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Beware Planet Earth - review

Dopo piante contro zombie, alieni contro mucche.

Le conversioni dalle console portatili a quelle casalinghe e PC stanno diventando ormai la norma. Un po' perché aiutano gli sviluppatori ad aumentare i guadagni e a rientrare più facilmente dei costi col minimo dello sforzo, un po' perché si stanno rendendo conto che costringerci a comprare tre console per seguire una serie nella sua interezza (chi ha detto Kingdom Hearts?) non è il miglior modo per coccolare il consumatore.

Fatto sta che i risultati sono spesso altalenanti: alle volte per via di un prezzo troppo alto, altre perché un titolo che funzionava su Nintendo 3DS o su tablet, non riesce a convincere nella comodità del salotto. Beware Planet Earth, pur proponendo un gameplay che presenta queste problematiche, va in controtendenza uscendo contemporaneamente su Steam e iOS. Il risultato è un prodotto che s'ispira a Plants vs. Zombies, pur provando a differenziarsi dalla massa grazie alla propria ironia, senza però riuscirci appieno.

Il livello dedicato ai giochi Valve ed esclusivo di Steam, è forse il più divertente del gioco.

Sin dalla prima partita è infatti evidente come il gioco si concentri principalmente su due aspetti. In primis vuole ironizzare sul suo genere di riferimento, in secondo luogo mostra una giocabilità semplice e collaudata, che funzionerebbe di sicuro meglio con l'ausilio di uno schermo tattile. Il gioco dopotutto altro non è che un clone dei tanti tower defense disponibili su Steam e su App Store, inquadrato però in una cornice cartoonesca e, tutto sommato, piacevole.

Il giocatore, armato solo di poche torrette dalla natura decisamente artigianale, non dovrà fare altro che difendere le proprie mucche da un esercito di sconquassati alieni invasori. Esseri che ricordano alla lontana quelli dello splendido Mars Attacks! di Tim Burton.

Proprio questa somiglianza, per quanto gradevole, rende il gioco un po' trito. L'idea alla base è sì divertente ma sa di già visto. C'era in South Park, c'era nel non proprio eccelso Destroy All Humans! e c'è in tanti, tanti altri cartoon e videogiochi.

"Se si riesce a passar sopra la sua scarsa originalità, lo stile del gioco è piuttosto simpatico e colorato"

Dobbiamo però ammettere che se si riesce a passar sopra la sua scarsa originalità, lo stile del gioco è piuttosto simpatico e colorato, proponendo personaggi semplici e ironici ma mai volgari. L'ideale per un gioco indirizzato ad un pubblico ampio, composto tanto dai più piccoli che dagli immancabili bambinoni come noi.

Altalenante e non proprio originale è anche il gameplay che, stranamente, non si sforza di proporre alcuna variazione ai classici stilemi del genere. Ogni livello di gioco è rappresentato da una strada più o meno intricata, ai lati della quale il giocatore potrà posizionare una serie di torrette, ciascuna col suo peculiare scopo. Andiamo dalla postazione standard d'attacco, a quella per rallentare i nemici nelle vicinanze, passando per mine, bombe, batterie per produrre energia e strani barbecue il grado di incenerire i nemici.

Dovremo letteralmente affrontare quattro stagioni di attacchi e più di una quarantina di livelli prima che gli alieni demordano.

Un armamentario vasto e piuttosto vario ma che rappresenta una serie di variazioni sul tema che tutti i titoli del genere, nessuno escluso, propongono. Il problema del gioco è appunto che non riesce a fare quel passo in più verso l'originalità. Pur divertente, difficilmente ci prenderà al punto da completare le quattro campagne (una per ogni stagione dell'anno) che compongono la modalità storia. È molto più probabile che ci si fermi dopo la prima per esplorare gli interessanti extra inediti della versione Steam (da noi testata).

È appunto qui che l'originalità del gioco esplode, proponendoci una serie di campagne secondarie più complesse e impegnative ma soprattutto cariche di citazioni ed ironia. "This is Halloween" ad esempio modifica lo scenario del gioco, rendendolo più pittoresco e sostituendo gli alieni con versioni a tema mascherate da vampiri, licantropi e simili. Ancor più divertente è la campagna dedicata a Valve, che in uno scenario che prende vistosamente spunto da Portal ci propone nemici a tema Half-Life e Team Fortress. C'è persino un simpatico alieno "Gordon Freeman" armato di piede di porco.

Questi contenuti sono però piccole mosche bianche in un titolo che, nonostante non abbia troppo da offrire (soprattutto a questo prezzo), è però ben sviluppato. Ad una grafica disegnata da manuale si affianca infatti una struttura semplice ma priva di bug, con una difficoltà ben bilanciata e persino una modalità veterano dedicata a chi abbia già familiarità col genere.

Sarà possibile utilizzare gadget come una pistola laser, il comando d'autodistruzione e una campanaccio da mucca per aiutare i nostri bovini ad avere la meglio.

"Beware Planet Earth è un gioco divertente e onesto ma che non ci farà di certo urlare al capolavoro"

Insomma, Beware Planet Earth è un gioco divertente e onesto ma che non ci farà di certo urlare al capolavoro. Il problema? È tendenzialmente un patchwork di tante buone idee che non gli appartengono, ben realizzate certo, ma pur sempre prese di peso da altri gioco e altri prodotti. Lo stile grafico è quello di Plants vs Zombies, con tanto di torrette dagli occhi grandi e sorriso largo.

Il gameplay è quello classico di un genere ormai datato, ma di certo ancora attuale. Persino gli extra, forse la parte migliore, sono solo citazioni di altri prodotti (per quanto queste possano essere divertente). Il titolo manca insomma d'identità e lo dimostra anche con la scelta di uscire tanto su Steam quanto su mobile.

È infatti evidente che il titolo sia stato studiato per un sistema di controllo tattile, con una predilezione per tutti coloro che intenderanno giocarlo su iPad. Basti pensare che l'interfaccia della versione PC è un riadattamento di quella che il gioco utilizza sul tablet di Apple, tanto che saremo costretti a giocare in quattro terzi, con delle fastidiose barre nere al lato dello schermo.

Una scelta non condivisibile, che fa apparire la versione PC come una semplice operazione commerciale in cui non è stato profuso l'impegno dovuto, fatta eccezione per gli extra di cui sopra. Un vero peccato, soprattutto se si considera che il talento degli sviluppatori di Lightmare Studio è indubbio e che, forse con un gameplay leggermente più sfaccettato, il gioco sarebbe potuto essere un'interessante distrazione.

6 / 10

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A proposito dell'autore
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Fabio Davide

Contributor

Giocatore fin dalla più tenera età, fagocita di tutto ma digerisce solo i veri capolavori. Dopo 7 anni nel settore del gaming aveva pensato di trovarsi un lavoro nella ristorazione, ma poi ha ceduto al fascino di Eurogamer.
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