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Dragon Ball Z: Kakarot (Switch) - recensione

I Guerrieri Z arrivano su Nintendo Switch.

"Chi sei? Goku, non lo sai!" A meno che abbiate vissuto un'infanzia particolarmente triste, le prime strofe della sigla di Dragon Ball Z cantata da Giorgio Vanni sono rimaste nel cuore di tanti adolescenti e bambini appassionati alle mitiche avventure del salvatore della Terra per eccellenza.

Un anno fa il nostro Lorenzo Mancosu raccontava sulle nostre pagine la sua avventura da Guerriero Z in Dragon Ball Z: Kakatot, l'iterazione targata CyberConnect 2 che ci riportava a rivivere il prosieguo ideato, scritto e disegnato da Akira Toriyama, il noto mangaka che ha appassionato il mondo intero con le sue avvincenti storie collaborando addirittura alle illustrazioni di Dragon Quest.

Questa nuova edizione per Nintendo Switch, denominata Dragon Ball Z: Kakarot + A New Power Awekens, non comprende soltanto il gioco base ma anche le prime due parti dei tre DLC, usciti nel corso del 2021. Stiamo parlando di A New Power Awekens, delle storie inedite che si ricollegano a trame intricate come Dragon Ball Super e Dragon Ball Z: La Resurrezione di Freezer, in cui l'acerrimo rivale di Goku intende impossessarsi del mondo ed affrontarlo nella sua nuova forma.

Per chi non conoscesse Dragon Ball, sappiate che in Dragon Ball Z: Kakarot si ripercorre l'intera epopea dei Guerrieri Z sin dall'arrivo di Radish sulla Terra fino allo scontro con Majin Bu. Nulla di nuovo, certo, considerate le tante altre opere uscite su PlayStation 2 come Tenkaichi e il recente Dragon Ball Z: Fighterz, pubblicato anche sulla nostra console ibrida preferita da Namco Bandai.

Ecco i Guerrieri Z in tutto il loro splendore.

Ripercorrendo dunque la trama principale di Dragon Ball Z: Kakarot, riviviamo il momento in cui Goku scopre di appartenere alla nobile stirpe dei Saiyan da suo fratello Radish, giunto sulla Terra per distruggerla. Inoltre, il suo vero nome non è Goku bensì Kakarot.

È una verità che sconvolge completamente il suo presente, nonché le sue certezze ma non cambia l'amore che prova nei confronti del pianeta in cui è cresciuto, quindi decide di proteggerlo ed esorta il fratello ad andarsene. Indispettito e divertito, Radish rapisce Gohan, il figlio di Goku. Deciso a combattere questa nuova minaccia, lo affronta trovando un alleato improbabile come Piccolo, il suo rivale di sempre, sacrificandosi per salvare Gohan e la Terra. Ma prima di morire, Radish minaccia i nostri eroi avvertendoli che tra un anno sarebbero giunti sul loro pianeta due Saiyan più potenti e cattivi di chiunque altro.

Piccolo è così costretto a preparare Gohan ala lotta, allontanando il bimbo da sua madre Chichi e dagli amici di Goku, che si mettono alla ricerca delle Sette Sfere del Drago per resuscitarlo.

Ovviamente la trama del gioco non si ferma soltanto a questo momento, ma esplora ogni vicenda trattata in Dragon Ball Z. Sconfitti appunto Vegeta e Nappa, visiteremo Namecc, torneremo sulla Terra per affrontare i cyborg e Cell, mentre ci prepareremo allo scontro decisivo contro Majin Bu (in tutte le sue forme).

A differenza degli altri titoli dedicati alla serie creata da Akira Toriyama, Dragon Ball Z: Kakarot è un gioco di ruolo ben diverso da Xenoverse e dai soliti picchiaduro a cui ci siamo abituati. Nessuna creazione del personaggio o personalizzazione: viviamo gli avvenimenti nei panni dei personaggi principali del manga e dell'anime impersonando quelli più importanti.

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Non sono state apportate modifiche al sistema di combattimento. È rimasto invariato, sempre coreografico e divertente, poco impegnativo ma comunque apprezzabile, con un sistema di controllo intuitivo.

Quando affronteremo i nemici, potremo combinare i nostri attacchi con offensive speciali come la Kamehameha dei Guerrieri Z o il Bing Bang Attacck di Vegeta, trasformandoci all'occorrenza in Super Saiyan.

Qualora un nemico fosse più potente di noi e ci facesse male, potrebbe essere necessario utilizzare il vitadrink, una bevanda che riempie nuovamente la barra della vitalità quando siamo in difficoltà.

Affrontando i nemici, aumenteremo automaticamente di livello quando avremo raccolto i punti esperienza necessari. Sfortunatamente non potremo cambiare le statistiche, come accrescere il nostro attacco e la difesa. Una scelta che non abbiamo trovato particolarmente coerente, specie per la natura da gioco di ruolo del titolo.

A questo si aggiungeranno i bonus che potremo ottenere se completeremo i vari alberi delle comunità con i gettoni Z e i vari testi delle Arti Marziali che ci permetteranno di sbloccare nuove mosse sempre più potenti. Al netto di qualche criticità nel sistema di progressione, il combat system di Dragon Ball Z: Kakarot è divertente, non particolarmente innovativo considerate le tante altre proposte ludiche del passato che hanno coinvolto il brand.

Non mancheranno neppure Nappa e Vegeta, che cercheranno di uccidere Goku e i suoi amici per distruggere la Terra.

Il punto nevralgico del prodotto è l'esplorazione. Non aspettatevi però un tipico open world: in Dragon Ball: Kakarot esploreremo vaste aree di gioco raccogliendo cibo, cacciando e pescando.

Nonostante siano attività divertenti, allungano il brodo in maniera ripetitiva, costringendoci a compiere missioni secondarie senza mordente con l'unico scopo di aumentare di livello. Quello che potrebbe però piacere ai fan sfegatati è incontrare personaggi dell'anime e vecchie conoscenze.

Non per niente, vivremo persino una quest secondaria goliardica, in particolare perché dovremo aiutare il Maestro Muten nelle sue complicate relazioni con ragazze attraenti e giovani. A differenza di tanti titoli open world, le missioni secondarie però scompariranno man mano che avanzeremo se non le accetteremo subito. Una scelta che non abbiamo apprezzato perché costringe il giocatore a ripercorrere nuovamente l'intera avventura per completarla nella sua interezza.

Accedendo alla mappa, ci muoveremo per le varie location come la Kame House. In tal senso, la direzione artistica regala degli scorci suggestivi, in grado non solo di regalare momenti particolarmente riusciti, ma di farci rivivere le stesse sensazioni da lacrimi virili.

Non sarà facile trattenere un sussulto quando visiteremo la Stanza dello Spirito e del Tempo, la stessa Kame House, West City e faremo un giro panoramico per l'intero pianeta di Namecc, un luogo terribilmente affascinante quanto letale. E nel caso fossimo appassionati dell'arena di Cell, meglio non perdere l'occasione di osservarla da tutte le inquadrature possibili. Anche volando, nel caso, magari cercando di restarci a debita distanza per non rischiare ulteriori botte fino a Dragon Ball GT.

Mentre esploreremo il mondo di gioco, ci imbatteremo in città e luoghi indimenticabili.

Ci troveremo persino a raccogliere varie cartoline con dei riferimenti al primo Dragon Ball, come il passato di Goku e le vicende che hanno coinvolto alcuni personaggi. Non sarà semplice trovarle tutte!

Com'è ovvio aspettarsi da una produzione di questa portata, le scene animate sono particolarmente riuscite e ben implementate, ispirate alle sequenze che abbiamo già visto nell'anime. L'Unreal Engine, il motore grafico utilizzato per questa nuova iterazione, si presta in maniera perfetta.

E come non citare l'audio? Le composizioni musicali arrivano direttamente dall'anime, anche se sono state registrate nuove sinfonie. Ci siamo fermati spesso ad ascoltare la sigla in giapponese prima di combattere contro i boss.

Abbiamo provato Dragon Ball Z: Kakarot sia su Nintendo Switch Lite che sul modello standard. Il porting è buono e soddisfacente, nonché leale al prodotto che abbiamo già giocato altrove. I tempi di caricamento sono rapidi, una buona notizia per chiunque voglia giocarlo in portabilità senza aspettare troppo. Inoltre, il gioco raggiunge i trenta fotogrammi al secondo, rimanendo fluido.

Uno di quei luoghi indimenticabili è proprio la Kame House, un luogo a cui siamo affezionati.

Al netto di qualche bug riscontrato qua e là che però non ha minato la nostra esperienza, siamo di fronte a un porting ben realizzato, inferiore soltanto a quello che abbiamo esaminato qualche giorno fa nella nostra recensione di Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno Prince's Edition.

In definitiva, confermiamo il voto di un anno fa, sottolineando i pregi e i difetti che abbiamo riscontrato. Se fosse uscito vent'anni fa, probabilmente Dragon Ball Z: Kakarot sarebbe stato il miglior titolo della serie. Ma essendo stato pubblicato nel 2020, le sue problematiche strutturali non gli fanno raggiungere una valutazione certamente più generosa.

Considerato il prezzo fissato a 59,99 euro, è una spesa alta ma giustificata, specie per la presenza dei DLC. Dragon Ball Z: Kakarot si piazza nel mercato Nintendo per chiunque non possegga il titolo altrove e desideri viverlo in portabilità. È un prodotto proposto agli appassionati quanto ai neofiti della serie creata da Akira Toriyama, un buon modo per recuperare un gran bel pezzo di storia.

7 / 10