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DriveClub: il lato social della velocità - review

Evolution Studios prova a far evolvere i giochi di corsa. Con quali risultati?

Lo sviluppo di DriveClub è stato piuttosto travagliato. Annunciato in pompa magna nel tentativo di far passare inosservata l'assenza di Gran Turismo nella line-up PS4, il titolo di Evolution Studios è stato poi rimandato a causa degli evidenti problemi che ne minavano il livello qualitativo complessivo. Gli sviluppatori hanno quindi ricominciato il lavoro da zero, cambiando drasticamente il progetto originale.

Dopo aver messo mano sulla versione completa del titolo Sony, possiamo dire con estrema tranquillità che mai rinvio fu più sensato, visto il risultato finale ottenuto dal team di sviluppatori. Dal punto di vista tecnico, DriveClub garantisce un colpo d'occhio di alto livello, pur non riuscendo a convincere sotto tutti i punti di vista.

Affrontando le varie sfide, infatti, ci è capitato più e più volte di non riuscire a distinguere la strada, complice una gestione dell'illuminazione estremamente bella ma altrettanto fastidiosa. In diversi tracciati di DriveClub, sia di giorno che di notte, ci si trova spesso a dover abusare della mini-mappa nell'angolo in basso a sinistra dello schermo, principalmente a causa della scarsa visibilità che rende difficile distinguere la strada da seguire, a meno che non si selezioni la visuale esterna.

In DriveClub sembra quasi che i ragazzi di Evolution Studios abbiano voluto strafare, mettendo in mostra i muscoli e abusando di effetti di luce francamente eccessivi. Visivamente parlando, però, questo è l'unico problema che abbiamo riscontrato.

L'editor per la creazione del proprio avatar è davvero scarno e propone una manciata di volti e qualche capo di abbigliamento.

I modelli poligonali delle auto sono realizzati con una grandissima cura nei dettagli, così come le ambientazioni in cui queste vengono lanciate a folle velocità. I tracciati, ambientati in vari paesi sparsi per il mondo, si distinguono per una temperatura del colore molto realistica e, a prima vista, riescono davvero a creare l'illusione di trovarsi di fronte a immagini reali. Peccato solo per la scelta di ambientazioni generalmente cupe, ben lontane da quelle più solari utilizzate da altri giochi di guida.

Il livello di dettaglio generale è piuttosto alto ma non riesce comunque a superare Forza Horizon 2, complice anche la maggiore "ampiezza" del titolo di Playground Games. I tracciati di DriveClub infatti sono sempre molto stretti, quasi rallystici, e il gioco è sempre pronto a punire anche la minima uscita di pista.

Per cercare di limitare il taglio delle curve o il ricorso a improbabili scorciatoie in stile Mario Kart, i programmatori hanno optato per la mano pesante nei confronti dei trasgressori, per i quali scatta immediatamente il limitatore automatico della velocità a frenare per qualche secondo la corsa del bolide.

Il problema è che molto spesso tale provvedimento scatta anche in seguito a infrazioni minime, magari eseguite durante un sorpasso particolarmente coraggioso. Allo stesso modo, uscendo leggermente fuori strada nei punti in cui non è possibile tagliare, dopo un conto alla rovescia di tre secondi l'auto viene automaticamente riportata in pista, un po' come accadeva nel deludente Need For Speed: The Run.

Il cruscotto delle 50 vetture disponibili è riprodotto con estrema attenzione. La visuale interna non permette di vedere a dovere la pista, ma dal punto di vista dell'immersione è davvero spettacolare.

Questi sono elementi che vanno a incidere sul ritmo di gioco, costringendo ad adattare il proprio stile di guida alle regole ferree di DriveClub. Nonostante un modello di guida squisitamente arcade, infatti, il titolo di Evolution Studios tende a premiare lo stile pulito, elargendo preziosi punti esperienza in seguito allo sfruttamento della scia, al completamento di giri impeccabili e all'esecuzione di derapate e sorpassi corretti.

Gli impatti con le altre vetture, le sportellate e, come già detto, il taglio delle curve, vengono invece puniti con brevi limitazioni alla velocità o con dosi più o meno massicce di punti di penalizzazione. Tutto questo si va a inserire nella caratteristica principale di DriveClub, l'elemento social tanto pubblicizzato dagli sviluppatori.

Tagliare per primi il traguardo non è infatti l'unico obiettivo, né rappresenta l'unico modo per portare a casa la vittoria. DriveClub, infatti, è un gioco di squadra, dove team più o meno grandi di giocatori si sfidano quotidianamente a colpi di record.

Una volta caricato il gioco e creato il proprio avatar (attraverso un editor piuttosto scarno, a dire il vero), si ottiene la possibilità di far nascere un nuovo club (scegliendone il nome, i colori della livrea e il simbolo) o di entrare in uno di quelli già esistenti, magari in compagnia dei propri amici.

Il live action di Driveclub ci ricorda come gira il mondo...

A questo punto ogni gara effettuata porterà punti sia al giocatore (che salirà di esperienza sbloccando auto e obiettivi), sia al club stesso, con il conseguente aumento di prestigio e popolarità. Accumulando la giusta dose di punti club si sbloccano nuove auto, altrimenti impossibili da ottenere affrontando il gioco in completa solitudine.

Dal menu principale è possibile scegliere se dedicarsi alla Carriera single player, se lanciare una sfida alla rete, se affrontare qualche gara multiplayer o se accettare le sfide create da altri utenti, cercando di imporre il proprio tempo sui diretti concorrenti, attraverso un funzionale multiplayer asincrono.

A questo si vanno ad aggiungere le sfide messe a disposizione direttamente dagli sviluppatori, che nel corso dei mesi contribuiranno a creare il tappeto ideale su cui far sviluppare la community. L'idea è interessante ma a conti fatti non si allontana troppo da quanto era già stato fatto da Electronic Arts in Need For Speed: Hot Pursuit.

Nel gioco di corse di EA (e nei successivi capitoli della serie) era infatti presente l'Autolog, che in sostanza permetteva di tenere costantemente sotto controllo i tempi registrati dagli amici, dando così vita a una catena inarrestabile di sfide all'ultimo centesimo.

Il modello di guida è decisamente orientato verso l'arcade. Spesso le sportellate pagano più dei sorpassi puliti, al netto delle penalità sul punteggio. Lo stesso accade quando si affrontano curve particolarmente difficili, dove appoggiarsi al muro può rappresentare un vantaggio.

Quando un amico registrava un record, un messaggio lo comunicava prontamente all'utente, che con la semplice pressione di un tasto poteva accedere all'evento in questione per rispondere in modo adeguato. Anche la serie Forza è da tempo entrata nel mondo social, permettendo ai giocatori di specializzarsi sulla realizzazione del tuning delle auto per la propria scuderia o perfino di dedicarsi esclusivamente alle livree.

L'unica cosa in cui DriveClub è più social è la viralità delle sfide, che nel titolo per PS4 tendono ad espandersi andando a "contagiare" le liste amici di tutti gli utenti che decidono di affrontarle. Mentre in passato il concetto di sfida rimaneva vincolato alla lista amici del singolo giocatore, con DriveClub il discorso diventa globale, alzando in modo notevole il livello dei singoli piloti e aumentando la possibilità di imbattersi in qualche fuoriclasse capace di farci mangiare la polvere.

Questo è sicuramente un elemento interessante ed è probabilmente quello su cui gli sviluppatori hanno ottenuto i risultati migliori. Premendo il touch pad del joypad PS4 è possibile accedere in qualsiasi momento al menu dinamico, avendo a disposizione tutto ciò che il gioco può offrire.

Il campionato single player, a dire il vero, è caratterizzato da una certa monotonia e da un'evidente mancanza di ritmo. Una volta iniziata questa modalità, il giocatore non deve fare altro che affrontare le singole gare, assicurandosi di portare a termine le sfide proposte al loro interno. Tagliando per primi il traguardo o superando brevi missioni (vincere la sfida delle derapate, superare una certa velocità massima, e via dicendo), si ottengono stelle che, una volta accumulate, sbloccano nuovi eventi.

In molte gare ci si ritrova a correre da soli contro i fantasmi di altri giocatori, oppure a tentare di mettersi in mostra con l'esecuzione di una serie di derapate perfette.

Il vero fulcro del gioco, come già detto, è rappresentato dalla componente multiplayer, complice anche un'IA mai troppo convincente. In un gioco che premia la guida pulita, infatti, è triste vedere come la stessa IA non disdegni i tamponamenti aggressivi, soprattutto in curva.

In più di un'occasione ci è capitato di finire fuori pista a causa di un contatto da dietro da parte di un veicolo controllato dalla CPU. Sotto questo punto di vista la superiorità di Forza, con i suoi Drivatar, è evidente. Per fortuna, però, DriveClub è stato pensato principalmente per sfidare avversari umani, sia direttamente in pista, che attraverso il confronto dei tempi.

Durante le sfide tra Club, per esempio, è fondamentale coordinarsi con i propri compagni di squadra in modo da ottenere il massimo dei punti da ogni singola sfida. Tagliare per primi il traguardo, infatti, non è l'unico obiettivo delle gare di DriveClub, visto che all'interno delle corse è possibile imbattersi in brevi sezioni del tracciato legate a missioni ben precise.

In alcune sezioni, quindi, può essere richiesto di eseguire una serie di curve seguendo la traiettoria ideale, in altre di eseguire la derapata più lunga, in altre ancora di chiudere una parte di gara mantenendo una determinata velocità media.

Un trailer tutta azione per Driveclub.

Ognuna di queste sfide richiede una particolare abilità e uno stile ben preciso, motivo per cui è fondamentale creare un club con la giusta varietà di giocatori. Il pilota più veloce della squadra potrebbe tranquillamente essere una frana con le derapate, quindi è importante cercare di creare un gruppo il più variegato possibile.

L'obiettivo finale, in sostanza, è quello di avere un team in grado di ottenere il massimo da ogni elemento del gioco, anche durante la medesima gara. Questa è la parte meglio riuscita di DriveClub e che, con tutta probabilità, continuerà a migliorare mese dopo mese, quando la base di giocatori coinvolta nella rete tessuta dagli Evolution Studios sarà più fitta.

Durante le nostre sessioni di prova per la recensione, una sola volta ci è capitato di essere buttati fuori da una gara single player a causa di un crash dei server. Si è trattato di un caso isolato, che se dovesse rivelarsi più frequente dopo il lancio del gioco, potrebbe trasformarsi in un problema da tenere in considerazione.

In generale, comunque DriveClub non è quella rivoluzione che Evolution Studios aveva promesso, ma resta comunque un valido gioco di guida arcade con cui passare diverse ore, possibilmente coordinandosi con gli amici più stretti. La collaborazione che porta alla crescita costante del club, infatti, è davvero gratificante e potrebbe farvi passare un numero imprecisato di ore incollati alla console.

8 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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