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Command & Conquer - prova

Il ritorno del re?

Colonia - C'era una volta il genere degli RTS, e Command & Conquer era il suo araldo. Certo, Blizzard dall'altra parte del campo schierava due titoli destinati a grandi cose, ma Westwood con Dune II aveva praticamente creato il genere, e con la saga di dedicata a GDI e NOD (e in seguito ad altre fazioni fantapolitiche) ne è stata anche la principale interprete per molti anni.

Poi il mondo è andato avanti e le idee sono rimaste ferme, mentre altri giochi si trasformavano in mondi persistenti o diventavano uno sport nazionale nel sud est asiatico, o ancora indossavano il cappotto dei MOBA per resistere alla brutta stagione, la saga di Command & Conquer è sbiadita come un vecchio cartellone pubblicitario che ha preso troppi raggi del sole.

A niente è valso il tentativo di imboccare la strada del free-to-play con Command & Conquer: Tiberium Alliances, che non ha riscosso il successo sperato, ma EA non si è comunque data per vinta, e dopo aver tolto il 2 di fronte al secondo capitolo di Generals, ha deciso di riproporlo semplicemente come Command & Conquer, gettando nuovamente i dadi sul tavolo dei giochi gratuiti, e distribuendolo attraverso Origin.

Il risultato? È presto per dirlo, ma quando visto alla Gamescom ha comunque fatto provare a un vecchio fan della saga come il sottoscritto un certo brivido, anche se, proprio in quanto vecchio fan, avrei maggiormente gradito un ritorno ai bei tempi in cui l'aquila e lo scorpione si scambiavano carinerie atomiche.

"Nonostante sia free-to-play, il nuovo C&C sarà dotato di una campagna single-player"

Al loro posto troviamo la Asian Pacific Alliance, la European Union e la Global Liberation Army, tre armate con tre diversi stili di gioco. La prima si ispira vagamente agli zerg, che fa della rapida costruzione di unità la sua forza, la seconda è invece dedicata a chi ama uno stile di gioco "classico" tutto tecnologia e unità potenti, mentre la terza si basa sull'utilizzo di unità stealth e soluzioni non convenzionali.

Ovviamente non possono mancare i buoni vecchi harvester, che avranno la duplice funzione di raccoglitori e costruttori, e una pletora di unità terrestri e aree le cui peculiarità meriterebbero un articolo ben più lungo, e che ci riserveremo il gusto di scoprire con maggiore calma. A completare il tutto ci sono alcuni poteri speciali, come i bombardamenti satellitari o l'apparizione di veicoli particolarmente potenti, che se giocati al momento giusto possono essere l'ultimo chiodo sulla bara del vostro avversario.

Il frostbyte 2 garantisce un livello grafico superiore alla media dei free-to-play.

Fortunatamente, pur essendo un free-to-play, a detta di Victory Games, la software house creata da EA appositamente per lo sviluppo di C&C, ci sarà anche una campagna single player. Ovviamente non sarà il cuore del gioco, che punta a diventare un nuovo classico degli strategici online in tempo reale, ma può rappresentare un piacevole riscaldamento prima che il gioco si faccia troppo duro.

Dove C&C non teme rivali è senza dubbio il comparto tecnico, che si appoggia al Frostbyte 2 e, pur non mostrando palazzi che si distruggono in maniera iper realistica, è comunque estremamente piacevole da vedere e abbastanza flessibile da non richiedere un computer troppo spinto per girare. D'altronde parliamo di un titolo free-to-play, calcare troppo la mano sul fronte grafico sarebbe stato uno spettacolare e efficace tentativo di suicidio.

Al momento non si sa ancora dove e come il gioco metterà le mani nelle nostre tasche, d'altronde nessuno è qua ad aspettarsi la beneficienza da EA, e molto probabilmente sarà questo il fattore che decreterà il successo o il fallimento di C&C. Se riuscirà ad evitare i crepacci del pay-per-win allora potremmo trovarci di fronte allo strategico più diffuso del prossimo futuro, se invece sarà mal calibrato la sua vita sarà più breve di quella di un soldato che passeggia nel tiberium.

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Lorenzo Fantoni

Contributor

Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.
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