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Crimini di guerra e videogiochi: il parere della Croce Rossa

Perché se ne interessa e cosa intende fare.

La scorsa settimana il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha tenuto un dibattito sull'eventualità o meno che gli sviluppatori debbano tenere conto delle leggi umanitarie internazionali nei propri prodotti.

Aldilà della stranezza della richiesta, in molti si sono domandati se la questione non si spingesse un po' oltre i poteri e le funzionalità dell'organizzazione, per questo motivo la Croce Rossa ha fatto chiarezza sulle proprie intenzioni.

In una nuova domanda all'interno delle FAQ del proprio sito, intitolata "C'è un posto per le leggi che regolano i conflitti internazionali all'interno dei videogiochi?", viene spiegato che la missione dell'organizzazione è "promuovere il rispetto" per leggi umanitarie internazionali. Dunque, visto che molti videogiochi hanno a che fare con conflitti armati realistici, la Croce Rossa ha fatto notare che ha tutto il diritto di interessarsi alla questione.

"Nel mondo reale gli eserciti sono soggetti a determinate regole. I video giochi che simulano esperienze di questo tipo hanno il potenziale per aumentare l'attenzione intorno a suddette regole, e questo è ciò che interessa alla ICRC".

"Nel mandato della ICRC, conferito dagli Stati, c'è la promozione del rispetto per le leggi umanitarie internazionali e dei principi umanitari universali".

"Dato quindi il mandato e la lunga esperienza della ICRC in materia di conflitti armati, lo sviluppo di questi giochi ha attirato l'attenzione dell'organizzazione - continua il comunicato - che si dichiara pronta a iniziare un dialogo con l'industria dei videogiochi per esplorare le possibilità e la collocazione delle regole umanitarie nei titoli di guerra".

Fortunatamente il comunicato precisa anche che "i conflitti armati nel mondo reale e le sue conseguenze umaniterie, rimangono comunque la prima preoccupazione dell'organizzazione". Ma l'affermazione, perdonatemi un parere personale, non è sufficiente a togliere quella strana sensazione di ridicolo che aleggia intorno a questa notizia.