreste incontrarlo molto probabilmente nelle vaste terre di Azeroth.
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