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Extinction - recensione

Più sono grossi, più rumore fanno quando cadono.

I ragazzi di Iron Galaxy sono un team conosciuto più che altro per i loro porting di titoli sviluppati da terzi. Basta fare un giro sul loro sito ufficiale per farsi un'idea delle produzioni a cui hanno lavorato e constatare come dalle loro mani siano passate IP tutt'altro che sconosciute. A quanto pare non tutte le ciambelle gli sono riuscite col buco, non sappiamo se vi ricordate l'esordio di Batman Arkham Origins su PC, noi purtroppo sì e non è di certo una piacevole riminiscenza.

D'altro canto questi sviluppatori hanno all'attivo anche parecchi lavori di tutto rispetto, come ad esempio il redivivo Killer Instinct e tantissimi porting riusciti invece piuttosto bene. Extinction quindi, considerato come titolo ideato e sviluppato integralmente dal team, è quasi un esordio. Il titolo racchiude nella propria formula alcune buone idee ma presenta anche criticità che non ci saremmo aspettati di rilevare in un prodotto sviluppato da professionisti con alle spalle tante IP di successo.

Se avete dato un'occhiata al trailer o alle immagini, di sicuro non avete potuto fare a meno di associare il gioco all'anime (o il manga) che sta spopolando già da qualche tempo e che risponde al nome di Attack on Titan. Ebbene i punti in comune delle due produzioni sono talmente numerosi che ci vuole davvero poco prima di iniziare a domandarsi dove si fermi l'ispirazione e inizi il plagio vero e proprio. In buona sostanza gli enormi giganti nudi dell'opera di Hajime Isayama sono stati sostituiti da possenti orchi che gli umani chiamano Ravenii. Questi sono apparsi nel mondo di punto in bianco, sfruttando una misteriosa tecnologia di teletrasporto che gli permette di sferrare attacchi rapidi e devastanti.

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Noi vestiamo i panni di Avil, un guerriero agile e acrobatico che oltre alle abilità atletiche condivide col principe Dastan di Prince of Persia anche il look da ninja mediorientale. Egli è l'ultimo superstite dell'ordine ormai decaduto delle Sentinelle, guardiani del mondo esperti nel combattere i colossali Ravenii. Ad aiutarlo nella sua missione c'è la geniale Xandra, un'abile scienziata che, prelevando alcuni minerali dalle armi e dalle armature dei gargantueschi mostri, è in grado di creare delle pietre di teletrasporto.

La coppia decide di mettersi in contatto con re Yarrow, il regnante che sta vedendo il suo impero andare in pezzi giorno dopo giorno, e gli propone un'alleanza volta a porre fine alla catastrofe. Nei panni di Avil dobbiamo quindi affrontare una serie di missioni con diversi obiettivi, tra cui mettere in salvo quanti più cittadini possibili, proteggere il regno dal pericolo incombente e, ovviamente, fare fuori i Ravenii.

La campagna non permette un approccio libero, al contrario ogni missione è ambientata in un livello delimitato (spesso generato casualmente), ha obiettivi ben definiti (anch'essi talvolta casuali) e va risolta entro un tempo massimo o prima che un determinato catastrofico evento si risolva. Questo sistema spezza la continuità del gioco e anche se i dialoghi tra i personaggi vorrebbero trasmettere un senso di progressione narrativa, la verità è che la sensazione è quella di affrontare tante sfide slegate tra loro. I limiti temporali imposti inoltre tengono il giocatore costantemente sotto pressione costringendolo di fatto a sbrigare tutto il prima possibile, una scelta che ben contestualizza l'imminente distruzione del regno ma che trasforma ogni missione in una sfida contro il tempo che molti potrebbero non apprezzare.

I Ravenii giganti sono micidiali e possono abbattere Avil con un singolo colpo!

Se la velocità di svolgimento è una necessità imprescindibile, per fortuna possiamo dirvi che Avil non è uno a cui piaccia perder tempo. La sentinella attacca rapidamente con la sua spada, sferrando combo di rapidi fendenti ottimi per tenere sotto controllo gli sciami di mostri più piccoli. Destreggiarsi tra i vari edifici della città non è un problema, dato che scorrazza sui muri senza difficoltà e dispone di un rampino che gli permette di raggiungere tetti e sporgenze in un batter d'occhio.

Il suo vero talento però lo rivela quando fronteggia i Ravenii titanici, bestie in grado di frantumare torri e palazzi con un solo pugno. Avere la meglio su questi nemici è un compito che va affrontato a step. Prima di tutto bisogna rimuovere le parti di armatura che lo proteggono, non tutte in realtà, basta che il collo sia ben visibile dato che l'unico modo per abbatterli è mozzargli di netto la testa. Concentrarsi subito su gorgiera ed elmo non è sempre la tattica migliore però. Prima di poter sferrare il colpo finale infatti bisogna caricare l'attacco runico e per farlo è necessario salvare civili, uccidere orchi più piccoli oppure mutilare quelli più grossi.

Un buon modo per affrontare un Ravenii può quindi essere quello di spezzargli gli schinieri e poi mozzargli una gamba, in modo che non se ne vada in giro a far danni. Se brandisce una mazza invece è meglio fargli saltare i parabracci e staccargli l'arto con cui impugna l'arma così da impedirgli di falciare palazzi come se fossero fili d'erba. Attenzione però, una volta affettato a dovere è meglio infliggere il colpo di grazia alla svelta, perché questi mostri hanno la fastidiosa abitudine di rigenerarsi. Le armature inoltre possono avere diverse fogge, le più fragili vanno in briciole con un singolo colpo, mentre quelle più toste hanno vari lucchetti da distruggere in sequenza prima di poter accedere alla coriacea pelle che proteggono.

In alcune missioni è necessario abbattere i Ravenii prima che distruggano le torri della città.

Il combat system si rivela quindi un mix tra uno stylish action molto accessibile quando si affrontano nemici di dimensioni ridotte, che vira in qualcosa di molto originale quando ci si confronta coi titani. Se la formula risulta fresca e interessante vi è un elemento in particolare che sgretola completamente la bontà delle idee presenti: la telecamera. Il nemico più temibile infatti non sono i mastodontici Ravenii, bensì l'inquadratura imbizzarrita che sembra fare di tutto per impedirci di svolgere a dovere la nostra missione. Ad aumentare il livello di frustrazione ci si mette anche il sistema di arrampicata, semplice e intuitivo, che funziona benissimo sulle pareti lisce dei palazzi ma zoppica vistosamente sulla superficie irregolare del corpo dei Ravenii.

Raggiungere la loro testa è, nella maggior parte dei casi, un vero e proprio incubo che invita costantemente al turpiloquio ma per i motivi sbagliati. Il livello di sfida, tarato comunque verso l'alto, è artificioso, macchiato da complicazioni di origine tecnica che nulla hanno a che vedere con la sana difficoltà conferita, ad esempio, dal un nemico dotato di pattern d'attacco particolarmente ostici.

A seguito della campagna principale, della durata variabile di circa otto/dieci ore, il titolo offre alcune modalità aggiuntive con cui cimentarsi. Estinzione è il classico survival in cui si combatte contro ondate infinite di nemici fino alla dipartita, mentre Schermaglia è una sfida casuale in uno scenario generato randomicamente. A queste due possibilità si aggiunge la sfida del giorno, un'altra competizione senza canoni fissi che però non reinventa nulla rispetto alla formula già sperimentata.

I vari capitoli della campagna sono inframezzati da cutscene realizzate in stile anime.

Dal punto di vista tecnico ci troviamo davanti a una produzione solida e leggera che non presenta difetti dal punto di vista dell'ottimizzazione. Le texture fumettose donano al titolo un'estetica in cel shading piuttosto gradevole, anche se dal punto di vista artistico siamo di fronte a un lavoro piuttosto anonimo. Gli orchi, che siano di grandi o piccole dimensioni, rimangono fedeli a quelli che sono gli standard dell'immaginario collettivo, variando giusto di stazza e presentando qualche piccolo orpello come ad esempio ali membranose.

In definitiva Extinction è un action al cardiopalma con l'aggiunta di interessanti meccaniche legate ai combattimenti contro i nemici titanici. I difetti più gravi, come la telecamera indomabile e il sistema di arrampicata a tratti fallace, minano in buona parte la fruibilità dell'opera che resta consigliata solo agli appassionati di mazzate digitali sferrate con tempismo impeccabile. Se non siete avvezzi al genere vi consigliamo invece di recuperare qualche caposaldo degli anni passati ad un prezzo scontato, invece di investire su un titolo afflitto da problematiche piuttosto fastidiose e da una narrativa sotto tono.

6 / 10