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Fast & Furious 6: The Game - review

Vivere la vita un quarto di App alla volta.

Nel 2000 i film d'azione bramavano una nuova generazione di attori, volti nuovi per riempire il vuoto lasciato da Stallone e Schwarzenegger a metà degli anni '90. Volti in grado di estinguere la sete d'esplosioni di ogni adolescente che si rispetti. È in questo periodo che si affacciano sulle scene, per la prima volta, personaggi come Jason Statam e, soprattutto, Vin Diesel. Il secondo in particolare, già protagonista dell'ottimo Pitch Black, viene consacrato nell'olimpo dei superpompati da uno dei film più tamarri, veloci e spettacolari che la storia ricordi: The Fast and the Furious.

Un film destinato a chi, come noi, ha gettato più di una serata a gareggiare sulla propria PlayStation, in compagnia dei soliti tre amici da sfidare ancora e ancora, sino a incoronare il miglior pilota della serata. Solo dopo avremmo compreso che forse sarebbe stato meglio uscire in cerca di gentili pulzelle, ma allora una birra ghiacciata e una pixellosa corsa in auto sembravano il paradiso.

La partenza è forse la fase più importante. Fatevi superare qui dall'avversario e non riscuirete più a riprenderlo.

Capirete quindi che vedere sugli schermi le stesse tematiche dei giochi di guida di allora non aveva prezzo. The Fast and the Furious ci metteva di fronte al pacchetto completo, fatto di corse clandestine, auto truccate, belle "signorine" svestite e l'immancabile NOS. L'unica cosa che ci disturbava, e ancora oggi ci disturba, è che purtroppo il film non è mai riuscito ad accaparrarsi una riproposizione videoludica degna di nota.

Per rivivere le stesse emozioni avremmo potuto, di lì a poco, cimentarci nelle gare clandestine di Need for Speed Underground, ma non sarebbe stato lo stesso. Dom e compagni non sarebbero stati lì, così come non ci sarebbero stati negli scialbi coin-op da sala giochi o nelle loro ancor più insipide conversioni su console.

"I Kabam si sono concentrati sulla riproposizione dell'atmosfera del film, in un titolo semplice e dal retrogusto social"

I ragazzi di Kabam sembrano però intenzionati a rimettere le cose a posto con un mobile game ispirato all'ultimo capitolo della serie e sviluppato per Android e iOs. Intitolato semplicemente Fast & Furious 6: The Game, il gioco si introduce nel più ampio panorama dei titoli promozionali, proponendo però un'esperienza discreta e onesta. Gli sviluppatori infatti, ben consci di non poter sviluppare un vero e proprio racing game, che si sarebbe scontrato con una stringente concorrenza, si sono concentrati sulla riproposizione dell'atmosfera del film, in un titolo semplice e dal retrogusto social.

Ma cosa c'è di tanto speciale? Prima di tutto, come gradita sorpresa per i fan, la maggior parte dei personaggi principali del film sono presenti all'interno del gioco già dalla prima release. E non si tratta di semplici artwork a loro somiglianti ma degli attori in carne e ossa che, pur solo sotto forma di fotografia, hanno prestato il loro volto al gioco. Saranno loro a farvi da guida e a introdurre le missioni principali della storia. A voi naturalmente spetta il compito di interpretare il solito, anonimo, nuovo acquisto del team, che dovrà aiutare gli eroi della pellicola a portare a termine vari colpi.

Avrete a disposizione numerose opzioni di personalizzazioni che vanno da alettoni a bombole di NOS più capienti, sino ai classici componenti del motore.

Quel che subito stupisce non è però la trama, comunque trita, ma il comparto tecnico. La grafica è di altissimo livello, forse vicina ai vertici di quanto visto sinora su piattaforma portatile. Un fatto stupefacente se si considera che, in fin dei conti, si tratta solo di un titolo su licenza. I modelli poligonali delle auto sono realizzati con una certa cura, così come le (purtroppo) poche decalcomanie disponibili.

Tutte le 20 vetture del parco macchine si lasciano guardare e modificare con una certa gioia e lo stesso vale per la ragazza che, come da copione, darà il via alle varie gare del titolo. Meno belli i fondali e i menù, nei quali si riscontra qualche piccola imperfezione, ma non si può avere tutto dalla vita.

"Il titolo ha una lunga serie di piccoli difetti, molti dei quali connaturati alla propria struttura"

Non appena ci si riprende dall'entusiasmo iniziale, ci rende però conto che il titolo ha una lunga serie di piccoli difetti, molti dei quali connaturati alla propria struttura. Come vi avevamo anticipato precedentemente, Fast & Furious 6: The Game non è un titolo automobilistico classico ma semplifica di molto la formula per adeguarsi con successo alle partite veloci e ai comandi (non sempre precisi) dei dispositivi mobile.

Il giocatore non controllerà direttamente la propria auto ma si cimenterà in una sorta di lungo QTE, il cui obiettivo sarà come sempre di premere i pulsanti giusti al momento giusto. La nostra auto quindi accelererà e svolterà da sola, mentre a noi spetterà il compito di avviare il motore per una partenza a razzo, decidere quando usare il NOS, gestire il cambio per massimizzare le prestazioni e azionare il freno a mano per derapare in curva.

Molta della difficoltà del gioco risiede nel cambio. Bastano pochi attimi in più o in meno per aumentare velocità o ingolfare il motore facendosi superare.

Uno stile di gioco semplice, che nasconde due facce ben distinte. Da un lato, un gameplay di questo genere, rende le gare molto cinematografiche, tanto che è facile riconoscere lo stesso appeal del film, soprattutto nelle corse da "un quarto di miglio". Quelle dritte all'ultima accelerata che abbiamo imparato ad amare nel primo capitolo della serie, per intenderci. D'altro canto una struttura del genere semplifica troppo il lavoro del giocatore, lasciando poco altro da fare se non assistere e interagire di tanto in tanto con questo o quel pulsante.

Ciò detto, i Kabam si sono comunque sforzati di offrire un minimo di varietà, proponendo gare a tempo, testa a testa, sfide di drift, corse speciali giornaliere e interessanti variazioni sul tema. Nella modalità storia, ad esempio, è possibile partecipare a gare che ripropongono più o meno fedelmente dei rocamboleschi furti, con tanto di fuga ad alta velocità.

Sino a qui il titolo si sarebbe comunque attestato oltre la sufficienza, ma scivola di un pelo in quanto minato dall'eccessiva invasività delle meccaniche free to play. Già dopo un paio d'ore di gioco diventa impossibile proseguire se non acquistando i costosi (anche più di altri titoli) pacchetti d'oro, da utilizzare poi per potenziare la propria vettura. L'unica alternativa resta di fare e rifare costantemente le stesse gare per guadagnare soldi e procedere. Un'opzione che genera ripetitività e noia, mostrando quanto fondali e gare si somiglino un po' tutte tra loro. Lo stesso discorso vale purtroppo per la fisica dei veicoli che, fatta eccezione per la velocità, si somigliano un po' tutti, rispondendo esattamente con le stesse animazioni e suoni.

"Il gioco è minato dall'eccessiva invasività delle meccaniche free to play"

Cover image for YouTube videoFast & Furious 6: The Game - Official Trailer

Che dire quindi a quelli di voi che hanno letto la recensione fin qui e si stanno chiedendo se il gioco meriti o meno? Da fan della serie cinematografica abbiamo apprezzato lo sforzo degli sviluppatori di garantire un stile il più possibile simile a quello del film, nonché l'attenzione ad alcuni dettagli, come l'utilizzo dei volti reali dai personaggi. Da videogiocatori non possiamo però fare altro che criticare l'eccessiva semplicità del titolo, che lo rende un mobile game decente ma tutto sommato difficile da apprezzare.

Chi vorrà avere la sensazione di guidare una Honda truccata col proprio cellulare dovrebbe girare a largo, ma i fan della serie che cercano un titolo senza pretese, non dovrebbero esimersi da una rapida prova. Tanto più che Fast & Furious 6: The Game è gratis.

6 / 10

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Fabio Davide

Contributor

Giocatore fin dalla più tenera età, fagocita di tutto ma digerisce solo i veri capolavori. Dopo 7 anni nel settore del gaming aveva pensato di trovarsi un lavoro nella ristorazione, ma poi ha ceduto al fascino di Eurogamer.

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