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Brutal Legend

Stile heavy, sostanza poser.

Una premessa, più che doverosa: adoro Psychonauts e amo Tim Schafer. Come del resto rimanere indifferenti dinnanzi alla strabordante vis creativa di un vero e proprio geniaccio capace come forse nessun altro di infondere un carattere assolutamente unico negli atipici personaggi da lui sapientemente tratteggiati? Impossibile, per quanto mi riguarda.

Sin dal primissimo annuncio ho dunque tenuto d'occhio Brutal Legend con un'attenzione tutta particolare, quella che solitamente si riserva ai titoli "a colpo sicuro": il fatto che l'epopea metal del roadie Eddie Riggs sarebbe stata un capolavoro indiscutibile era dunque per me a metà strada tra il dogma e l'ovvietà.

Non sempre però le cose vanno come uno si aspetta (sì, anche in ambito videoludico...) e questo E3 è servito per ricordarmelo. Non senza una punta di amarezza, ma tant'è.

Diretto e senza inutili blablabla, proprio come piace a me: Brutal Legend mi ha tremendamente deluso. Non per il vago effetto presa per il popò derivante dallo squilibrio tra le promesse e gli effettivi risultati (vero Assassin's Creed? E anche tu non ti nascondere Heavy Rain...), quanto per un'incomprensibile e completamente intattesa pochezza ludica.

Ora, sicuramente la chiassosa confusione dello showfloor losangelino non sarà certo il setting preferibile per godere al massimo le gag di Jack Black e la rockeggiante colonna sonora del titolo EA (elementi particolarmente determinanti nel creare l'atmosfera di un gioco come questo), però non è veramente il caso di accampare scuse pure un po' patetiche: in Brutal Legend è la sostanza nuda e cruda a mancare.

L'ironia tipica di Schafer è palpabile anche in questo progetto, a tutto vantaggio dell'esperienza di gioco.

Nelle stesse identiche condizioni infatti Bayonetta e Uncharted mi hanno lasciato senza parole, sintomo che il problema dev'essere alla radice più che nelle effettive modalità di fruizione. In qualità di action game Brutal Legend è purtroppo banale ed assai poco profondo, caratterizzato da un combat system a dir poco elementare e da ritmi sonnolenti. Lontanissimo dai mostri sacri del genere, dalla lunga demo provata allo stand EA mi è parso addirittura sotto ad un onesto contentino da recuperare usato come Kung Fu Panda.

Insignificanti e prive d'appeal anche le fasi di guida a bordo di una sorta di dune buggy rivista in chiave rigorosamente heavy, con l'evidente tentativo di conferire carattere e varietà al gameplay che può dirsi dolorosamente fallito.

Note vagamente dolenti anche dal punto di vista visivo: laddove Psychonauts univa allo stile a dir poco esagerato una realizzazione tecnica di prima qualità, Brutal Legend sembra essersi un po' accomodato sugli allori per puntare esclusivamente sul carisma. Per carità, la celebrazione parodistica di una certa estetica metal alimentata da migliaia di copertine e video è in sé grandiosa, eppure una certa differenza tra la strepitosa ispirazione artistica e la soltanto discreta resa grafica è ahimè avvertibile.

Non è mia intenzione bocciare inequivocabilmente un titolo di questo calibro a qualche mese dalla tanto attesa release, eppure non posso nascondere il mio disappunto: per quello che ho visto e provato in fiera Brutal Legend è senza dubbio la mia personalissima delusione dell'E3.

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Brutal Legend

PS3, Xbox 360, PC

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A proposito dell'autore

Marco Mottura

Contributor

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