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Dungeon Siege III

Assediare per credere.

Avete presente quel momento tipico di ogni buon dungeon crawler, quando raggiungete la tana del boss e siete già molto abili, avendo imparato tutte le tattiche di gioco e il ritmo dei combattimenti, ma non avete ancora l'equipaggiamento necessario a farlo fuori?

Conoscete tutti i trucchi, ma non avete l'armatura. Avete l'intelligenza ma siete ancora un po' indietro sul profilo tecnologico. E avete presente quel momento, che è generalmente l'attimo appena successivo, in cui decidete di affrontare lo stesso il boss? È così che ci immaginiamo Obsidian Entertainment: un team in gamba con grandi idee, che spesso lotta contro budget ridotti, limiti di tempo o lo stesso engine di gioco.

Date un'occhiata al loro curriculum. Come partner di BioWare il loro studio ci ha offerto grandiosi momenti di gioco con KOTOR 2, ma purtroppo l'atto conclusivo è stato realizzato con troppo poco tempo a disposizione. In seguito, ispirati dal sistema di scelte e conseguenze di Mass Effect nella realizzazione dell'ambizioso RPG spionistico Alpha Protocol, hanno creato un'avventura affascinante ma non proprio ben riuscita.

Le inquadrature di Dungeon Siege III dissimulano la sua natura di hack 'n' slash.

Riguardo infine a Fallout: New Vegas, se riuscite a guardare oltre le mancanze tecniche di questo titolo, probabilmente quel che vedrete vi piacerà molto. E adesso? Adesso il team ha dato vita a una partnership con Square Enix per l'ultimo capitolo della serie Dungeon Siege. Può un hack 'n' slash basato sul looting divenire il titolo in grado di dimostrare finalmente il vero potenziale di Obsidian?

Difficile dirlo ma di certo sembra un buon gioco. Ad ogni modo, stavolta Dungeon Siege III si basa su un motore creato dagli stessi sviluppatori: il nuovissimo Onyx engine svolge un lavoro lodevole nel rappresentare caverne oscure piene d'acqua che gocciola dai muri e foreste con luce che filtra là dove le libellule riempiono l'aria pomeridiana.

Le spade che fendono l'aria riflettono piccoli bagliori di luce, i corvi prendono il volo dagli alberi al vostro passaggio e, nonostante i modelli dei personaggi non siano traboccanti di carisma, le animazioni hanno piacevoli movenze e una certa consistenza durante il combattimento, mentre il gioco riesce a gestire un buon numero di nemici ed effetti particellari insieme sullo schermo, senza perdere colpi quando le cose si fanno affollate.

Potevano mancare dei combattimenti nelle cripte contro gli scheletri?

Oltre a curare l'engine, Obsidian pare anche molto furba nello scegliere le sue battaglie: il paragone con Diablo III viene evitato elegantemente grazie alla telecamera posizionata più vicino e leggermente inclinata, di più o di meno a seconda della visuale scelta tra le tre disponibili. Nessuno scambierà di certo questo approccio con la visuale in terza persona di Gears of War ma l'azione è inquadrata in modo da far sembrare il tutto più un veloce picchiaduro che non un tipico hack 'n' slash con ondate su ondate di avversari.

Un recente viaggio attraverso un villaggio pieno di missioni secondarie e boss ci fa pensare che ci sarà comunque molto spazio per il grinding. Ogni scontro del gioco ha come risultato una cornucopia di tesori, e i menu efficaci rendono l'equipaggiamento e l'abbandono degli oggetti un'operazione molto semplice.