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Dragon Ball Xenoverse 2 - recensione

Onda energetica da passeggio.

Sono le 13:00 di un fresco mercoledì di fine settembre, la scuola è ricominciata solo da qualche giorno e già non se ne può più, ma per fortuna suona la campanella. Gli zaini sono pronti già da un bel po' e del resto la prof. di matematica lo sa bene che all'ultima ora non ha molte speranze di tenere viva l'attenzione della terza C della scuola media dove insegna. Anzi, di speranze praticamente non ne ha, visto che tutto il nostro gruppetto di amici è già proiettato con l'immaginazione su Italia Uno, in una dimensione parallela a metà tra il giallo della Spriengfield più famosa dei cartoni animati e le interminabili mosse speciali di Goku, caricate a cavallo di quattro puntate fatte di versetti, primi piani e mugolii vari.

Dragon Ball ha accompagnato i pranzi di centinaia di migliaia, anzi milioni di ragazze e ragazzi di tutta Italia, è diventato un simbolo ripetuto in un eterno ritorno delle puntate che alla terza volta che si ricominciava dal piccolo Goku con la coda, quasi sapevi le battute a memoria. Insomma, più o meno tutti abbiamo a cuore le sorti del bimbo-scimmia e più o meno tutti conosciamo la sua storia, almeno quella dei nemici principali e del continuo spawnare di personaggi sempre più cattivi, sempre più potenti e sempre più imbattibili. Vi ricordate quando Vegeta era l'avversario da battere?

La prospettiva di poter rivivere quelle emozioni e attraversare gli scontri più amati dai fan, dunque, solletica le passioni di chi non vede l'ora di respirare nuovamente le atmosfere di un tempo e magari prendere parte attivamente in alcuni dei momenti preferiti dall'anime. Ecco, se state cercando un gioco del genere (e avete per le mani uno Switch) allora Dragon Ball Xenoverse 2 è esattamente quello che fa per voi, soprattutto perché la (deboluccia) premessa narrativa permette di saltellare allegramente da un climax all'altro senza far pesare troppo la sensazione di già visto.

Cover image for YouTube videoDRAGON BALL Xenoverse 2 - Features Trailer | Switch

Come probabilmente saprete, infatti, il personaggio che potrete creare ex novo in Dragon Ball Xenoverse 2 prenderà parte alla Pattuglia Temporale, una squadra di combattenti dedicata a vigilare sul continuum spazio temporale ed evitare che il cattivaccio di turno cambi il passato portando alla vittoria gli antagonisti originariamente sconfitti dagli eroi. Questo vuol dire che potrete rivivere momenti che probabilmente avete già ben stampati nella memoria: lo scontro tra Goku, Vegeta e Nappa, le scorribande di Freezer su Namecc, il verde e disgustoso Cell e tanto altro ancora. Non temiamo di spoilerare visto che si tratta di storie del passato, ma non diciamo neanche tutto perché alla fine è bello giocare e non sapere esattamente quale evento della storia stiamo per rivedere.

Ovviamente, ma questo già lo sapete, la nostra parte attiva passerà attraverso il solito menare le mani. Xenoverse 2 non è un picchiaduro classico, nel senso che le combo sono davvero (davvero) semplici e per la maggior parte del tempo ce la si cava premendo forsennatamente un paio di tasti, con l'occasionale puntatina sui dorsali per attivare una mossa speciale. Se state cercando un'esperienza di schiaffoni tecnici su Switch è probabile che il buon vecchio Ultra Street Fighter 2 sia il gioco giusto per voi (a patto di trovarlo a cifre lontane dallo sballato prezzo di lancio), ma se cercate la spettacolarità allora siete nel posto giusto.

La semplicità delle mosse, infatti, si traduce in scontri davvero scenografici e che sembrano presi di peso da una di quelle puntate che guardavamo a pranzo qualche annetto fa. In men che non si dica ci si ritrova a scaraventare i nemici in lungo e in largo sfruttando lo sviluppo orizzontale e verticale delle ampie arene, inseguendoli tra un teletrasporto e una raffica di sfere energetiche. Quando si imbrocca una mossa speciale, poi, è difficile non sentire un brividino di libidine. Ah, ci sono anche i controlli di movimento e agitando i Joy-Con potete... lasciamo stare, è quella solita roba lì che non funziona.

Gli scontri più belli, c'è poco da dire, sono proprio quelli presi dall'anime, ma non è tutto qui. Troviamo anche missioni pensate per insegnarci mosse speciali, arene dove allenarci e missioni fatte apposta per il grinding più asiatico che c'è (da giocare da soli o in multiplayer online via WiFi locale). Sì, perché lo sviluppo del personaggio è piuttosto elaborato e dovrete farlo salire di livello e potenziarlo in diverse aree (le solite attacco, difesa, colpi speciali, ecc), pena il non riuscire a superare con punteggi buoni le missioni della "campagna" principale. Non male anche tutta la parte dedicata alle mosse speciali e all'equipaggiamento: non sono semplicissime da padroneggiare le opzioni di personalizzazione ma così tanta carne al fuoco saprà tenere impegnato l'appassionato per un bel po'.

Sul fronte emotivo ci siamo, insomma, ma basterà? La versione Switch del titolo Dimps brilla quando la console ibrida è lontana dal televisore, anche se questo può voler dire rinunciare al WiFi e alle funzionalità online. Il fatto è che lo schermo della portatile Nintendo riesce bene a nascondere l'aliasing tagliente che infesta e seghetta il gioco quando lo si affronta sul televisore: se potete scegliere spaparanzatevi sul letto e giocatelo come facevate col Game Boy alle medie, dunque, per un pizzico in più d'amarcord.

Purtroppo, però, nemmeno la portabilità può fare qualcosa contro una colonna sonora che si guadagna il volume allo zero nel giro di una manciata di secondi: il terribile tema di Conton City (l'hub dal quale partono tutte le missioni) vi perseguiterà nei sogni con quella sua agghiacciante gioiosità da clown assassino. Azzittitelo. In generale, già che parliamo di difetti, diciamo che il design di menu e user experience è un pelo fuori tempo massimo, ma è il Giappone, bellezza, e ce lo teniamo così con le sue macchinosità senza senso e i caricamenti prima del filmato, che prelude a un caricamento, poi altro filmato, poi 3 minuti di gameplay, poi caricamento, filmato e... ci siamo capiti.

Dragon Ball Xenoverse 2 cerca di fare un sacco di cose e non sempre le imbrocca: bello il clima da fan service 'over 9000', ma così così il sistema di combattimento. Bella l'idea di poter personalizzare il proprio avatar, ma così così la realizzazione. Bella un'offerta di scontri e modalità ampia, ma così così perché alla fine tra gli scontri c'è poca differenza e le volte che non si combatte la noia arriva lesta a dorso di Nuvola Speedy.

La conversione per Switch convince sul fronte della portabilità, chiaramente, e si becca una sufficienza piena su quello dei controlli (i Joy-Con funzionano, ma chiaramente i tastini sono piccini picciò e un Controller Pro è consigliato se ci giocate a casa). Sul piano tecnico, invece, l'immagine non è sempre pulita quanto vorremmo, soprattutto sullo schermo del televisore.

Se siete appassionati della serie e contate di passare parecchio tempo in compagnia del vostro Switch nei prossimi mesi allora l'acquisto è consigliato, ma assicuratevi di avere davvero chiaro di cosa si tratta: questo non è il solito picchiaduro, è piuttosto un gran mischione di strizzate d'occhio ai fan, un'esperienza con momenti molto divertenti ma anche un grinding non indifferente, un gioco bello da vedere in modalità portatile ma aspro sul televisore. Certo, ci sono dentro le sette sfere del drago, e per qualcuno questo basta e avanza.

7 / 10

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Dragon Ball Xenoverse 2

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

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