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Blood and Truth - recensione

Azione immersiva all'ennesima potenza.

Se state leggendo questa recensione, quasi sicuramente possedete un visore Sony per la realtà virtuale.

E se possedete un PlayStation VR è altamente probabile che abbiate provato (e fatto provare ad amici e parenti) la collection VR Worlds. Allo stesso modo, se avete giocato i titoli di VR Worlds, avrete sicuramente apprezzato l'intensa avventura The London Heist.

Ecco, Blood and Truth è fondamentalmente il seguito spirituale di The London Heist, una storia di malavita londinese intrisa d'azione e adrenalina, inframezzata da scene di dialogo che mettono in mostra i muscoli del motore grafico attraverso l'incredibile bellezza dei personaggi e delle loro animazioni.

L'interazione è parte integrante dell'esperienza: pur sfruttando un sistema di movimento "a binari" (a schermo appaiono i punti in cui, premendo un pulsante, ci si può spostare) il gioco riesce comunque a creare un'incredibile sensazione d'immersività.

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Inutile dire che Blood and Truth andrebbe giocato quasi obbligatoriamente con i controller Move, in modo da godersi l'esperienza completa a 360°. Un aspetto dell'interazione che ci ha lasciato particolarmente soddisfatti è il kit di scasso, che si apre automaticamente all'occorrenza e con cui possiamo aprire alcune porte chiuse, da quelle con le classiche serrature a quelle con apertura elettronica.

Purtroppo dobbiamo però mettere in luce alcune lacune, sia nel sistema di spostamento sia nei controlli con i Move. Il movimento del personaggio, alla pressione di un tasto, risulta infatti particolarmente accelerato e fuori dal reale controllo del giocatore. Questo si traduce, com'è facile intuire, in una motion sickness piuttosto accentuata. Lo stesso discorso vale per le sezioni di arrampicata: molto riuscite dal punto di vista interattivo (bisogna effettivamente avanzare aggrappandosi prima con una mano e poi con l'altra), ma poco fluide e quindi causa di forte nausea.

I volti e le animazioni dei personaggi sono spettacolari, soprattutto quando questi sono a pochi passi da noi in realtà virtuale.

Per quanto riguarda i controlli con i Move, i problemi sorgono nel momento in cui ci si trova a sparare. Quindi (fortunatamente, per certi versi) almeno per l'80% dell'esperienza. Riuscire infatti a mirare guardando all'interno del mirino è un'operazione per nulla semplice, in particolare se paragonata ad esperienze analoghe come Farpoint. Proprio per questo motivo si preferirà usare quasi sempre armi automatiche, che consentono di vedere dove si sta colpendo anche senza mirare.

Se avete apprezzato The London Heist, sappiate che gli sviluppatori di SCE London Studio vi lasceranno stupefatti nel corso di quest'avventura immersiva e intrisa d'azione della durata di oltre sette ore, che possono allungarsi ulteriormente andando alla ricerca dei vari collezionabili sparsi per i livelli. Non aspettatevi comunque una storia particolarmente appassionante, ma preparatevi ad una tipica narrazione da "film d'azione": dimenticabile, ma funzionale allo scopo.

La pistola silenziata è perfetta per tentare un approccio stealth (solitamente inutile), ma quanto è difficile mirare con precisione?

Alla luce di tutto ciò, il voto che vedete qui sotto avrebbe potuto essere più alto, ma ci è impossibile passare sopra ai due difetti principali: la motion sickness causata dal sistema di movimento e l'imprecisione dei controlli in fase di mira. Delle imperfezioni non indifferenti in un'opera comunque incredibilmente coinvolgente e che consigliamo senza remore a tutti i possessori di PlayStation VR, anche al prezzo pieno di €39,99.

8 / 10

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Pier Giorgio Liprino

Contributor

Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.
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