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Clarice - recensione

L'investigatrice degli incubi terreni senza Hannibal.

La fragile, vulnerabile eppure inarrestabile Clarice Starling torna con i suoi agnelli e le sue falene, sopravvissuta alla terrificante avventura con Buffalo Bill e al suo rapporto con il mitico Hannibal. Dopo la traumatica conclusione dell'avventura precedente, non ha certo dato le dimissioni ma si trova in una situazione di stallo professionale, esaltata dai media, guardata con fastidio dai superiori.

Ambientata un anno dopo la fine del romanzo di Thomas Harris, la nuova storia è scritta da Alex Kurtzman, autore di serie di gran successo come Star Trek: Picard e Discovery, Hawaii Five-0, Fringe, Sleepy Hollow, Alias, insieme a Jenny Lumet, che è figlia del mitico regista, anche produttrice.

Ritorna Clarice, in un post-Hannibal poco rilassante

Troviamo Clarice in precario equilibrio fra il mondo politico, che vuole fare di lei un simbolo, e l'ambiente di lavoro, dove è malvista e considerata sopravvalutata. Verrà messa in disparte, durante le indagini per risolvere i soliti efferati delitti. Ma nessuno può mettere Clarice in un angolo, ragazza destinata, fra sofferenze e tormenti a diventare una vera profiler, a costo di mettere materialmente a rischio la propria vita.

Dopo un primo episodio che, mentre presenta alla spicciolata tutti gli altri personaggi, promette nella sostanza e anche nella forma la morbosa cupezza che ci attendiamo, visti i precedenti, la serie si assesta nei binari di un più convenzionale procedurale.

La trama verticale è la risoluzione di un caso complesso e quella orizzontale è il difficile inserimento di Clarice non solo nel suo gruppo di lavoro ma proprio nella comunità umana, afflitta com'è da traumi che risalgono a ben prima del suo ingresso nell'FBI, che però sono proprio l'origine delle sue doti investigative. Perché l'hanno resa sensibile a segnali di disturbo psichico che altri non captano, capace di entrare in sintonia anche con il più disturbato criminale per esplorare i meandri della sua mente e di conseguenza delle sue azioni.

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Peccato la scelta della poco incisiva protagonista Rebecca Breeds, australiana dal viso grazioso e tenero (ben altra nervosità e tempra trasmetteva Jodie Foster), vista in precedenza inThe Originals, Pretty Little Liars, e niente di memorabile nemmeno nel cast di contorno, in cui facilmente spicca il veterano Michael Cudlitz (Southland, The Walking Dead). Volto nota anche Jayne Atkinson, la Governatrice sponsor di Clarice per motivi personali e politici.

Senza quindi aspettarsi né un sequel del Silenzio degli innocenti e nemmeno della super-morbosa serie Hannibal, Clarice si può guardare come un normale poliziesco che sfrutta un personaggio noto insistendo su atmosfere cupe e inquietanti, che però mai intrigano (e angosciano) quanto quelle originali. La serie viene trasmessa da oggi su Rai2.

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Giuliana Molteni

Contributor

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