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Broken Sword 5: La maledizione del serpente - recensione

Parigi val bene un'indagine.

Parigi in primavera: il tepore del sole, li uccellini che cinguettano e la Senna che scorre placida, incorniciata da fiori colorati. Un paesaggio idilliaco, fatto apposta per gli innamorati, ma all'improvviso... BANG, uno sparo e subito dopo un uomo con un casco nero che corre via inseguito da una donna. C'è stato un omicidio nella galleria d'arte all'angolo, quel piccolo localino a fianco del delizioso caffè con la vetrata colorata.

Guarda caso al momento del fattaccio dentro la galleria d'arte c'era una nostra vecchia conoscenza, George Stobbart, uno che in quanto a puntualità nel trovarsi nel posto sbagliato al momento giusto è secondo solo a Jessica Fletcher de La Signora in Giallo. Guarda caso (secondo estratto) la donna che rincorreva il tizio con il casco era Nicole "Nico" Collard, vecchia fiamma e storica compagna d'avventura di George.

Inizia così Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente, che a distanza di quasi due anni dall'esordio su PC (dopo una trionfale campagna Kickstarter) arriva su console current-gen. Chi non conosce questa serie inizi subito a mettersi dietro la lavagna con la faccia rivolta verso il muro, trattasi infatti di una delle più popolari saghe di avventure "punta e clicca", ideata da Charles Cecil, grandissimo game designer nonché fondatore di Revolution Software, compagnia che in passato ci ha regalato altre perle del calibro di Beneath a Steel Sky e Lure of the Temptress.

La qualità della localizzazione in italiano è piuttosto buona, nonostante qualche sporadico errore di trascrizione nei sottotitoli.

Ok, voi laggiù avete scontato la punizione. Tornate a leggere e gioite perché anche se non avete mai giocato un titolo della serie, potete tranquillamente iniziare con questo nuovo episodio senza perdervi chissà quali dettagli. I fan più anziani, al contrario, potranno facilmente cogliere alcuni richiami ai vecchi episodi.

Dicevamo, ci troviamo di fronte ad un'avventura che più classica non si può, di quelle in cui per fare qualsiasi cosa bisogna muovere un cursore sullo schermo che cambierà forma a seconda del contesto: una semplice freccia per camminare, un ingranaggio per interagire, un occhio per esaminare e così via. C'è poi un inventario da gestire, uno di quelli in cui andranno a finire tutti gli oggetti che troverete in giro, oggetti che dovrete poi utilizzare e combinare per risolvere gli enigmi e i puzzle che vi separano dalla soluzione del mistero.

L'avvertimento è d'obbligo, Broken Sword 5 è un gioco dai ritmi DECISAMENTE lenti, quindi se siete avvezzi unicamente a sparatutto e giochi d'azione alla Devil May Cry questo non è il titolo che fa per voi. Se invece amate soffermarvi sui dettagli, spremere le meningi per trovare soluzioni apparentemente astruse e farvi coinvolgere da protagonisti e comprimari spesso fuori dagli schemi, allora potete proseguire senza indugio.

Buona parte del gioco si svolge in Europa e vede i nostri due eroi muoversi in piacevolissime schermate disegnate a mano, ricchissime di particolari e costellate da numerosi dettagli con cui interagire. Al loro fianco una pletora di personaggi secondari, spesso stereotipati ma quasi sempre ottimamente caratterizzati e spesso abbastanza buffi da strappare un sorriso. Certo, in alcuni casi le animazioni claudicano un po', ma tenete conto che stiamo parlando di un gioco sviluppato in maniera ancora "artigianale" per gli standard odierni.

Broken Sword 5 arriva su console current-gen.

La trama parte subito piuttosto forte, ma purtroppo soffre di alcuni cali nel corso della narrazione. Alcuni "colpi di scena" risultano fin troppo telefonati e senza voler fare spoiler... diciamo che il finale lascia un po' di amaro in bocca.

A livello di sceneggiatura il buon Cecil ha saputo farci vedere di meglio, ma l'atmosfera squisitamente bohémien del gioco lascia comunque soddisfatti. Parigi è protagonista indiscussa, anche se nel corso dell'avventura vi troverete a girare anche in luoghi esterni alla capitale francese saranno quasi sempre i suoi colori e la sua opulenza architettonica ad accompagnarvi nelle indagini.

Il sistema di controllo è quanto di più semplice si possa pensare ed è stato portato su DualShock 4 senza alcun problema: il cursore può essere mosso in maniera più lenta con lo stick analogico sinistro, o più velocemente tramite il touch pad frontale. I tasti canonici sono invece deputati all'utilizzo di azioni quali esplorare, interagire e così via.

L'edizione PS4 di Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente comprende ovviamente entrambe le parti del gioco, che su PC uscirono separate e a distanza di qualche mese l'una dall'altra. La longevità è piuttosto buona, siamo intorno alle 8/10 ore che potrebbero salire ulteriormente nel caso decidiate di "platinare" il gioco. L'impresa non è difficile se paragonata a quella di altri giochi, ma non aspettatevi una passeggiata perché alcuni Trofei sono piuttosto facili da mancare.

La maggior parte delle location in cui si svolge il gioco è ricchissima di particolari, quindi occhio agli indizi nascosti.

Il livello di difficoltà rispetto alle avventure del tempo che fu è discretamente più dolce, forse per venire incontro ad un pubblico meno hardcore e avvezzo a questo genere di titoli. In qualche occasione avrete a che fare con enigmi da grattacapo, ma quasi sempre ciò di cui avrete bisogno non sarà troppo distante (non solo in termini di schermate) e in generale l'avventura risulta piuttosto "pilotata".

Questo in effetti potrebbe far storcere un po' il naso a chi è cresciuto a pane e Monkey Island, ma tant'è, questo passa il convento e dobbiamo accontentarci. Se cercate qualcosa di più impegnativo, non dico amma Riven ma quasi, forse la sfida offerta dall'ultima fatica Revolution non è ciò che state cercando.

Nonostante non riesca ad elevarsi ai livelli dei primi due capitoli della saga, questa quinta avventura di George e Nico riesce comunque a mantenersi abbondantemente sopra la sufficienza. Su console non sono molti i titoli appartenenti a questo genere e il prezzo di lancio (30 euro), di poco superiore a quello della versione digitale per personal computer, invoglia all'acquisto.

Alla luce di tutto questo non posso non consigliarne l'acquisto ai fan della serie e a chi è in crisi di astinenza da avventure "vecchio stile". Ovviamente se avete già spolpato l'edizione PC non ci sono molti motivi per un secondo acquisto.

7 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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