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Ico and Shadow of the Colossus Collection

Due capolavori aspettando The Last Guardian.

Nell'era delle riedizioni in HD, in cui i produttori cercano di fare cassa fra un nuovo progetto e l'altro gettando in pasto agli appassionati vecchi capolavori rimasterizzati, ci si trova a dover capire quando valga la pena di spendere ancora una volta i propri soldi per qualcosa di datato, e se ciò sia effettivamente utile o meno.

Fra i titoli sfusi e le compilation, un povero fan rischia infatti di ritrovarsi a spendere più soldi per le versioni ripulite dei giochi di 5/6 anni fa che per i prodotti più recenti. In un simile panorama, tuttavia, nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire la Ico and Shadow of the Colossus Collection, un Blu-ray contenente due dei giochi più poetici e coinvolgenti dell'era PlayStation 2.

Fra tutte le collection in circolazione questa è probabilmente una delle più sensate, non solo per la qualità dei titoli originali ma anche perché finalmente, grazie all'hardware PlayStation 3, gli appassionati delle opere di Fumito Ueda possono giocare Shadow of the Colossus senza doversi costantemente confrontare con i limiti tecnici della PS2.

Non è un mistero, infatti, che l'ultimo titolo del Team ICO fosse fin troppo pesante per la povera PlayStation 2, che in più di un'occasione arrancava di fronte agli sconfinati spazi aperti o alle epiche evoluzioni di Wander durante la sua faticosissima caccia ai colossi.

Gli effetti particellari di Shadow of the Colossus sono ancora oggi splendidi e si possono ora godere senza problemi.
Le ombre e i volti di questa versione sono decisamente più convincenti rispetto a quelli visti su PlayStation 2.

Ma andiamo con ordine ed esaminiamo nel dettaglio i vari elementi che compongono questa squisita collection.

Una volta avviato Ico and Shadow of the Colossus Collection ci si trova immediatamente di fronte a una schermata contenente le cover dei due giochi. A seconda di quella evidenziata, in sottofondo parte il tema principale del gioco in questione.

Dopo aver effettuato la propria scelta parte istantaneamente l'introduzione del titolo selezionato, praticamente senza interruzioni di alcun genere. Per mantenere un ordine cronologico la nostra prova è iniziata con ICO, quindi ci siamo subito trovati di fronte alla storica sequenza dell'arrivo del protagonista all'immenso castello circondato dal mare.

Nessuna delle incertezze del gioco originale ha disturbato l'arrivo dei cavalli al castello (i più attenti tra voi ricorderanno qualche calo di frame rate qua e là, come quello che si verificava sul dettaglio dello zoccolo del cavallo che calpestava l'erba alzando il terriccio).

Già questo basta a capire quanto il lavoro di adattamento abbia giovato a ICO, che pur mantenendo le vecchie animazioni (alcune delle quali oggi risultano piuttosto zoppicanti, a dire il vero) è ora molto più luminoso, soffuso e carico di atmosfera.

L'unico inconveniente dovuto al lavoro di pulizia riguarda la percezione degli ambienti più scuri, a volte davvero troppo bui per permettere al giocatore di vedere qualcosa. Per risolvere questo inconveniente, comunque, basta modificare le impostazioni del televisore, così da trovare il giusto equilibrio tra luminosità e saturazione.

Vediamo il confronto tra presente e passato.

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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