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Fallen Enchantress: Legendary Heroes - review

Gli eroi ripartono da zero.

La strategia sembra vivere un momento abbastanza felice, non solo per il rinnovarsi di serie di grande richiamo come Civilization ma anche per tutta una serie di progetti di "contorno", dotati di meno mezzi ma per nulla carenti quando ad ambizione.

Fallen Enchantress: Legendary Heroes è uno di questi, e neanche il più recente. Si parla infatti della terza incarnazione della serie Elemental, espansione standalone a cui in realtà questa veste sta piuttosto stretta. Il numero di migliorie e di novità nella formula è a conti fatti notevole, e contribuisce a rendere il gioco un perfetto entry point per chi non si è cimentato prima nella serie.

Approfondendo sul genere, siamo di fronte a un classico strategico 4x, in cui dovremo partire dalle basi ed espandere il nostro impero, vincendo battaglie e amministrando una schiera sempre più imponente di città con lo scopo ultimo di prevalere sui rivali. Un classico titolo alla Civilization per intenderci, con le similitudini accentuate dalle poche unità con cui cominceremo alla ricerca di un buon punto in cui fondare la capitale del nostro futuro regno.

Le unità possono essere anche create regolando tutta una serie di parametri quali l'equipaggiamento.

Prima ancora andremo a scegliere il nostro condottiero, oppure a crearlo in maniera decisamente dettagliata sia nell'aspetto che nelle caratteristiche. I tratti tra cui scegliere non mancano e, per gli appassionati del GDR, è possibile anche scrivere la storia della nostra personalissima civiltà. La parte sostanziosa del procedimento, i tratti a cui abbiamo accennato, gioca un ruolo importante nella creazione di una fazione con i suoi punti deboli o di forza, che dovremo imparare ad assecondare per avere migliori speranze di vittoria.

"Gran parte del gameplay ruota intorno agli eroi, in grado di dare il via ad alcune quest particolari"

Gran parte del gameplay ruota intorno agli eroi che si sono insinuati nel titolo, dotati di capacità fuori dal comune rispetto alle normali truppe e in grado, inoltre, di accedere ad aree contenenti tesori e di dare il via ad alcune quest particolari. Ma prima ancora di lanciarsi in mirabolanti gesta, si tratterà come detto di costruire la nostra capitale e d'iniziare a decidere cosa produrre al suo interno.

In questa fase bisognerà scegliere la casella migliore dove piazzare la nostra città, in base alle risorse presenti e al tipo di agglomerato che vorremo formare, specializzandolo in produzione, ricerca o espansione. Così come gli eroi e le varie unità, anche le città di Legendary Heroes sono in grado di salire di livello e specializzarsi ulteriormente con l'aggiunta di sezioni particolari. La produzione di edifici e unità può essere accodata e le similitudini con Civilization renderanno la gestione del sistema molto intuitiva per chi si sia già cimentato con lo strategico di Firaxis.

Le battaglie si svolgono in maniera veloce e funzionale.

Simile è anche la ricerca, con l'albero tecnologico meno ramificato e diviso in tre parti più ideali all'ambientazione, con la magia ad affiancare ricerche civiche e belliche. Lo sviluppo delle città non richiede comunque una microgestione eccessiva, e il vero succo sta nella parte bellica e nell'evoluzione degli eroi sotto il nostro stendardo. Il sovrano delle nostre forze può infatti acquisire fama vincendo battaglie e completando delle quest: al raggiungimento del livello di fama necessario, due campioni si offriranno di mettersi al nostro servizio e starà a noi scegliere quello che reputeremo più consono. Altri eroi e personaggi particolari possono essere acquisiti in seguito ad alcuni eventi particolari.

"Anche gli eroi possono salire di livello e scegliere abilità supplementari in base alla specializzazione scelta"

Così come le città e qualsiasi altra cosa del mondo di Legendary Heroes, anche gli eroi possono salire di livello e scegliere abilità supplementari in base alla specializzazione scelta. Non tutti ci sono sembrati utili, ma le skill tra cui scegliere sono tante e permettono di costruire una schiera di condottieri adatti a ogni stile di gioco e piacevoli da utilizzare. Il grande assortimento di equipaggiamento da comprare o recuperare nelle locazioni sparse per la mappa assicura poi ulteriore varietà.

I combattimenti si svolgono in una sezione separata in maniera non esattamente spettacolare ma almeno funzionale e discretamente rapida. Per evitare al giocatore una prematura e frustrante dipartita, il gioco cataloga le forze sulla mappa principale in base a livelli di pericolosità che vanno da debole a epico. Dopo aver accumulato un po' di partite è bene però non fare troppo affidamento su questo sistema, che sembra non tenere conto di tutti i parametri producendo di conseguenza stime ingannevoli.

A ogni livello, i nostri eroi potranno scegliere una nuova abilità in base alla loro specializzazione.

Le partite scorrono molto bene tra un combattimento, una quest e la costruzione di nuove città e avamposti, con una profondità notevole in più o meno tutti i comparti. Solo alcune sezioni, come quella diplomatica, tendono a essere troppo marginali ai livelli di difficoltà più bassi, con nemici che addirittura offrono spontaneamente tributi e si comportano generalmente in maniera troppo remissiva.

"Il numero mai eccessivo di unità da gestire e la relativa facilità della gestione cittadina aiutano a tenere alto il ritmo"

Il numero mai eccessivo di unità da gestire (anche nel caso in cui decidiate di creare un gran numero di party da mandare in giro per la mappa) e la relativa facilità della gestione cittadina aiutano a tenere alto il ritmo. Lo scenario abbonda poi di tesori, quest, mostri di tutti i tipi fino a enormi e minacciosi draghi svariate volte più grandi del nostro party: nonostante sia uno strategico a turni, Legendary Heroes si lascia insomma giocare in scioltezza senza arrivare a quantità eccessive di microgestione e turni irrilevanti.

Le, invero poche, magagne di Fallen Enchatress: Legendary Heroes stanno più che altro in un comparto tecnico non proprio da urlo e in un mid-game abbastanza ripetitivo. Per quanto riguarda quest'ultimo, superato il punto in cui gli eroi e le città sotto il nostro comando sono ancora vulnerabili, la curva di difficoltà si appiattisce e il raggiungimento dell'obiettivo finale diventa solo una questione di tempo.

Le ampie possibilità di personalizzazione di mondo di gioco, difficoltà e di una ulteriore quantità veramente grande di parametri permettono però di regolare il livello di sfida e il flusso del gioco nel modo che si vuole, arginando parzialmente questa pecca che gli strategici 4x si portano nel DNA ma che comunque non impedisce di cadere vittima dell'effetto "solo un altro turno".

Cover image for YouTube videoFallen Enchantress: Legendary Heroes Official Release Trailer

Diverso il discorso sul fronte della realizzazione, che pur non essendo determinante impedisce di godersi appieno il gioco. Anche se le meccaniche vi conquisteranno a fondo, l'occhio non mancherà di ricordarvi di tanto in tanto di volere la sua parte: questo perché la grafica non arriva neanche a essere funzionale e in generale sembra parecchio indietro rispetto a tantissime altre produzioni odierne. Draghi, eroi, magie e tutto ciò che popola il mondo di Legendary Heroes non hanno l'impatto necessario a rendere l'esperienza evocativa, e l'effetto finale è quello di trovarsi di fronte a un gioco da tavolo parzialmente animato. Forse anche per questo la storia passa in secondo piano e non cattura a dovere.

Tenendo presente che sotto questi difetti si nascondono meccaniche ben congegnate e in grado di appassionare a lungo gli amanti del genere, ci sentiamo di consigliare l'ultima fatica di Stardock agli amanti del genere. Dopo tre tentativi, Legendary Heroes rappresenta il punto più alto della serie Elemental e lascia ben sperare per il futuro, visto che gli angoli più grezzi da smussare riguardano più che altro il comparto tecnico.

8 / 10

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Emiliano Baglioni

Contributor

Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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