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Chime

Niente sfide, solo relax.

La musica, dunque, è alla base di tutto. Sei bellissime tracce che vantano nomi illustri come Philip Glass, Moby, Orbital e, eccezionalmente per la versione PC, Jonathan Coulton. E chi è Jonathan Coulton direte voi? Beh è l'uomo che ha creato la bellissima musichetta finale di Portal: "Still Alive" (se non la conoscete potrete continuare a leggere dopo aver fatto 10 piegamenti) e proprio questo brano è presente nel gioco come ciliegina sulla torta per gli utenti PC.

Chime è un gioco che merita sicuramente un'occhiata, l'importante è guardarlo dal punto di vista giusto. In anni di onorata carriera mi sono passati tra le mani parecchi puzzle game e, come molti di voi, mi sono fatto le ossa su Tetris, quindi per me il genere è associato a sensazioni come l'ansia, la difficoltà crescente, una sfida continua contro il computer che tenta in tutti i modi di fregarmi senza mai darmi il pezzo mi che aspetto.

Chime non è così, non è stressante, anzi credo sia una delle cose meno stressanti del mondo: siete voi a decidere il ritmo di gioco, a piazzare i blocchi quando e come volete, senza che questi cadano dall'alto. Sì, è vero, che c'è un limite di tempo, ma è più che sufficiente per rilassarvi, godervi la musica e posizionare i blocchi come preferite; se poi giocate in modalità libera diventa un vero e proprio esercizio di training autogeno con cui staccare dal resto del mondo.

Acquistando Chime si sostiene l'associazione Save the Children.

Ammetto che non mi aspettavo tutto questo, e inizialmente stavo per bollare il gioco come un esperimento riuscito a metà, una buona idea sfruttata male, troppo semplice e troppo corto. Tuttavia, partita dopo partita, ho capito che lo scopo del gioco non era sfidarmi, ma regalarmi qualche "vibrazione positiva", prima di rituffarmi nella realtà di tutti i giorni.

L'unico difetto che gli possiamo imputare è la scarsa, scarsissima longevità: tutto è fin troppo semplice, anche per i giocatori casual, e in neanche mezz'ora riuscirete ad ascoltare tutte le tracce. A quel punto non vi resterà altro che giocarlo ogni tanto, giusto per riascoltare le bellissime canzoni. Verrebbe quasi voglia di chiedere a Zoë Mode di lanciare un DLC con musiche aggiuntive, e se un titolo creato per rubare spazio alle pause pranzo è in grado di far domandare simili eresie, vuol dire che ha centrato l'obiettivo.

A questo punto resta da capire che foto dare al gioco: a fronte di un costo di €3,99 e di una durata così modesta, è chiaro che l'acquisto di Chime, più che un investimento nel proprio intrattenimento, assume i contorni di una donazione a un'organizzazione che, è giusto ricordarlo, è completamente no profit.

Ed è proprio in questo senso che abbiamo intenzione di considerare l'iniziativa di OneBigGame. Giocando a Chime quindi farete del bene e vi farete del bene, togliendo per un attimo il pedale dall'acceleratore di una vita in cui gli spazi per riprendere fiato sono sempre meno: cosa volete di più?

8 / 10