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Dead Island: Epidemic - prova

Chi non ZOMBA in compagnia...

Sono passate quasi tre stagioni dall'ultima volta in cui vi parlammo di Dead Island: Epidemic. All'epoca eravamo in piena bagarre GamesCom, e in una piccola stanzetta in quel di Colonia il sottoscritto ha avuto l'opportunità di dare un primo assaggio al MOBA nato da una costola della serie sviluppata da Techland.

Lo sviluppo di questo spin-off è stato affidato al team svedese Stunlock Studios, nato solo nel 2010 ma già a suo agio con il genere dopo aver sviluppato un altro MOBA, Bloodline Champions. Dead Island: Epidemic però può essere a ragione considerato come la grande occasione per uscire dalle paludi del semi-anonimato, e le potenzialità per ottenere un buon successo ci sono davvero tutte.

In questi ultimi giorni ho avuto l'occasione di partecipare alla Beta del gioco, la cui uscita è prevista per una data ancora indefinita dell'anno in corso. Questa versione permetteva in primis di giocare un prologo single-player della durata di circa 10 minuti, utili più che altro per apprendere che il gioco si svolge dopo il massacro di Banoi in un'isola chiamata Amaia, e per assimilare il sistema di controllo, che utilizza la classica combinazione tastiera + mouse.

Una volta terminata questa intro giocabile, si entra nel campo base chiamato The Crib e si può scegliere uno dei tre personaggi disponibili. I tre protagonisti, come facilmente intuibile, differiscono tra loro non solo esteticamente (c'è la ragazza tutto pepe e pallottole, il bestione armato fino ai calzini e il tizio magrolino che rappresenta la classica via di mezzo) ma anche nell'equipaggiamento e nelle abilità specifiche.

Sul vostro cammino incontrerete cancelli e barricate che andranno abbattute, facendo contemporaneamente attenzione ai nemici nei dintorni.

Tutti e tre partono con un paio di armi basilari, un pool di attacchi speciali e un pacchetto di bende curative che possono essere usate in qualsiasi momento premendo il tasto 1. Queste ultime curano l'intera barra d'energia del personaggio a patto che questo non venga attaccato nel frattempo.

"Gli attacchi specifici di ogni personaggio possono essere potenziati per aumentarne potenza, gittata e tempo di ricarica"

Ogni singola abilità può essere successivamente potenziata ad ogni passaggio di livello semplicemente cliccando sulla stessa... possibilmente in un momento di calma.

Gli attacchi specifici di ogni personaggio possono essere potenziati per aumentarne non solo la potenza ma anche la gittata e il tempo di ricarica. Proprio quest'ultimo rappresenta di fatto l'elemento che, insieme alla presenza di altri giocatori sul campo, fa sì che in Dead Island: Epidemic non si possa fare molta strada senza un aiuto.

Oltre al suddetto prologo, la Beta offriva altre due opzioni di gioco: Scavenger e Horde. La prima altro non è che una modalità in cui è necessario raccogliere il maggior numero possibile di risorse prima della squadra avversaria.

Alla fine di ogni partita potrete raccogliere i frutti delle vostre fatiche che varieranno in base alla performance del team.

Per farlo esistono parecchi modi, il più semplice ma anche meno remunerativo consiste nell'eliminazione fisica dei nemici. In alternativa si può prendere il controllo di alcuni punti della mappa e recuperare tutte le scorte che verranno "recapitate" sul posto.

"Contro i nemici più duri è essenziale avere team ben assortito"

Ovviamente tra una cosa e l'altra bisognerà non solo vedersela con la squadra avversaria, ma anche con zombie di vario tipo e grandezza e semi-boss. Vince la squadra che per prima riesce a riempire il camion di Sinamoi (il sopravvissuto che conoscerete nel prologo).

Ogni volta che il nostro personaggio viene ucciso, può ripartire (dopo una quindicina di secondi) dal campo base, ma ciò comporta un rallentamento nell'operazione di recupero quindi in questa modalità il gioco di squadra è particolarmente importante.

A tal proposito risulta anche importante l'assortimento dei componenti del team. Prendere solo e unicamente personaggi Tank porta sicuramente ad una potenza di attacco maggiore, ma con i nemici più duri è essenziale anche avere un supporto veloce o qualcuno che si occupi di rianimare i compagni abbattuti.

L'acronimo del gioco è DIE e vi capiterà di morire spesso se non farete attenzione. I vostri compagni tuttavia potranno rimettervi in corsa.

Il livello di difficoltà non è altissimo nelle fasi preliminari, e togliere di mezzo gli zombie standard non è quasi mai un problema. Diverso è il discorso quando entrano in gioco i mutati più tosti. Ricordate ad esempio il bestione in camicia di forza che avete incontrato soprattutto nel primo capitolo della serie? Ne troverete più di uno, e quasi sempre sarà accompagnato da quei simil-Licker che sembrano provare un particolare gusto nell'avvolgere gli avversari con la loro lingua per immobilizzarli.

"Graficamente il gioco si fa piacere"

Non parliamo poi degli Screamer, in una delle modalità di gioco ne incontrerete uno alto come un palazzo, capace di sputare acido a 360 gradi e di stordirvi con il suo urlo terrificante. Per buttarlo giù in quattro abbiamo impiegato almeno 25 minuti e speso parecchie vite (per fortuna infinite) a nostra disposizione.

Per quanto riguarda l'Orda, so già cosa state pensando e la risposta è "no", non si tratta di un clone dell'omonima modalità di Gears of War. In realtà questa opzione richiede ai giocatori di superare un certo numero di checkpoint per poi prendere il controllo di alcuni punti chiave della mappa.

Quando si raggiungono questi luoghi è necessario sopravvivere ad un certo numero di ondate di nemici prima di poter proseguire. Tale numero dipende sia dalla quantità di giocatori che dal loro livello. Il tutto ha fine in un'arena nella quale bisogna vedersela con l'immancabile boss, preso di peso dal bestiario classico della serie Dead Island.

Diverse versioni dei personaggi sono disponibili per l'acquisto nella Crib. Le differenze tra loro non sono solo estetiche.

La modalità Orda a sua volta è composta da tre differenti opzioni, che differiscono quasi esclusivamente per il livello di difficoltà. La prima, Escort Mission, può essere giocata anche in singolo ed è decisamente abbordabile anche per giocatori alle prime armi. La seconda, Orda Semplice, è una via di mezzo e può essere affrontata da un massimo di 4 partecipanti con un livello consigliato che oscilla tra il 5 e il 16.

"Per ora la quantità di modalità disponibile è un po' troppo scarna"

L'ultima è chiamata Orda Eroica, e come avrete capito è quella a cui tutti i veri duri si rivolgeranno fin dall'inizio, perché è qui che si incontrano gli zombie e i boss più duri, che garantiscono però un loot nettamente migliore.

Alla fine di ogni partita una schermata riepilogativa ci informa se siamo riusciti ad ottenere una medaglia d'oro, argento o bronzo in base al tempo che il nostro team ha impiegato per portare a termine una missione. Una volta tornati nella Crib è quindi possibile migliorare l'equipaggiamento spendendo i soldi guadagnati, potenziare le armi già in nostro possesso, vendere quelle inutili o crearne di nuove nel caso si possiedano tutti gli "ingredienti" necessari.

Graficamente il gioco si fa piacere. Non siamo al top del genere ma l'engine gestisce un ottimo sistema d'illuminazione e un generoso numero di personaggi su schermo in tutta scioltezza. Pur essendo ancora in Beta, il sistema di matchmaking e di gestione dei match sembra funzionare a dovere, ma ovviamente bisognerà attendere i periodi più "affollati" per testare al meglio questo aspetto.

Gli Screamer sono clienti davvero scomodi...

Per ora la quantità di modalità disponibile è un po' troppo scarna, ma il team di sviluppo ha già confermato che nuovi contenuti verranno resi disponibili regolarmente dopo il lancio. Molto probabilmente questi dipenderanno anche dai feedback che Deep Silver riceverà in questa lunga fase di testing.

Se Dead Island: Epidemic riuscirà a ritagliarsi uno spazio tangibile tra Dota e League of Legends non ci è ancora dato saperlo, certo è che si tratta di un prodotto che pur non puntando a diventare protagonista di campionati mondiali si ripromette di avvicinare al genere Multiplayer Online Battle Arena un tipo di pubblico leggermente diverso da quello dei titoli più blasonati. Magari quello che finora ha giocato principalmente a Resident Evil e ai vecchi Dead Island?

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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