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Zeno Clash

Una disturbante fantasia indie.

Non nascondo comunque che da "alfiere del gameplay" (sì, sono della scuola che antepone a prescindere la giocabilità ai traguardi grafici e cosmetici...) Zeno Clash mi abbia parzialmente messo in difficoltà: sul finire dell'avventura mi sono infatti chiesto se un gioco con un setting radicalmente diverso tipo ed il medesimo gameplay, mi avrebbe entusiasmato alla stessa maniera (l'abusatissima seconda guerra mondiale o il solito futuro popolato da marine dello spazio sudati e segretamente frufru, sono due esempi).

Difficile dare una risposta onesta e sincera alla questione, anche e soprattutto perché Zeno Clash è inscindibile dal suo setting come forse nessun altro videogame. Per prima cosa per una questione di mera originalità: nonostante gli isolati rimandi (al mio adoratissimo Hieronymus Bosch prima di tutto, ma anche a John Blanche e a David Lynch), la creatura dell'ACE Team non è infatti artisticamente paragonabile a niente di già visto altrove.

Una cartolina dalle misteriose lande di Zenozoik.

La fiaba dark magnificamente orchestrata da Edmundo Bordeu e soci è infatti intrinsecamente ombrosa, eppure compiaciutamente lontanissima dagli stereotipi gotico-vittoriani di un immaginario horror ormai usato ed abusato ben al di là del geniale Tim Burton. Complice un'estetica a dir poco surreale, con un affascinante ibrido tra il primitivo ed il punk-tribale, giocare a Zeno Clash vorrà dire entrare in un universo alieno distorto come pochi altri: barocco nella minuziosa ricchezza di dettagli e particolari, enigmatico nel suo trionfo del non-sense, delirante nelle dissonanti associazioni.

Non potrete rimanere indifferenti alla straniante atmosfera che si sprigionerà da ogni singolo pixel: vittime di un incantesimo silenzioso ma anche tremendamente reale vorrete esplorare quei luoghi ed incontrare quelle creature da incubo carnevalesco anche al di là di quanto offerto dai contenuti (ahimé tutt'altro che abbondanti) del gioco stesso. Ed è tutta qui la forza di Zeno Clash, nella strepitosa capacità di delineare (servendosi alla grande dell'immortale Source Engine...) un mondo coerente e credibile, pulsante di vita propria anche a PC spento.

Le doppie pistole che vi ritroverete ad utilizzare saranno costruite usando due pesci morti. E, visto il contesto, ci sarà ben poco da stupirsi.

A coronare un'esperienza fuori dalla norma provvederà anche la sinistra trama, incentrata sulla disperata fuga del protagonista Ghat. Vi ritroverete braccati dalla sua atipica famiglia (sic) a causa di un incomprensibile atto di empia disobbedienza, tra uomini-uccello ermafroditi, scoiattoli esplosivi ed asceti che sceglieranno di morire di fame (non prima di essersi fatti i bisogni addosso!) come forma di libertà ed illuminazione suprema. Vi avverto in anticipo: non aspettatevi chissà quali illuminanti rivelazioni una volta giunti allo ieratico finale. Reiterati flashback e vaneggiamenti tutti da interpretare saranno compresi nel prezzo del biglietto.

Sarà corto, imperfetto e pure leggermente ripetitivo, eppure Zeno Clash rimane un videogame da provare a tutti i costi: non tanto in virtù di un'idea particolarmente geniale o di un game design raffinato e formalmente inattaccabile, quanto piuttosto per l'esperienza in sé e per sé. Una travolgente alchimia di immagini angoscianti e suoni da un'altra dimensione, da vivere in prima persona per poter dire "io ci sono stato". Zenozoik vi aspetta su Steam: solo 16 Euro per scoprire quanto è fottuta la tana di Padre-Madre.

8 / 10

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A proposito dell'autore

Marco Mottura

Contributor

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