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Down in Bermuda - recensione

Il Triangolo colpisce ancora...

Uscito in esclusiva temporale per Apple Arcade, Down in Bermuda arriva ora anche su PC, Xbox e Nintendo Switch, lasciando stranamente indietro PlayStation 4. Se il trailer che vedete vi intriga, è bene che sappiate a cosa andate incontro: Down in Bermuda è un'avventura ad enigmi dal ritmo molto compassato, che fa della meticolosa esplorazione un elemento cardine del suo gameplay. Se in questo momento state cercando un titolo capace di farvi schizzare l'adrenalina anche da pertugi che non sapevate di avere, non è questo il titolo a cui dovete rivolgere l'attenzione.

Down in Bermuda racconta la storia di un incidente aereo, che costringe un povero aviatore a rifugiarsi in uno sperduto arcipelago di isole, opportunamente posizionate nelle vicinanze del famigerato "Triangolo", e a rimanerci per un bel po' di anni.

Avete presente la storia di Jumanji in cui un avventuriero rimane intrappolato in un mondo fantastico per mezza vita? La storia è vagamene simile, infatti le isole in cui vi muoverete sono tutt'altro che normali, anzi nascondono una quantità di segreti inimmaginabili che il protagonista dovrà svelare per avere una minima speranza di tornare a casa. In pratica l'intera mappa è un immenso enigma e, per risolverlo, dovrete zoomare, girare le inquadrature e guardare bene in ogni angolo perché proprio li potrebbe celarsi l'indizio e/o il meccanismo che vi permetterà di proseguire.

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Non esistono combattimenti, non nel senso classico del termine, perché anche le poche volte in cui vi troverete a fronteggiare un nemico, dovrete farlo in modo creativo. Esistono però i collezionabili, anche se non sono assolutamente fini a loro stessi. In ogni angolo potreste trovare una sfera lucente per attivare una macchina, una chiave colorata che può aprire determinate porte, un artefanno misterioso o anche pezzi della storia del protagonista, che si ricomporrà pian piano attraverso ricordi.

Tutto avviene tramite interazione diretta con l'ambiente, più o meno come in molti titoli mobile o nelle avventure grafiche in Flash. Ciò non significa che Down in Bermuda sia un gioco limitato, anzi, in più di un'occasione richiede l'utilizzo di un pizzico di materia grigia. In un paio di circostanze tuttavia ci siamo trovati un po' in difficoltà per via della bizzarra logica dei puzzle da completare, ma fortunatamente con un minimo di intuito si riesce a superare anche questi ostacoli non previsti.

Spesso e volentieri vi sarà anche richiesto un buon colpo d'occhio, in quanto determinati oggetti sono ben nascosti. La manipolazione dell'inquadratura in questi casi vi verrà in aiuto, permettendovi di avvicinare l'inquadratura e ruotare la telecamera. La progressione ruota attorno al ritrovamento (o alla conquista) di oggetti simili a globi di energia, capaci di dare vita ad ingegnosi meccanismi di collegamento.

Buona parte degli enigmi richiede la manipolazione di leve e pulsanti ma non manca qualche tocco di originalità.

All'inizio infatti non avrete a disposizione tutte le isole da visitare ma dovrete trovare il modo per sbloccarle e raggiungerle. Se da un lato questa scelta di design incoraggia l'esplorazione, dall'altro costringere il giocatore a trovare tutti gli oggetti nascosti per poter proseguire può rappresentare un'arma a doppio taglio in grado di stimolarne alcuni ma anche di annoiarne altri.

Come detto all'inizio, il ritmo è per forza di cose piuttosto lento e questo ovviamente non può piacere a tutti, anche per via di un livello di difficoltà piuttosto basso. Coloro che amano andare a caccia di indizi e toccare letteralmente ogni singolo pixel dello schermo troveranno in Down in Bermuda molte similitudini con i titoli appartenenti alla categoria "Hidden Objects", la conoscete? Siamo più o meno da quelle parti, ciò significa totale assenza di mezze misure... si amano o si odiano. Chi vi scrive li ama in maniera viscerale, considerandoli quasi dei catalizzatori di relax, degli anti-stress.

Dal punto di vista estetico, sorprende la scelta degli sviluppatori di donare all'avventura tonalità di colori pastello e un'illuminazione piuttosto marcata, che contrastano notevolmente con l'idea di un gioco ambientato nell'inquietante Triangolo delle Bermuda.

In ogni isola è nascosta una mappa che vi aiuterà a trovare le stelle nascoste, ma non aspettatevi aiuti per gli altri oggetti chiave.

Altrettanto bizzarri sono i personaggi che incontrerete, ma dobbiamo ammettere che il risultato complessivo è piacevole, anche se rischia di abbassare non di poco il target del gioco. Vista la sua natura ludica Down in Bermuda risulta particolarmente godibile su dispositivi dotati di schermo touch come Nintendo Switch, ma anche su PC è perfettamente fruibile tramite mouse.

7 / 10