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Disgaea 4: A Promise Unforgotten - review

Ode al Dio del grinding.

Pur non essendo mai riuscita a far breccia nel mass market, la serie di Disgaea è stata capace di ritagliarsi, anno dopo anno, un posto sempre più grande nel cuore degli appassionati, passando dall'essere definita una serie di nicchia al venir osannata come un vero e proprio cult.

Sono infatti passati circa 8 anni dalla prima apparizione del brand sul mercato e in questo lasso di tempo il brand ha progressivamente conquistato sempre maggior rilevanza anche all'infuori dei confini orientali, fino al punto di divenire apprezzato, in egual maniera, anche in Occidente.

Per un appassionato di RPG tattici come il sottoscritto, avvicinarsi a Disgaea 4: A Promise Unforgotten, quarto capitolo della serie, è stato dunque quantomai gradevole e fortunatamente le mie aspettative sono state quasi tutte soddisfatte. Ma andiamo con ordine...

Tutto si svolge come sempre nel Netherworld, proiettandoci nei panni di Valvatorez, un ex tiranno vampiro, divenuto ora un semplice allevatore di Prinny in seguito alla perdita di tutti i suoi poteri... Il motivo? L'aver giurato di non bere più una singola goccia di sangue umano, per cibarsi solo di... sardine! Sì, sardine. Ben presto Valvatorez si ritroverà tuttavia a dover combattere per la sopravvivenza dei suoi amatissimi pinguini e questo, beh, lo costringerà a fare una serie di difficili scelte.

Il titolo presenta tantissimi equipaggiamenti diversi e un infinito numero di armi che potrebbero spesso fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

Com'è facile intuire la premessa narrativa è, come da tradizione, davvero bizzarra (per non dire folle e assurda) ma in fondo chiunque abbia imparato a conoscere e apprezzare il franchise non potrà che apprezzare quanto fatto da Nippon Ichi. I personaggi sono infatti caratterizzati in maniera ottima e le ambientazioni, molte delle quali risultano davvero suggestive, spiccano anche questa volta per il loro pregevole design in perfetto stile orientale.

In poche parole, l'atmosfera tipica della serie è rimasta pressoché invariata e ciò vuol dire che tutti coloro che l'hanno apprezzata in passato non cambieranno di certo idea. Come prevedibile Disgaea 4 non evidenzia inoltre alcun tipo di rivoluzione neanche sul fronte concettuale, riproponendo la medesima struttura dei precedenti capitoli della serie sia in quanto a meccaniche di gioco che per ciò che concerne la progressione dell'esperienza.

Le battaglie, rigorosamente a turni, si svolgono dunque in ambientazioni delimitate da una griglia ben definita in cui, sfruttando le innumerevoli skill e azioni a propria disposizione, è possibile muovere i membri del proprio party in assoluta libertà per cercare di contrastare nemici sempre più ostici e resistenti.

Le meccaniche di gioco brillano ancora una volta per la loro profondità e, come da tradizione, presentano un numero di variabili davvero impressionante. E sono proprio tali variabili a rappresentare la proverbiale croce e delizia del prodotto, poiché pur traducendosi in un'esperienza dall'alto tasso tattico-strategico, determinano una difficoltà media non proprio alla portata di tutti.

Graficamente il titolo evidenzia parecchi passi avanti rispetto al passato, pur riproponendo il suo tipico design.

In aggiunta alle skill uniche ed originali a disposizione dei vari personaggi, Disgaea 4: A Promise Unforgotten permette infatti di lanciare i personaggi e di porli uno sopra l'altro per scatenare potenti Stack Attack, di fonderli e, ovviamente, di esibirsi in appariscenti attacchi combinati... il tutto senza contare le variabili territoriali legate agli ormai storici Geo Effect, con specifici blocchi della griglia che potrebbero infliggere handicap o garantire bonus a dir poco significativi, in grado di influenzare notevolmente l'esito delle varie battaglie.

Insomma, così come in passato arrivare in fondo alla lunga avventura proposta non sarà dunque semplice, e molti potrebbero addirittura arrendersi ancor prima di aver raggiunto la metà della storia, ma ciò non toglie che eventuali appassionati della categoria si ritroveranno di fronte a un'esperienza stimolante in grado di tenerli impegnati per decine e decine di ore. Un'esperienza all'insegna del grinding più puro, ovviamente.

Da segnalare inoltre la disponibilità di alcune interessanti funzioni di chiaro stampo social, quali ad esempio la possibilità di creare le proprie mappe per poi condividerle online con il resto della community o la presenza del Senato. Questo organo di controllo del mondo di Disgaea 4, che rappresenta tra le altre cose un'interessante feature anche nel caso in cui non decidiate di collegarvi online, permetterà a eventuali amici o nemici di facilitarvi o complicarvi la vita, intervenendo a vere e proprie votazioni ufficiali che potrebbero determinare l'applicazione di regole più o meno gradite nel vostro personalissimo mondo di gioco.

Disgaea 4: A Promise Unforgotten si dimostra dunque un prodotto di pregevole fattura, che pur confermando lo scarso appeal del franchise per il mass market, rappresenta un vero e proprio must buy per tutti gli appassionati di RPG tattici. La complessità di fondo dell'intera esperienza è infatti innegabile, così come la profondità delle meccaniche di gioco e la bizzarra struttura narrativa, ma ciò non toglie che questa particolare categoria videoludica comprenda ben pochi prodotti in grado di reggere il confronto con l'ultima fatica di Nippon Ichi.

Molti preferiranno sicuramente rivolgere la loro attenzione verso produzioni meno di nicchia, ma nel caso in cui non doveste aver paura di dedicare diverse decine di ore del vostro tempo a un'avventura tanto bizzarra quanto godibile, Disgaea 4: A Promise Unforgotten potrebbe davvero fare al caso vostro.

8 / 10

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Disgaea 4

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Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.
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