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Intervista a Danny Bilson

Intervista all’Executive Vice President di THQ.

Ci sono interviste che si ricordano volentieri, altre invece delle quali si perde memoria poche settimane dopo che le si è fatte.

Tutto dipende da chi si ha di fronte, dalla sua voglia di rispondere e di mettersi in discussione, dalla sua intelligenza e, perché no, dalla sua simpatia. Danny Bilson, Executive Vice President della divisione Core Games di THQ, ha soddisfatto tutti i requisiti di cui sopra offrendo a Eurogamer.it gli oltre ventisei minuti di intervista che potete trovare riassunti qui di seguito.

Il suo percorso professionale è interessante, essendo stato scrittore, regista e produttore di film, programmi televisivi, fumetti e ora videogiochi. Sulle sue spalle pesa il futuro di THQ, un publisher che ha deciso di rinnovare la propria immagine e che sta cercando di proporsi come alternativa credibile ai due colossi che monopolizzano il mercato attuale, ovvero Activision ed Electronic Arts.

Eurogamer Nel nostro recente articolo sui migliori giochi del 2010 da recuperare, il redattore ha scritto che forse THQ non è capace di fare percepire al pubblico la bontà dei propri titoli. Questa osservazione, unita alla tiepida accoglienza riservata al suo discorso di apertura, può suggerire un problema di "brand awareness" di THQ? Oppure, mettendola in altre parole: se fosse stata Electronic Arts a presentare Homefront e Red Faction Armageddon, crede che l'eccitazione in sala sarebbe stata maggiore?
Danny Bilson.
Danny Bilson

Quello che dici è vero e la strategia di rilancio della nostra immagine parte proprio dalla presentazione del nuovo logo. Siamo infatti convinti che la percezione che la gente ha di noi non rifletta la realtà dei fatti. Nel corso degli anni passati, purtroppo, THQ ha prodotto dei giochi che hanno portato alla convinzione che i nostri titoli siano di scarsa qualità. Mi riferisco soprattutto ai prodotti per bambini, sui quali è stata inizialmente incentrata la nostra line-up.

Col cambio del logo abbiamo indichiamo una svolta; non voglio più leggere un articolo che dice "sulla carta sembrerebbe un bel gioco però è di THQ". Non avrei potuto salire sul palco e dire quello che ho detto se non fossi convinto che abbiamo una line-up notevole, e mi auguro che l'anno prossimo non ci siano altri giochi di THQ in un vostro articolo intitolato "I grandi giochi del 2011 che non avete comprato". Anche perché se la gente non acquisterà i nostri prodotti, non potremo farne di migliori.

L'anno scorso, all'epoca di Darksiders, eravamo in un periodo di transizione in cui il team del marketing stava iniziando a lavorare a stretto contatto con me, con l'intento di cambiare l'immagine della società. Ora, a distanza di quasi un anno, questo evento di New York serve proprio a mutare la percezione di THQ in risposta ai problemi che hai indicato.

Sul monitor davanti a te sta girando Stacking: credo sia un grande titolo di Tim Schafer che lanceremo al più presto sul mercato. Quanto a Red Faction e Homefront, è come dici tu: se fossero di Activision o Electronic Arts, la risposta della gente sarebbe ben diversa a priori e il nostro marketing e le nostre public relation stanno lavorando proprio su questo punto. Però non potrebbero farlo se i giochi non fossero effettivamente validi. Tutto ciò senza dimenticare che da qui all'E3 faremo altri annunci molto importanti.

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Stefano Silvestri

Editor in Chief, EG.it

Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.

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