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Dante's Inferno

EA sfida Sony e God of War.

Ci si potrebbe in effetti chiedere come mai non fosse successo prima. Molti videogiochi sono stati del resto "ispirati" in maniera rilevante da opere letterarie di vario genere, eppure non si era praticamente mai sentito parlare di un videogico tratto da un libro. Anzi, qui si parla DEL libro, se così vogliamo definirlo. EA che fa da trend setter? E' presto per dirlo, ma vale la pena di approfondire la questione. Glen Schofield, capo di quei Redwood Shores già responsabili del fenomenale Dead Space, ha recentemente dichiarato tutto il suo amore per l'opera. Noi ci mettiamo l'entusiasmo.

Tanto per cominciare l'Inferno, la prima parte della Divina Commedia del nostro Dante Alighieri, si presta alla grande per un videogioco: ci sono un protagonista carismatico, una guida evocativa, un'ambientazione sconvolgente e personaggi tanto orribili quanto affascinanti, per non parlare di un certo boss finale che...altro che Halo...

EA non è comunque la prima ad accorgersi del potenziale della cosa: nel lontano 1986, Denton Designs è stata infatti la prima a portare i dannati su Commodore 64. Certo che anche soltanto l'idea di ricreare il viaggio di Dante impiegando le stupefacenti tecnologie disponibili con l'attuale generazione di console è quantomeno invitante. E se poi il gioco sotto non manca, la questione diventa davvero interessate.

Durante i prossimi giorni daremo un'occhiata ravvicinata al gioco e a quello che c'è intorno, da tanti punti di vista (si parte dal nuovissimo trailer in esclusiva mondiale...), con interviste ed approfondimenti di Eurogamer TV. Ma iniziamo dall'aspetto più importante: com'è il gioco in termini di gameplay.

La testolina sullo sfondo è proprio quella di Caronte, rivisto e corretto da Redwoo Shores per l'occasione.

"Un mix tra God of War e Dead Space" era la definizione che girava per la rete prima della presentazione in forma ufficiale dell'Inferno EA. Ed una volta visto il titolo in questione possiamo decisamente confermare. Attenzione però: si parla di un God of War, costruito attorno all' opera dantesca, realizzato dal team di Dead Space. Ora, se la cosa non vi fa ingolosire nemmeno un po', avete seriamente qualche problema.

Se avete anche solo distrattamente provato God of War, vi ritroverete a casa con Dante's Inferno. Con X si salta, il cerchio è utilizzato per le prese, gli attacchi pesanti e leggeri sono mappati su triangolo e quadrato mentre la parata e le mosse speciali si eseguono con i dorsali. Volendo parlare di un genere, ci troviamo ovviamente innanzi a un action in terza persona con una certa attenzione dedicata (inevitabilmente) anche alla trama e all'atmosfera. Un titolo provvisto dell'immancabile mix di attacchi corpo a corpo e di magie, con cui affrontare minacciose orde di creature demoniache di qualsiasi forma e dimensione.

Come già ripetuto più volte il setting è l'Inferno, presentato per l'occasione nella sua visione più tipicamente medievale, anche se la vicenda si prende qualche evidente libertà rispetto all'originale: Beatrice è stata ingiustamente assassinata dalla Morte, e Dante , qui in versione crociato berserk incazzato nero più che erudito poeta dal naso aquilino, si avventura nell'aldilà per salvare l'anima della sua amata dalle profondità degli Inferi.

Mostri giganteschi come questo non mancheranno nel corso dell'intera avventura.

Non manca una certa attenzione all'equipaggiamento, con il protagonista munito niente meno che della falce della Morte stessa (recuperata alla fine del vendicativo tutorial...) e di una croce benedetta essenziale per invocazioni ed attacchi magici. Proprio la croce, regalo di Beatrice, avrà a quanto pare un ruolo fondamentale in ottica narrativa all'interno del gioco. I puristi storceranno comprensibilmente il naso, anche se la chiave di tutto è il concetto di adattamento e reinterpretazione della fonte originale: ricordando che God of War doveva in origine essere "Dark Odissey", le evidenti forzature possono pure stare in piedi, anche e soprattutto considerando il genere solitamente non proprio contraddistinto da storie di particolare spessore.