Eufloria

Per attaccare un asteroide controllato dal nemico e impossessarsene non si deve far altro che inviare un intero esercito dei propri gameti, ovviamente facendo sempre attenzione alla quantità di cui si è in possesso, distruggere in un secondo tempo uno dei loro alberi e infine scendere all’interno del nucleo per impossessarsene. Il sistema di controllo in queste fasi mostra i suoi limiti risultando a tratti frustrante; difficilmente infatti si riesce a focalizzare l’attacco in un punto specifico e questo determina anche incursioni in aree non desiderate.

Esistono peraltro anche degli alberi deputati alla difesa delle zone colonizzate, che inizieranno a farsi vivi dal quinto livello in poi e cercheranno di rendere più complicata la vita ai giocatori.

Per questo motivo, sempre in questa fase della storia, si potrà iniziare a operare delle scelte tra le spore a propria disposizione che, non avendo tutte le medesime caratteristiche, potranno essere selezionate e suddivise in base all’energia, alla velocità o alla forza, mandando magari in avanscoperta quelle più deboli ma rapide o scegliendo in alternativa le più resistenti nel caso le difese nemiche siano particolarmente dure da debellare.

Le mancanze nel sistema di controllo ritornano a galla anche in questi frangenti. Capita infatti che alcuni germogli abbiano più di una capacità e quindi non possano essere separati nella scelta da altri che invece sarebbe preferibile mantenere nelle aree sicure.

L’ultimo elemento che entra in gioco sono i fiori, prodotti dagli alberi più maturi e molto più efficaci nell’espandere la popolazione e nel creare nuovi alberi di Dyson o per la difesa, o ancora per incrementare le mine, delle armi molto potenti che possono essere inviate per difendere o attaccare un determinato asteroide mediante un fascio formato da tre raggi laser.

Purtroppo la semplicità del gameplay e la frustrazione che si prova nel momento in cui un attacco non può essere gestito con la dovuta accuratezza finiscono per vanificare la struttura di un mondo di gioco che, pur nella sua composizione onirica, risulta a tratti interessante. Il fatto che le abilità siano associate all’asteroide da cui provengono le spore accresce i problemi di coordinamento delle unità, che spesso possiedono velocità differenti e quindi non possono essere inviate all’unisono in una certa zona senza determinare attacchi ad ondate, prolungati ma meno efficienti.

Anche il bilanciamento tra creazione di nuove spore e difesa delle stesse lascia perplessi: è infatti possibile predisporre un sistema difensivo sufficientemente solido e avere un pizzico di pazienza per produrre un quantitativo talmente elevato di sementi da rendere ancora più semplice l’avanzamento verso le aree nemiche, quasi come se lo sforzo degli sviluppatori si fosse concentrato maggiormente sulle sensazioni che il gioco dovrebbe fornire all’utente, tralasciando le macroscopiche pecche ravvisabili sul fronte del gameplay.

Classificare con precisione un prodotto come Eufloria è una questione complessa. Siamo infatti di fronte a uno di quei titoli a metà strada tra componente ludica e sperimentazione, come abbiamo già avuto modo di toccare con mano in altre situazioni negli ultimi anni, con la crescita del digital delivery e degli spazi concessi anche a tentativi meno convenzionali, basti pensare a flOw.