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Il Digital Foundry prova Homefront: The Revolution - articolo

La nostra prima analisi della beta per Xbox One.

Homefront: The Revolution è in sviluppo ormai da anni, ma finalmente si sta avvicinando al momento della release finale. Lo sviluppatore Dambuster Studios ha iniziato la fase di beta, avviando pochi giorni fa il primo test del multiplayer online. Noi siamo stati invitati alla beta in quanto rappresentanti della stampa specializzata e ne abbiamo tratto delle prime impressioni interessanti: Homefront vanta parecchie idee di qualità e un buon potenziale, anche se c'è ancora molto lavoro da fare per rifinire il gioco prima dell'arrivo sugli scaffali.

Ovviamente, non si può parlare di Homefront: The Revolution senza almeno citare la determinazione e l'impegno che sono stati necessari per portare il gioco ad essere ciò che è oggi. Nonostante lo scarso successo del capitolo originale di Homefront, il suo publisher (l'ormai defunta THQ) decise di mettere in produzione un seguito. Lo sviluppo passò di mano da Kaos Studios a Crytek UK, ossia la ex Free Radical, che si sarebbe occupata di creare un titolo per le allora piattaforme next-gen. Dopo il fallimento di THQ, Crytek ha comprato i diritti del progetto, per poi cederli al publisher Deep Silver. Lo staff di Crytek UK è rimasto incaricato dello sviluppo, ma anch'esso è stato acquisito da Deep Silver, trasformandosi in Dambuster Studios.

Si tratta di una storia piuttosto contorta, ma la conclusione è chiara: per quanto il gioco porti il nome di Homefront, questo seguito ha molto poco a che spartire con il suo predecessore, anche o soprattutto per l'impiego del motore CryEngine, che apre una serie di nuove possibilità. Non a caso, il mondo di gioco (una Philadelphia invasa dall'esercito Nord Coreano) ha un design molto più aperto e lo stesso gameplay somiglia più a quello del primo Crysis che non a Call of Duty, chiara fonte d'ispirazione per il primo Homefront. Con la giusta esecuzione, un progetto del genere potrebbe rivelarsi molto interessante.

Ad ogni modo, basandoci sulla beta a cui abbiamo partecipato, sembra che il lungo periodo di sviluppo non abbia ancora portato Homefront: The Revolution ad uno stato di rifinitura sufficiente per il debutto sul mercato. Ovviamente va ricordato che l'uscita non avverrà prima di maggio, quindi il team ha ancora diverso tempo per apportare le ultime correzioni. A differenza di molte delle beta rilasciate nel corso degli ultimi anni, poi, quest'ultima sembra realizzata davvero per raccogliere informazioni utili per lo sviluppo, e non con il semplice scopo di dimostrazione per il pubblico. Al momento, i problemi riscontrati sembrano dividersi in due categorie: prestazioni di rete e performance grafica.

La nostra prima analisi della performance di Homefront: The Revolution per Xbox One. Ricordate che il titolo è in beta e potrebbe migliorare prima della release finale.Guarda su YouTube

Appena impugnato il joypad, è subito chiaro che il movimento del personaggio è piuttosto impreciso, mentre le animazioni (sia degli alleati che dei nemici) vanno costantemente a singhiozzo, incorrendo in occasionali glitch: la nostra impressione è che molti dei problemi derivino dal netcode. Le funzioni di networking non sono mai state un punto forte per il CryEngine, ma siamo comunque speranzosi che le cose migliorino per il lancio.

L'altro problema, forse più difficile da risolvere, riguarda la performance grafica. Più di ogni altro gioco che abbiamo esaminato recentemente, Homefront: The Revolution mostra con chiarezza perché la stabilità del frame-time è così importante. Nella sua forma attuale, il gioco gira con un frame-rate completamente sbloccato ed una soluzione di v-sync adattivo che, in caso di necessità, introduce il tearing nella porzione superiore dello schermo. Il frame-rate medio è di circa 33fps, ma a seconda dei momenti può scendere fino a un minimo di 20fps e salire a picchi di 40-45fps. Sulla carta una prestazione simile può sembrare accettabile, ma l'incostanza del frame-time combinata ai problemi di networking produce un'esperienza molto scattosa. Il fatto che il frame-rate medio sia sopra la soglia dei 30fps, però, dimostra che la performance di base c'è e offre delle fondamenta sufficienti per completare lo sviluppo.

Al di là delle questioni di performance, l'aspetto grafico è comunque molto piacevole, come è normale aspettarsi da un titolo basato su CryEngine. Le mappe incluse nella beta non sono particolarmente spettacolari, ma offrono parecchia distruzione, una buona implementazione del parallax occlusion mapping su numerose superfici e ambienti sorprendentemente grandi e dettagliati. Anche gli effetti di post-processing e l'illuminazione sono impressionanti. La risoluzione della beta è 900p, ma anche questo aspetto potrebbe cambiare nel gioco finale. Osservando lo storico degli altri titoli sviluppati su CryEngine, non ci sorprenderebbe vedere una risoluzione finale di 1080p su PS4 e di 900p su Xbox One.

Qual è, dunque, lo stato di forma attuale di Homefront: The Revolution? C'è sicuramente da lavorare sulla performance, almeno sulla versione Xbox One provata, ma l'obiettivo di ottenere un frame-rate stabile sembra sicuramente alla portata degli sviluppatori, anche visto l'ampio tempo che ci separa dall'uscita. Semplicemente bloccare il frame-rate a 30fps aiuterebbe ad offrire un'esperienza più stabile, sperando che nel frattempo Dambuster riesca ad eliminare i colli di bottiglia che attualmente causano cali di performance al di sotto di quella soglia minima.

C'è dunque ragione di essere ottimisti: questa beta rappresenta un netto progresso rispetto alla versione osservata lo scorso agosto alla Gamescom, molto meno stabile. Inoltre, tutto sembra suggerire che il concept e l'esecuzione del gioco siano ben più interessanti ed ambiziosi di quanto non fosse l'Homefront originale. Se i problemi tecnici che abbiamo sottolineato saranno risolti, Dambuster Studios e Deep Silver potrebbero lanciare sugli scaffali uno shooter dal forte potenziale, di cui seguiremo gli sviluppi con grande interesse.

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Homefront: The Revolution

PS4, Xbox One, PC, Mac

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John Linneman

Senior Staff Writer, Digital Foundry

An American living in Germany, John has been gaming and collecting games since the late 80s. His keen eye for and obsession with high frame-rates have earned him the nickname "The Human FRAPS" in some circles. He’s also responsible for the creation of DF Retro.
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