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El Camino - Il film di Breaking Bad

Life's what you make it.

Dove vanno a finire i personaggi amati dei film o delle serie tv, che destino li attende dopo la scritta The End, sempre che non siano indiscutibilmente morti? Verso quale tramonto ha cavalcato ancora il cavaliere solitario, ha raggiunto il confine il Bandito inseguito dalla Madama, avrà avuto una vita normale e felice lo spacciatore sopravvissuto a ogni orrore (si ameranno ancora il Principe e la Principessa)? Di sequel e spin-off è ricca l'offerta di cinema e serie tv, scelta talvolta comoda, mai esente da rischi però.

Questa volta a essere ripreso è uno dei protagonisti di Breaking Bad, serie talmente nota che si presuppone la sua conoscenza da parte di ogni lettore. Se però qualcuno non l'avesse mai vista, non prosegua nella lettura e ovviamente non guardi El Camino, film distribuito da Netflix che, dopo un breve riassunto, ci racconta le vicende successive alla liberazione di Jesse Pinkman, grazie a un Walter White ormai prossimo alla fine, come avevamo visto nell'ultimo episodio della quinta stagione, nel lontano 2013, dopo cinque anni e 62 puntate memorabili.

Dietro ogni porta l'orrore.

Totalmente sconvolto dai mesi passati in schiavitù, a cucinare meth per la banda di Uncle Jack, già profondamente segnato da una catena di atrocità cui neppure lui era preparato, Jesse fugge dal compound espugnato con l'astuzia da Walter. Deve trovare momentaneo riparo, per rimettersi in piedi e deve recuperare soldi che gli permettano di fuggire e ricominciare una nuova vita. Non sarà facile, perché niente lo è stato per Jesse, che aveva buttato via un avvenire decente nell'abbrutimento di una vita ai margini, convinto della superiorità della sua scelta. Era finito invece immerso in un universo di extra-umana, lunare crudeltà che, a causa della sua passività, lo aveva portato a un'evoluzione imprevedibile. Ogni nefandezza ha un prezzo e Jesse aveva pagato con pezzi della sua anima. Da ogni brandello dei suoi ricordi, da ogni flashback di passato remoto e prossimo, che si intreccia con l'angosciante presente, scaturirà lo spunto per una sua azione, come se il passato gli fornisse la chiave per il futuro.

Nel 2008 Breaking Bad è stata una delle serie tv che ha fatto comprendere anche a un profano come la serialità permettesse uno sviluppo dei personaggi impossibile nelle due ore medie della durata di un film. Quello di Jesse è stato un personaggio che ha subito nel corso del procedere della serie un'evoluzione straordinaria, pari e opposta a quella del suo "mentore". Sembrava costruito per essere la raffigurazione della morte di ogni parvenza di umanità, della dissoluzione di ogni sentimento, per pura bestialità, nel contrasto con lo sventurato Walter, più umano, la cui evoluzione sembrava più motivata, più sofferta. Ma la spettacolare costruzione drammaturgica della serie aveva portato entrambi in diverse direzioni, lontanissime, insospettabili.

Cover image for YouTube videoEl Camino: A Breaking Bad Movie | Official Trailer | Netflix

Scritto e diretto dall'autore originale Vince Gilligan, El Camino (il titolo allude alla marca della macchina della fuga, una Chevrolet El Camino) ci riporta fra le assolate desolazioni del New Mexico, incastrandosi perfettamente nella narrazione precedente, quasi una puntata più lunga, a replicare alla perfezione il mood della serie, necessaria al fan che fosse rimasto in sospeso sulla sorte di Jesse, dopo che aveva schiantato i cancelli che lo tenevano prigioniero. Aaron Paul torna al personaggio che gli ha dato notorietà, quello al quale è rimasto irrimediabilmente legato (non ha poi più trovato grandi occasioni professionali) e qui nella sua disperazione, nella solitudine e negli strazianti ricordi dimostra di saper recitare, in un ruolo che è tutto affidato alla mimica facciale, con pochissime battute.

Tornano tantissimi altri personaggi: i due sciagurati spacciatori di basso livello, indispensabili stavolta come in passato; i genitori di Jesse, mentre lanciano appelli dagli schermi televisivi. Jesse va in cerca del "risolutore" Ed, interpretato di nuovo da Robert Forster, mancato da pochi giorni, qui alla sua ultima comparsa. Si rivede brevemente il mitico Mike (Jonathan Banks), nei flashback ritornano tante facce indimenticabili, tutta la famiglia di Walter, e soprattutto ritorna l'angosciante Todd (ruolo che ha rivelato la bravura dell'attore Jesse Plemons), spietato ma asettico, privo di qualunque connotazione emotiva e per questo ancora più agghiacciante.

Bisogna saper scegliere.

Non manca nemmeno Bryan Cranston/Walter White. Lo rivedremo solo in un paio di flashback, lui chissà dove se ne è andato, Paradiso, Inferno, R.I.P. Walter non è stato il solito travet che scopriva quanto era facile fare i soldi trafficando con la droga, il ragazzetto che diventava milionario spacciando l'erba con cui si sballava, il bifolco che nel granaio cucinava metamfetamina in spregio alle odiate autorità. Walter White è stato un personaggio epico, una brava persona civile, un disgraziato calciato dalla vita, umiliato, sottostimato, al quale il destino regalava, oltre a un figlio handicappato, un bel cancro, che avrebbe lasciato l'amata famiglia indifesa. Si era così improvvisato produttore di metamfetamina, di una qualità così sopraffina da conquistare il mercato. Ma l'uomo era un artista, non uno spacciatore e, per arrivare al mercato, aveva avuto bisogno di arruolare Jesse Pinkman, un disgraziato drogato, suo ex studente.

Travolto dal successo del suo eccezionale prodotto, coinvolto sempre più in un ambiente di estrema crudeltà e totale cinismo, aveva perso di vista i suoi scopi primari, riprendendosi un ruolo che la vita gli aveva sottratto, da padrone del suo destino, in una rivalsa selvaggia su tutta la sua esistenza precedente, macchiandosi di crimini orrendi. Diventando Heisenberg, nome d'arte che segnava una frattura con la sua vecchia esistenza. In questo percorso aveva trascinato Jesse, arrogante, presuntuoso, debole, incapace di compiere le sue scelte, convinto fino alla fine di non avere scampo, una volta imboccata la via dell'orrore. Finalmente Jesse smetterà di andare "dove lo porta l'universo". E allora, totalmente solo, potrà, dovrà finalmente decidere.

Se si pensa alle ridicole polemiche che stanno accompagnando Joker, pensiamo che empatizzare con i personaggi "sbagliati" fino ora sia stato sinomino di film riuscito, di storia ben scritta. Quanti buoni abitano il nostro immaginario e quanti cattivi? Contiamoli e diamoci una risposta. La vita non è solo in bianco e nero, è piena di tante affascinanti sfumature di grigio. Abbiamo tifato per Walter, abbiamo compreso l'evoluzione di Jesse, abbiamo sofferto per entrambi? El Camino è un ritorno a casa, seppur breve, per il fan, uno di quelli per sempre orfani di una serie tv che ha fatto storia.

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A proposito dell'autore

Giuliana Molteni

Contributor

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