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The Order 1886: analisi delle prestazioni

Intrattenimento interattivo?

The Order: 1886 potrebbe rivelarsi un titolo altamente polarizzante ma nonostante tutte le controversie che lo circondano siamo ugualmente certi che si tratti di qualcosa di speciale, di una visione del futuro della grafica in tempo reale su console. La tecnologia grafica dei Ready at Dawn è semplicemente immensa: così bella, precisa e realistica che a volte ci si ritrova a giocare un titolo bello da vedere quanto un filmato pre-renderizzato. Questa è una pietra miliare nello sviluppo della grafica next-gen.

Il gioco è un'impressionante vetrina tecnica che implementa e integra solidamente le più recenti tecnologie di rendering. Ogni elemento della scena, dai materiali ambientali a tessuti, capelli e pelle, è renderizzato in maniera eccezionale e illuminato stupendamente a seconda del modo in cui la luce interagisce con le sue proprietà fisiche. C'è poco o nulla quanto a contorni grezzi che gli conferisca un'estetica da gioco vecchia scuola, e le texture più tradizionali ad alto dettaglio tipiche della maggior parte dei titoli lasciano il passo a un aspetto più morbido e cinematografico.

Gli effetti sono ricchi e renderizzati in alta qualità, ma nessuno di essi risalta tra gli altri. C'è una piacevole coerenza nella qualità del rendering che non abbiamo visto dai tempi di Ryse: motion blur per inquadratura e oggetto, insieme a una profondità di campo di grande qualità, si uniscono perfettamente in un procedimento di rendering nel quale ogni elemento ha il suo posto e migliora la natura cinematografica della scena. Le scalettature sono quasi inesistenti grazie all'eccellente anti-aliasing ma non siamo sicuri di quale tecnica sia stata utilizzata. Le presentazioni di Ready at Dawn menzionano l'utilizzo dell'MSAA 4x ma l'occasionale manifestazione di sfarfallii sui bordi e di rari difetti sub-pixel fanno pensare che ci sia all'opera una tecnica di AA post-process.

Le prestazioni sono la ciliegina sulla torta e l'area a proposito della quale avevamo dei dubbi. Il materiale iniziale da noi visionato metteva in mostra dei chiari problemi di frame-rate e anche la demo della Gamescom 2014 esibiva evidenti esitazioni di prestazioni nonostante la risoluzione di rendering di 1920x800 (mantenuta nel gioco finale). La versione finale è tutta un'altra cosa: Ready at Dawn punta a 30fps fissi e per la maggior parte dell'esperienza il frame-rate non si discosta da questo valore. La maggior parte delle perdite di fotogrammi avviene durante le sequenze animate, cosa che li rende totalmente impercettibili. Ci sono alcuni sporadici cali di performance durante i combattimenti più intensi ma sono leggeri in confronto agli standard della maggior parte dei titoli che girano a 30fps.

The Order: 1886 gode di un aggiornamento a 30fps notevolmente stabile, con problemi solo minori durante le scene di combattimento più intense.Guarda su YouTube

A prescindere dal suo innegabile trionfo visivo, The Order: 1886 deve misurarsi con delle critiche giustificate riguardanti la durata dell'esperienza e quali motivazioni restino ai giocatori per ricaricarlo dopo aver completato la storia. Nei nostri articoli sulle analisi delle prestazioni puntiamo a fornirvi fatti e dati il più presto possibile, ma è chiaro che ci sia voglia di una serie di misurazioni completamente differenti. Quanto dura il gioco? E la sua brevità viene bilanciata dalla qualità del gameplay nel modo che Ready at Dawn suggerisce?

Ovviamente una 'campagna' single-player relativamente breve non è una novità nel mondo dei videogiochi: si è parlato molto di Vanquish di Platinum Games e delle sue quattro ore di gioco, una definizione che si è rivelata imprecisa ma soprattutto irrilevante. Il piacere stava nel giocare, nell'esperienza: anche una volta completato, restava la sensazione che il tempo passato con esso non fosse ancora finito.

Si può però dire che gli obiettivi di Ready at Dawn siano differenti. The Order: 1886 è un'esperienza profondamente lineare, oseremmo dire “cinematografica”, in cui lo sviluppatore bombarda l'utente con visuali bellissime, spesso a discapito del gameplay. Per spiegarci meglio, la prima ora di gameplay è dedicata al 50% a sequenze animate, con esplorazione e combattimento a occupare 15 minuti ciascuno. Chi ama giocare piuttosto che guardare i videogiochi potrebbe essere scoraggiato inizialmente da The Order: 1886, nonostante la sua magnificenza grafica, ma ciò mette in prospettiva le priorità degli sviluppatori.

Il bilanciamento tra gameplay e sequenze animate cambia comunque man mano che si va avanti, con una seconda metà molto più orientata all'azione, ma le statistiche del nostro playthrough completo sono rivelatorie. La nostra partita è durata 6 ore e 35 minuti, comprese le sequenze animate che ammontano a circa un terzo del totale. Il combattimento e le sezioni stealth sono il 40%, mentre il resto è esplorazione. Abbiamo un time-lapse completo della nostra intera esperienza per voi, ovviamente con la segnalazione di spoiler, per chi è in grado di assorbire informazioni a velocità 40x! Il time-lapse è utile in quanto dà una buona idea dello scorrere del gioco, in particolare del bilanciamento tra gameplay ede elementi meno interattivi.

The Order: 1886 è veramente corto? Il nostro playthrough senza interruzioni si è concluso in 6 ore e 35 minuti, con un terzo di questo tempo occupato da sequenze animate non saltabili.Guarda su YouTube

Nel discutere The Order: 1886 con il team (John Linneman sta lavorando a un esame più approfondito alla tecnologia, che vi proporremo nel fine settimana), un gioco ha dominato la conversazione: Ryse di Crytek, giustamente biasimato per il suo gameplay deludente ma che ha chiaramente molto in comune dal punto di vista grafico con il titolo di debutto di Ready at Dawn su PS4.

Entrambi condividono un'estetica simile, costruita sulla combinazione di direzione artistica superba e rendering allo stato dell'arte. Altrettanto chiara è che l'enfasi sulla componente visiva dell'esperienza ha un impatto sgradito sulla qualità generale del tutto. Ryse soffre di meccaniche di gameplay monotone, mentre The Order: 1886 alletta con momenti brillanti che però finiscono troppo presto, con una conclusione profondamente deludente.

Fondamentalmente, tutto il discorso si riconduce a ciò che abbiamo detto nel nostro riassunto del 2014 videoludico : la grafica si sta evolvendo a ritmo forsennato ma il gameplay resta radicato nella scorsa generazione. Forse ciò che delude maggiormente di The Order: 1886 è che questo sbilanciamento pende nella direzione sbagliata, con l'enfasi sullo splendore grafico che sembra andare a discapito della qualità del gameplay.

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Richard Leadbetter

Technology Editor, Digital Foundry

Rich has been a games journalist since the days of 16-bit and specialises in technical analysis. He's commonly known around Eurogamer as the Blacksmith of the Future.
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