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Blue Toad Murder Files: Stagione Uno

Un piacevole acquisto per tutta la famiglia.

La trama è lineare ma davvero gradevole, e trova il tempo di toccare argomenti che vanno dagli omicidi ai furti, dalle rapine alle sgradevoli sepolture in una cripta, e a tanti altri piccoli dispiaceri. I personaggi, nel frattempo, vengono presentati e connessi tra loro, finché l'intero villaggio non si trasforma in una complessa struttura di segreti e rivelazioni. Alcuni degli argomenti trattati sono sorprendentemente maturi (c'è la morte violenta, ovviamente, ma ci sono anche un paio di brillanti affondi a sesso e religione), ma i momenti salienti sono sempre adatti ai bambini.

Non si può dire lo stesso degli enigmi, visto che non solo Blue Toad riesce a integrare enigmi e intreccio narrativo meglio di quanto abbiano fatto finora i titoli del Professor Layton, ma alza anche il livello di difficoltà. Anche se nessun enigma cerca mai di mandare in confusione il giocatore con parole misteriose, molti risultano complessi e alcuni potrebbero tranquillamente figurare in un compito di matematica delle superiori. Ogni puzzle può essere saltato, se non si riesce a superarlo (opzione necessaria in un titolo multiplayer, dove il rischio di giocare assieme a un amico non troppo sveglio è piuttosto alto), e anche se ci sono solo 12 sfide per ogni episodio, non pensiate che l'impresa sia delle più semplici.

Ogni episodio si conclude con uno scrutinio segreto per decidere il colpevole del delitto di turno.

C'è anche una certa varietà! Anche quando l'inventiva tende a scemare, c'è sempre una certa rotazione tra le tipologie di enigmi, dettaglio che permette a ogni genere di giocatore di trovare prove per cui è maggiormente portato, e altre che si rivelano veri e propri incubi.

Anche se Relentless occasionalmente dimostra di essere in difficoltà con gli enigmi, si muove su un terreno molto più sicuro quando si parla della presentazione generale. A partire dalle deliziose illustrazioni dei menu, Blue Toad è una gioia per gli occhi piena di umorismo. Little Riddle è un posto affascinante da esplorare, con i suoi bizzarri cottage e manieri traballanti, e le animazioni, anche se non numerosissime, sono sempre fantastiche. Il character design è sfacciato e grottesco, e il cast è pieno di labbra grassocce e altri dettagli di questo genere.

Relentless ha imparato molto durante lo sviluppo dei vari episodi. Le storie a volte possono essere piuttosto articolate.

L'onnipresente annunciatore è stato un punto critico in alcune recensioni, ma credo che anche il più severo dei giornalisti non possa fare a meno di affezionarsi a lui nel corso dei sei episodi. Il doppiaggio è curato, e si adatta a dovere all'ironia dell'intera produzione.

C'è ancora un certo margine di miglioramento per la prossima serie di Blue Toad. La mappa non diventa mai troppo complessa e, sebbene sia davvero affascinante, a volte la trama ci mette troppo tempo per ingranare.

Al di là di questo, comunque, gli elementi davvero importanti come i personaggi, il carattere e la sfida (fondamentali per il successo dei giochi a episodi) sono tutti al posto giusto.

L'ultima fatica dei Relentless potrà anche non essere il best-seller che è stato Buzz!, ma vanta la sua stessa brillantezza e la realizzazione curata caratteristica del team. Raramente gli omicidi sono stati tanto piacevoli e appassionanti come quelli che accadono a Little Riddle, e ancor più raramente i videogiochi si sono allontanati in modo così riuscito dai confini sicuri della solita routine.

8 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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