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E3 2018: Underworld Ascendant - prova

Più Thief che Ultima.

Di Underworld Ascendant abbiamo scritto per la prima volta nel 2014, data in cui venne reso noto che Paul Neurath, co-fondatore degli storici Looking Glass, nonché tra gli autori di titoli come Thief, System Shock e Ultima Underworld, annunciava la nascita di un nuovo studio indipendente, gli OtherSide Entertainment. Il loro obiettivo sarebbe stato recuperare le atmosfere di franchise classici, tra cui Ultima Underworld, che sarebbero così tornati in vita con Underworld Ascendant.

Il motivo della scelta di questo nome, anziché di un nuovo (e più esplicativo) capitolo della serie Ultima, è presto detto. Il glorioso marchio, che da decenni incarna il genere dei giochi di ruolo, è da tempo in mano a Electronic Arts, che finora non si può certo dire gli abbia reso giustizia. Ecco perché anche se dietro il progetto di cui ci accingiamo a parlare ci sono bene o male le stesse persone di un tempo (e c'è anche Warren Spector ma non Richard Garriott, che ormai vende le fiale del proprio sangue su Internet a peso d'oro), il gioco si chiama 'solo' Underworld Ascendant, senza quell'Ultima che sarebbe lecito attendersi.

Trattandosi del parto di vecchie glorie desiderose di tornare alle loro origini, ma in questo momento oggettivamente non certo all'apice delle loro carriere, la nascita di questo progetto ha comportato il ricorso al crowdfunding. Il team di sviluppo per finanziare il gioco su Kickstarter chiese inizialmente 600.000 dollari, ponendo ulteriori milestone come l'aggiunta di una nuova area e delle versioni Mac e Linux qualora la raccolta avesse toccato i 750.000 dollari. 1.200.000 dollari avrebbero garantito la co-op online, un'altra area aggiuntiva, storia ed ambientazioni più approfondite e una più ampia possibilità di personalizzare il proprio personaggio.

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Alla fine però gli OtherSide Entertainment hanno raccolto oltre 860.000 dollari grazie al generoso sostegno di quasi 14.000 giocatori. Ed è qui che con una certa scaltrezza (della serie: prima andate avanti voi, poi se sopravvivete arriviamo noi) s'è palesata 505 Games, divisione editoriale dell'italianissima Digital Bros, che assieme a Control aggiunge un altro gioco di prestigio al proprio catalogo.

Già, ma com'è Underworld Ascendant? Chiaramente è un gioco di ruolo ambientato (come suggerisce quell'Underworld) nel mondo sotterraneo dello Stygian Abyss, infiammato da un conflitto politico tra tre fazioni. Noi ci troveremo ovviamente nel mezzo e potremo scegliere la nostra classe tra Guerriero, Ladro e Mago, sebbene in realtà lo sviluppo del personaggio ci permetterà di essere chiunque vorremo. E se queste non paiono certo le premesse più originali del mondo (eufemisticamente parlando), più interessante è lo spazio che gli sviluppatori lasceranno all'improvvisazione, al punto che gli OtherSide hanno definito Underworld Ascendant "il MacGyver del fantasy".

Tradotto, soprattutto per chi sia così giovane da non aver mai visto la celebre serie televisiva (in fin dei conti la prima puntata andò in onda nel 1985), vuol dire che verrà dato largo spazio al cosiddetto gameplay emergente. Questo verrà gestito da un engine il cui nome in italiano è traducibile in "motore d'improvvisazione". Come ha spiegato in video qualche mese fa Warren Spector (produttore dell'originale Ultima Underworld nonché di Thief: The Dark Project e Deus Ex), che di Underworld Ascendant è consulente creativo, "i designer preparano un incontro, con le creature, trappole e la fisica. Il giocatore entra quindi in questa situazione dinamica e può interagire in modi a cui gli sviluppatori magari non avevano neanche pensato".

Le premesse potrebbero non sembrare delle più originali, ma dietro l'apparenza si cela qualche sorpresa.

Per cui, prima di mettere mano alla spada, è meglio pensarci due volte, e cercare piuttosto di attivare tutti i neuroni di cui disponiamo. Non riusciamo a raggiungere quella leva lì? Basterà colpirla con un oggetto sufficientemente pesante da muoverla. Vogliamo creare zone d'ombra in cui muoverci di soppiatto? Meglio spegnere le luci con delle frecce caricate con magia d'acqua, e qui chi ha giocato al primo Thief si sentirà subito a casa. Infine, non riusciamo ad aprire una pesante porta di legno: potremo sempre bruciarla e aspettare che le fiamme la consumino.

Durante la nostra prova qui all'E3 di Los Angeles abbiamo potuto toccare con mano questo intrigante progetto, la cui uscita è prevista su Steam il prossimo settembre. E le sensazioni sono state contrastanti. Il gioco trasuda infatti profondità da ogni poro e, come promesso dagli sviluppatori, una stessa situazione è effettivamente affrontabile in più modi. Non solo perché spesso esiste più di una strada per giungere a destinazione, ma perché Ascendant consente più di una soluzione alternativa.

"È curioso notare come una porta chiusa possa scoraggiare la maggior parte dei gamer", mi ha risposto ad esempio uno degli sviluppatori quando gli chiedevo dov'era la chiave che non trovavo, necessaria ad aprirne la serratura. E ha detto così perché bastava un fendente di spada bene assestato per mandarla in frantumi, ma dopo anni di porte indistruttibili, effettivamente noi videogiocatori abbiamo un po' perso la voglia di ragionare al di fuori degli schemi.

Quanto è affascinante l'idea che per risolvere un problema ci possano essere modi a cui neanche gli sviluppatori potrebbero aver mai pensato?

In questo Underworld Ascendant è maestro, e sarà interessante quanto Warren Spector & Co. Riusciranno a rieducare i giocatori d'oggi a ragionare con la propria testa. Dove invece il gioco non è maestro è sotto l'aspetto tecnico. L'utilizzo dell'engine Unity non è senz'altro un buon viatico, ma a stupire (in negativo) sono le luci non dinamiche e le animazioni del protagonista quando si arrampica su una corda o si issa su una sporgenza.

Sotto questo punto di vista Underworld Ascendant è un ritorno al passato ma non per le ragioni giuste, e anche se ormai manca poco alla sua uscita, la speranza è che gli OtherSide Entertainment riescano a risolvere queste mancanze che rischierebbero di far partire col piede sbagliato un gioco di ruolo che invece dovrebbe entrare nelle case di tutti gli appassionati: quelli di vecchia data, per riassaporare i giochi di ruolo che furono, e quelli più giovani, che si troveranno di fronte ad un GdR del quale si può dire tutto tranne che sia banale.