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Broken Sword: Shadow of the Templars - The Director's Cut

Un'avventura classica, tirata a lucido.

Nelle sezioni con Nico come protagonista troveremo anche più puzzle veri e propri (rispetto all'utilizzo degli oggetti contenuti nell' inventario che risolvono la maggior parte dei problemi), tutti cuciti su misura per il nuovo sistema di controllo, tuttavia con risultati altalenanti. Non c'è niente di davvero agghiacciante o incredibilmente bello, ma alcuni leggeri glitch e la stranezza di almeno una di queste situazioni rendono almeno uno degli obiettivi una vera tortura piuttosto che un piacere. Nel complesso, comunque, questo cambio di ruoli è utile e rinfrescante piuttosto che incongruente e fastidioso, oltre a giustificare la dicitura Director's Cut sul pack del gioco.

Ciò che probabilmente può stridere, sicuramente per i giocatori ormai abituati a uno stile più moderno, è la presentazione leggermente passé con fondali colorati, ricchi di personalità e carisma, sui quali si muovono figure animate che appaiono radicalmente fuori posto coi loro bordi scalettatti e i margini taglienti come rasoi. Se il titolo viene giocato su schermi particolarmente ampi, i volti di George, Nico e degli altri personaggi appaiono come sfocati e industinguibili, piatti e senza vita, scontrandosi duramente con i bellissimi fondali disegnati a mano. Il risultato di questo impatto viene però ammorbidito dall'inserimento, durante le conversazioni, di alcuni pop up che mostrano inquadrature "strette" parzialmente animate dei protagonisti, disegnati dal noto fumettista Dave Gibbons (Watchmen) non nuovo al lavoro su avventure grafiche, avendo partecipato alla realizzazione del bellissimo Beneath a Steel Sky.

Tristemente, questi delicati innesti concorrono anche a illustrare la debolezza e la pochezza qualitativa delle originali cut-scene che sono state importate direttamente dall'originale. Ci sono momenti durante i quali vi sembrerà di guardare robaccia come Murun Buchstansangur dal fondo di un barattolo vuoto di maionese.

Adesso che ci penso somiglia un po' a Sarkozy, O no?

Anche l'audio sembra aver subito lo stesso tipo di compressione utilizzato per far sembrare la voce delle persone simile a quella dei protagonisti degli sceneggiati radiofonici degli anni '60. Sempre che, per ascoltare il programma, vi trovaste sott'acqua. Si avvertono dolorose differenze che sottolineano in modo definitivo quali sono le parti audio o video che sono state riregistrate, dato che "suonano" come se fossero provenenti da contesti completamente differenti. Ci è anche capitato di sperimentare un simpatico cash durante un caricamento, cosa che (per un gioco dove sono state rimosse tutte le possibilità di morire) è assai fastidiosa, qualora non provvediate a ricordarvi di salvare. Come nel caso di quasi tutti i giochi d'avventura, ci sono ovviamente alcuni puzzle illogici che si riducono a una serie di processi di "prova e riprova", ma il sistema degli indizi, un'altra nuova aggiunta, rimuove la maggior parte della frustrazione.

Oltre alla fastidiosa mancanza di aggiornamento per audio e cut-scene varie, i pigri stereotipi razziali che caratterizzano buona parte del cast del gioco e l'occasionale humor crasso un po' sessista, il gioco è caratterizzato da un gameplay e da una trama adatti per le famiglie (omicidi esclusi, ovviamente) che ne fanno l'ottimo adattamento di un classico. I giocatori poco dotati di pazienza o non molto interessati allo sviluppo della trama di un videogame, insieme agli schiavi dell'aspetto grafico, possono anche passare oltre, ma per gli avventurieri meno aggressivi (come me) il titolo ha pronte dalle 10 alle 13 ore di solida e grande narrativa videoludica.

7 / 10

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Stefano Vanini

Contributor

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