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DmC Devil May Cry: Definitive Edition - recensione

Tanta sostanza per gli hardcore gamer.

Anche oggi siamo qui per parlare della versione rimasterizzata di un titolo uscito nella scorsa generazione di console. Vi risparmiamo i soliti discorsi legati all'effettiva utilità di tali operazioni, e passiamo direttamente all'analisi di ciò che vi troverete fra le mani qualora decideste di acquistare DmC: Devil May Cty Definitive Edition.

Stiamo parlando di un gioco d'azione particolarmente valido, che su PS3 e Xbox 360 seppe convincere tutti coloro che decisero di dargli fiducia passando sopra al cambio di look (e di carattere) del protagonista.

Come è noto, infatti, il nuovo Dante reinventato dai ragazzi di Ninja Theory non ha saputo fare breccia nel cuore di coloro che hanno imparato ad amare l'irriverente cacciatore di demoni nato in casa Capcom nell'era PlayStation 2. La deriva emo-adolescenziale di questa nuova versione non è proprio andata giù a chi, per anni, si è divertito seguendo le avventure dell'eroe coatto e tormentato partorito dalla mente di Mikami e Kamiya.

Visto che stiamo parlando di una versione riveduta e corretta di quel DmC già amato/odiato su PS3 e 360, è evidente che gli sviluppatori non hanno fatto nulla per modificare trama e personaggi, che tornano senza alcun tipo di intervento.

Tutto il resto, però, è stato opportunamente ampliato e arricchito, al punto da rendere questa rimasterizzazione una specie di versione 2.0 del gioco uscito qualche mese fa. Oltre a lavorare sul fronte tecnico per garantire una risoluzione di 1080p e i 60 fps quasi sempre costanti, infatti, i ragazzi di Ninja Theory hanno aggiunto diversi elementi che donano nuova linfa a un prodotto già divertente e competitivo all'epoca del lancio originale.

Nel genere action, la differenza che passa tra un aggiornamento a 30fps e uno a 60fps è mostruosa, al punto tale che dopo aver goduto dei lussuosi 60 quadri al secondo, è quasi impossibile tornare indietro. Se avete giocato la versione originale del gioco, infatti, rimarrete affascinati dalla fluidità con cui questa nuova versione viaggia su schermo, aumentando a dismisura la spettacolarità di ogni evoluzione in combattimento.

A questo, poi, si vanno ad aggiungere una serie di ritocchi tutt'altro che marginali, come la presenza di un sistema di agganciamento manuale dei bersagli (nella versione a tocco singolo o a pressione prolungata, liberamente selezionabili dal menu) e, per gli amanti dell'azione fulminea, una spettacolare modalità turbo, capace di far girare il gioco a una velocità superiore del 20% rispetto a quella originale.

Già solo questi elementi basterebbero per consigliare l'acquisto del gioco ma le aggiunte studiate dagli sviluppatori non si esauriscono qui. Insieme all'avventura originale e a tutti i pacchetti aggiuntivi usciti finora (l'intera campagna di Virgil, le skin di Dante e quelle delle sue armi), nel disco troverete nuove skin, la tanto desiderata modalità Palazzo di Sangue per Virgil, e una vasta gamma di modalità e livelli di difficoltà extra, tutti da provare.

Se le prime aggiunte erano pensate principalmente per chi non aveva ancora avuto il piacere di giocare DmC, e che potrà quindi approfittare di questa nuova edizione per colmare la lacuna, i nuovi livelli di difficoltà e le modalità extra sono perfette per garantire una buona rigiocabilità anche a coloro che hanno già ampiamente spolpato DmC nella sua versione originale.

La modalità Hardcore è stata pensata per permettere a tutti i fan dei vecchi Devil May Cry di vivere un'esperienza di gameplay molto simile a quella sperimentata in passato. Selezionando questo modificatore, infatti, il bilanciamento di diversi elementi del sistema di gioco viene alterato, rendendo più difficile il raggiungimento dei livelli di stile più alti durante le combo, e disabilitando il launcher automatico del Devil Trigger. Con simili modifiche, ottenere risultati notevoli è molto più arduo. Garantito!

Meno epica, ma comunque riuscita, è la modalità Must Style, che in pratica costringe a raggiungere il grado di stile S per poter iniziare a infliggere danni ai nemici. In questa variante del gioco, quindi, la prima parte di ogni combattimento si trasforma in un circo funambolico studiato nei minimi particolari, solo per avere la possibilità di danneggiare davvero i bersagli.

Per gli amanti delle sfide veramente ardue, poi, è stato aggiunto l'improbabile livello di difficoltà Gods Must Die, che all'inferno già sperimentato con Dante Must Die, aggiunge l'impossibilità di usare oggetti curativi e il Devil Trigger automatico per tutti i nemici. In sostanza si tratta di una follia per veri duri del joypad.

Tutti i nuovi contenuti del pacchetto, naturalmente, non bastano a mascherare alcuni dei problemi che affliggevano il titolo originale, ancora presenti in questa Definitive Edition. Le tediose fasi platform e gli spostamenti compassati tornano anche in questa versione, così come la narrazione che stenta a decollare.

Il sistema di combattimento, però, è ancora oggi godibile, anche se inferiore a quello dei due Bayonetta. La quantità e la lunghezza delle combo eseguibili alternando le armi divine e demoniache è appagante, così come la fluidità degli scontri, garantita dalla possibilità di raggiungere in un batter d'occhio qualsiasi bersaglio, o di attirare a sé le povere vittime dell'ira di Dante (o Virgil).

Questa rimasterizzazione, quindi, si distingue per il buon lavoro fatto dagli sviluppatori in termini di extra, oltre che per un paio di interventi di game design particolarmente graditi. Come da tradizione per le Definitive Edition, anche questa arriverà nei negozi a prezzo ridotto (49 euro), garantendo tante ore di divertimento a tutti coloro che decideranno di acquistarla.

8 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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