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The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena

Il buio è mio amico...

I problemi principali sono però rappresentati dalla scadente qualità delle indicazioni degli obiettivi da raggiungere e dal motore del gioco tutt'altro che esaltante, entrambi difetti che avevano già abbassato le pretese dell'altro potenziale titolone di Starbreeze: The Darkness. La mappa statica è tutto tranne che utile e priva com'è di indicatori che vi aiutino a muovere nella direzione giusta, capiterà sovente che vi ritroviate a girare in circolo cercando un maledetto indizio che faccia aprire una porta, un condotto di ventilazione o vi consenta più semplicemente di proseguire. Si avverte anche la sensazione persistente che, quando il gioco preme sull'acceleratore e scarica la maggior quantità di momenti in stile shooter, queste siano le sezioni meno riuscite del titolo. Lo sfocato puntino blu che rappresenta il mirino è troppo rozzo, il sistema di recupero dell'energia appare basilare e ogni volta che sarete coinvolti in un conflitto a fuoco vi troverete a desiderare di fare un passo indietro nell'oscurità e spezzare l'osso del collo ai nemici uno a uno.

Queti difetti rendono Assault on Dark Athena ancor più deludente. Gettando alle ortiche quasi completamente gli elementi legati all'avventura, la nuova storia sembra affrettarsi ad abbandonare il prima possibile il gameplay stealth, perdendo nel processo di allontanamento due degli elementi più interessanti dell'originale. Dopo una sequenza introduttiva durante la quale vi aggirate furtivamente per l'astronave che dà il nome al gioco (una nave di mercenari dediti al commercio degli schiavi e a schifosi esperimenti), vi ritroverete rapidamente imbottigliati nel genere di shooter a "corridoi" che Butcher Bay aveva tanto attentamente cercato di evitare. Non esistono side quest che si facciano notare e le missioni della storia principale sono lineari, tanto che i tentivi di gonfiarle con escamotage, quali l'esplorazione delle celle e l'interrogatorio di alcuni PNG, appaiono palesemente artificiali.

Troppe cose sono identiche anche se nomimalmente differenti. Se Butcher Bay vi faceva collezionare pacchetti di sigarette, Dark Athena offre le carte dei cacciatori di taglie. Butcher Bay presentava una sezione con un esoscheletro? Dark Athena idem. Davvero poco è stato cambiato e l'impressione è che invece di di aver adeguato Butcher Bay agli standard del 2009, Starbreeze abbia piuttosto depotenziato Dark Athena per farlo girare con un motore del 2004. Confrontando i risultati raggiunti da titoli che vanno da Condemned a BioShock, che a Butcher Bay facevano un evidente riferimento, questa è decisamente la maniera sbagliata di approcciare la serie.

Quando Dark Athena raggiunge il suo apice in un incredibilmente fastidioso combattimento con il boss di fine livello (uno di quegli scontri nei quali il tizio è completamente invulnerabile fino a quando non lo portate in una precisa posizione dove può serenamente morire) è difficile evitare di provare un forte sentimento di disillusione. Si tratta di uno shooter decente, senza dubbio, ma se fosse uscito nel 2005 (e non si capisce bene perchè l'evento non si è verificato), io sospetto che oggi lo valuteremmo con lo stesso spirito con cui possiamo valutare Ghostbusters II. Non una schifezza vera e propria, ma piuttosto un timido, poco ispirato e per niente indimenticabile sequel di qualcosa che si meritava di meglio. E alla grande.

Naturalmente c'è anche il multiplayer, ma questa modalità non basta da sola a far venire voglia di acquistare il gioco senza pensarci. Chiunque abbia avuto la sfortuna di confontarsi con l'online di The Darkness sa bene che questa non è proprio un'area nella quale Starbreeze ha mostrato di possedere doti particolari e il trend continua anche qui.

E questa fu l'ultima volta che ordinò il pollo al vino in presnza di Mr Diesel.

Il multiplayer è composto da una generica serie di CTF e Deathmatch in una manciata di mappe, ma dato che la meccanica di sparo e forse uno degli elementi più deboli del gioco principale, la transizione verso i lidi tradizionali del frenetico sparatutto online appare piuttosto goffa. L'unica modalità di un qualche interesse rimane Pitch Black (dal titolo del primo film in cui appare il personaggio di Riddick. Questo non l'ho visto su Sky: l'ho recuperato anni fa dopo averne letto gran bene su Fangoria), un divertente tuttoi contro uno nel quale un solo giocatore interpreta Riddick mentre gli altri devono dargli la caccia. A chi riesce a farlo fuori l'onore di interpretarlo nel round succssivo, una specie di "ce l'hai" virtuale. Più o meno come la Sneaking Mission di Metal Gear Online o, se siete davvero disperati, il multiplayer di Dark Sector. Avviso per i maniaci di Trofei e Obiettivi: se volete raggiungere il punteggio perfetto dovrete vincere (guagliò: vincere, non giocare e basta) la bellezza 1000 partite online. Dopo aver visto il gioco dubito che entro un paio di mesi ci siano ancora 1000 giocatori in Rete su Dark Athena. Ma posso sempre sbagliare

In finale che cosa si può dire di questo bello spumone? Certamente che si tratta di un pack interessante e curioso, un vero dilemma per il critico cui tocca sintetizzarne, in un piccolo numerino, pregi e difetti. Escape from Butcher Bay è un classico che, tutto considerato, è invecchiato incredibilemente bene. Potrà anche essere un'esperienza frustrante e occasionalmente ruvida, ma non delude nessuno e, in un mondo perfetto, dovreste poterla scaricare dal Marketplace per una frazione del prezzo cui viene venduto ora.

Assault on Dark Athena non è certamente il sequel next generation che si meritava e, paragonato al meglio degli shooter in circolazione, rappresenta un prodotto di fascia media. Nel tentativo di renderlo "compatibile" con il suo predecessore vecchio di cinque anni, Starbreeze ha realizzato un prodotto che è innegabilemte superato, non si scappa. Come parte di un pachetto più grande, tuttavia, è ugualmente accettabile anche se sembra più un'espansione che una novità a tutto tondo. Il multiplayer dà l'impressione di essere stato infilato a forza, appiccicato con la colla, quasi fosse un obbligo piuttosto che un'ispirazione genuina e ben poco porta alla causa di Riddik.

Ve lo consiglio? Se non avete giocato a Butcher Bay non dovete lasciarvelo scappare, per il resto mi affido alla saggezza popolare...uomo avvisato, mezzo salvato.

6 / 10

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A proposito dell'autore

Stefano Vanini

Contributor

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