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Disciples Liberation Recensione: Un piacevole ritorno

Un altro regno da salvare.

Disciples: Liberation è il quarto capitolo della saga Disciples, che nella prima decade degli anni Duemila ebbe molti estimatori già appassionati al genere fantasy. I primi capitoli della serie s'ispiravano a Heroes of Might and Magic di Ubisoft, uno strategico a turni sfortunatamente scomparso dai piani del team francese, un sogno proibito per tanti giocatori che ne attendono il seguito.

Ad approfittare di questa assenza è proprio il team canadese Frima, orgoglioso di proporre una storia che si evolve in base alle nostre decisioni in un mondo fantasy affascinante, capace di assuefare e di incantare. D'altronde questo titolo cattura le qualità migliori del genere, i suoi tratti più distintivi e riconoscibili, approfondendo con cura le varie fazioni presenti.

Impersoniamo Avyanna, una mercenaria al soldo del miglior offerente, legata profondamente al compagno Orion, un amico con cui ha in comune molto poco ma per il quale farebbe qualunque cosa. Insieme viaggiano in un lungo e in largo, approfittando del malcontento popolare, delle ribellioni e delle guerre che possano sfamarli di oro, ricchezze e gloria.

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Nulla di nuovo, certo, ma è proprio da un incarico come tanti altri che le loro vite vengono stravolte. Devono assassinare un prete che, a detta di Orion, è un vecchietto innocuo e per nulla violento, che però circonda col suo esercito i nostri protagonisti, costringendoli alla fuga in un portale aperto da Avyanna, inconsapevole fino a questo momento di essere una maga.

Prima che pensiate di essere di fronte a una storia fantasy inedita e mai vista prima, sappiate che Disciples: Liberation preferisce andare sul sicuro non prendendosi il rischio di azzardare. L'evoluzione narrativa procede lentamente con rari picchi di epicità e momenti memorabili, al netto di una premessa intrigante che farebbe saltare di gioia chiunque sogni di guidare una rivolta: quella di liberare una terra soggiogata da impero crudele e privo di umanità.

Nell'immaginario fantasy non è una cosa nuova vedere un protagonista che liberi un regno soggiogato da una presenza oscura pronta a dominare incontrastata per i secoli a venire. Una volta superato il prologo, possiamo scegliere in che modo affrontare l'avventura e da quale fazione iniziare, anche se consigliamo di cominciare con quella più facile per imparare a destreggiarsi con le meccaniche del titolo. E rispetto alla trama principale, le missioni secondarie sparse per la mappa non sono state così stimolanti come si saremmo aspettati.

Avyanna ed Orian sono due personaggi incredibilmente legati tra loro, dei leali amici pronti a tutto, anche ad affrontare l'ignoto.

Disciples: Liberation è un gioco strategico a turni con elementi RPG. Forte di dialoghi ben scritti e divertenti quando si tratta di interloquire con i personaggi che abitano il mondo, questa iterazione offre una modesta struttura ludica che avrebbe meritato maggiore profondità e cura.

Nel corso dei quattro capitoli che compongono l'opera possiamo decidere se costruire alleanze con i vari popoli come gli elfi, i non morti e gli umani, oppure eliminare chiunque s'interponga tra noi e il nostro obiettivo, iniziando battaglie non sempre esaltanti a causa di un livello di sfida fin troppo accessibile, una pecca non da poco considerato il genere d'appartenenza.

Spesso ci siamo trovati a risolvere uno scontro in poco tempo, circondando gli avversari con le nostre unità disposte sugli esagoni delle varie mappe, che purtroppo risultano molto simili tra loro.

Le fasi di combattimento sono divertenti grazie alle varie tattiche da utilizzare nel corso dell'esperienza, utili per approcciare diversamente i nemici. Le unità che acquistiamo a Ylian, il nostro quartier generale, sono sfaccettate e innumerevoli: se preferiamo un approccio letale, non ci resta che formare un'avanguardia di soli soldati imperiali, supportati da una guaritrice e da Orion stesso, che utilizza le sue abilità furtive per assaltare i nemici alle spalle.

Quando combatteremo nelle varie arene, dovremo prestare la massima attenzione ai movimenti dei nemici. Alcuni di loro ci colpiranno da lontano con delle maledizioni.

Possiamo costituire una retroguardia di maghi ed incantatori, fondamentali per vantare di bonus passivi come la rigenerazione della salute. Qualora morissero, potremmo sostituire le nostre truppe spendendo molto poco. E nel caso un nostro compagno fosse sconfitto, lo ritroveremmo nella scheda dell'esercito, pronto per tornare a menare le mani.

Posizionando le unità nei vari esagoni delle mappe, le nostre armate affronteranno varie tipologie di nemici. Mentre uno scout trafiggerà con le sue frecce un non morto, i soldati potranno colpire i fianchi, permettendo così ai nostri eroi di avanzare e finire i nemici con le loro abilità, che potenzieremo grazie ai cristalli ottenibili dai loot.

Al contrario del resto delle unità e dei vari compagni sbloccabili, Avyanna è una spadaccina letale che può adoperare la magia nei momenti più concitati. Quando non combatteremo, potremo personalizzare il suo equipaggiamento e le sue abilità, scegliendo su quale classe puntare.

Il sistema di progressione, tipico del genere RPG, è un aspetto da non sottovalutare: saliamo di livello sconfiggendo nemici e compiendo missioni secondarie in giro per il mondo di gioco. Anche se appare scontato, in realtà non lo è per niente: combattere contro avversari più forti può solo condurci verso dei guai amarissimi. Se invece affrontassimo nemici deboli o del nostro stesso livello, sbarazzarsene risulterebbe alquanto semplice.

Personalizzare Avyanna sarà divertente ed appagante perché i loot saranno sempre diversi.

Le fasi esplorative sono poco profonde a causa dell'assenza dell'interazione ambientale, elemento di punta per titoli che propongono un ibrido di vari generi come in questo caso. Muoviamo Avyanna per le mappe di gioco raccogliendo dei materiali utili ai vari potenziamenti delle strutture grazie a una comoda visuale isometrica per avere tutto quanto sotto il nostro controllo, come le fonti di energia vitale e di mana.

Avanzando nel corso dell'esperienza, esploreremo vari luoghi e dungeon pericolosi, scoprendo elementi di gioco particolarmente intriganti per merito di una buona direzione artistica.

Ultima, ma non per importanza, è la gestione della cittadina di Ylian, che non risulta impegnativa essendo un modo come un altro per aggiungere qualcosa che, a nostro avviso, poteva essere integrato meglio. L'economia è approfondita marginalmente, sfortunatamente sprovvista di un reale indice di difficoltà che spinga il giocatore a interrogarsi su quale possa essere il miglior modo per avere dei profitti maggiorati dalle strutture conquistate.

Abbiamo giocato a Disciples: Liberation su Series X/S, trovandoci di fronte un gioco tecnicamente soddisfacente. La grafica è in media poco incisiva, sebbene alcuni luoghi regalino degli scorci molto evocativi.

Ylian è un luogo incantevole. Possiamo potenziarci, parlare con i nostri compagni e costruire nuove strutture. Peccato che sia un'aggiunta marginale...

Un'altra criticità è l'assenza della localizzazione in italiano sia nei testi che nel parlato: la nostra lingua è la grande assente nella lista degli idiomi europei. Sebbene l'inglese sia comprensibile, potrebbe allontanare qualsiasi giocatore nostrano indeciso sull'acquisto del prodotto, desideroso di trovare un'opera diversa tradotta però nella nostra lingua.

In definitiva, Disciples: Liberation è un buon videogioco con una storia godibile e una protagonista forte e temeraria. Il prezzo di lancio, fissato a 69,99 euro, è però tale da rivolgere il prodotto esclusivamente agli appassionanti del genere e del franchise.

Per chi invece non avesse mai toccato un titolo simile e volesse iniziare proprio con Disciples: Liberation, attendere uno sconto potrebbe essere la scelta più ponderata.

7 / 10