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Flashback - review

Come rendere banale un capolavoro.

Non è facile rovinare un capolavoro senza tempo, ma evidentemente la combinazione di un pessimo umorismo, di una realizzazione tecnica altalenante e di un design banale possono trasformare un diamante in un comunissimo sasso.

Quando uscì nei lontani anni '90, Flashback seppe conquistare un gran numero di giocatori grazie a uno stile squisito, a un gameplay coinvolgente (nonostante i controlli a tratti macchinosi) e ad un'eleganza narrativa capace di dare dignità a una trama altrimenti semplice e scontata.

Nel 2013 Ubisoft, su Xbox 360, ha dimostrato che con il giusto impegno si possono selezionare in modo chirurgico gli elementi migliori di un gioco e cancellarli, in modo da realizzare un titolo anonimo e del tutto privo di carattere. Questo, purtroppo, è ciò che è accaduto con il remake 2.5D di Flashback disponibile a partire da oggi sulla piattaforma digitale della console Microsoft. Qualcosa è andato storto, quindi, ma cosa?

In realtà la casa francese ha proprio sbagliato approccio, cercando di creare una versione poligonale e "moderna" di un gioco 2D invecchiato squisitamente bene. Basta ricaricare la versione originale del titolo (incluso nel download) per rendersi conto di quanto il vero Flashback sia visivamente appagante ancora oggi.

In alcune fasi di gioco il lancio di precisione delle granate e del dispositivo per il teletrasporto può essere davvero frustrante.

Le animazioni create con la tecnica del Rotoscoping, la stessa usata in Prince of Persia, lasciano ancora oggi a bocca aperta e fanno impallidire la prestazione fredda e artificiosa del remake. Lo stesso design delle ambientazioni è più morbido e gradevole nella versione originale, che, oltretutto, è libera da problemi fastidiosi come le collisioni fantasma o i bizzarri incastri di poligoni che tendono ad affliggere questa rivisitazione.

"Ubisoft ha aggiunto una serie di elementi nel tentativo di rendere il gioco più appetibile al pubblico attuale"

Sebbene alcuni elementi rimandino in modo eccellente a Flashback (alcuni fotogrammi della presentazione, frammenti di level design e poco altro), per via di una serie di piccoli ma importanti ritocchi si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un perfetto sconosciuto.

Nel tentativo (non necessario) di rendere il gioco più appetibile al pubblico attuale Ubisoft ha aggiunto una serie di elementi extra a un gameplay collaudato e caratterizzato da un bilanciamento invidiabile.

Ecco, quindi, che nella versione moderna della sua avventura Conrad impara a cogliere i nemici alle spalle, ad attirarli sulle sporgenze per farli precipitare come un provetto Sam Fisher, a mirare in ogni direzione con la postola e, ciliegina sulla torta, ad accumulare punti esperienza per migliorare le proprie caratteristiche.

La nuova versione della Death Tower è accompagnata da un commentatore che imparerete a odiare dopo pochi secondi.

Questo spunto, in particolare, appare superfluo in un gioco con la struttura di Flashback. Nel titolo originale veniva giustamente lasciato tutto all'abilità del giocatore e alla sua capacità di adattarsi alle strategie dei nuovi nemici.

"Flashback aggiunge continuamente carne al fuoco finendo col non approfondire nulla"

Il remake, invece, colto dall'inspiegabile paura di non avere abbastanza mezzi per affascinare gli utenti, aggiunge continuamente carne al fuoco finendo col non approfondire nulla come avrebbe dovuto. Le fasi stealth, per esempio, sono inizialmente troppo semplici salvo poi diventare completamente inutili contro i nemici avanzati.

Il discorso può essere esteso anche all'inserimento di un inedito visore utile per evidenziare gli elementi interattivi delle ambientazioni, che non solo denota una scarsa fiducia nel proprio level design e nella capacità di osservazione dei giocatori, ma costringe anche a vivere buona parte dell'avventura osservando sullo schermo un mondo dai colori alterati (problema comune a molti titoli attuali, a dire il vero).

Il discorso non si esaurisce qui. Per rendere appetibile al pubblico moderno un gioco apparentemente anonimo, infatti, Ubisoft ha sostanzialmente creato da zero la caratterizzazione del protagonista attraverso il doppiaggio e i dialoghi.

Il risultato calpesta quanto di buono era stato fatto dal minimalista capitolo originale. Il nuovo Conrad, infatti, si distingue per un senso dell'umorismo povero e spesso fuori luogo, adattandosi a un mondo in cui freddure di bassa lega e dialoghi banali sono all'ordine del giorno.

"Il nuovo Conrad si distingue per un senso dell'umorismo povero e spesso fuori luogo"

Là dove la struttura del primo Flashback spingeva il giocatore ad addentrarsi nella trama tra un bilanciato cocktail di esplorazione, brevi sparatorie e qualche enigma interessante, nel remake tale equilibrio è meno solido a causa dell'aggiunta di fastidiose sessioni in cui è richiesto di calibrare al millimetro il lancio delle granate o del dispositivo per il teletrasporto.

Nelle fasi finali è perfino presente una breve fase a bordo di una moto volante che, oltre a non aggiungere davvero nulla all'esperienza, appare completamente scollegata con il resto del gioco.

Le comunque valide nuove animazioni impallidiscono di fronte a quelle spettacolari del gioco originale.

A chi non ha mai giocato il capitolo originale ed è cresciuto con i giochi attuali, tuttavia, questo Flashback può ancora riservare qualche piacevole sorpresa permettendo di passare qualche ora spensierata anche grazie alle missioni di addestramento a punti e alla sfida offerta dai livelli di difficoltà più elevati.

"Flashback permette di passare qualche ora spensierata"

A rendere la pillola meno amara ci pensa anche l'abbandono dello scomodissimo sistema di password del primo Flashback in favore di una più moderna divisione in checkpoint con salvataggio automatico. In un'occasione specifica siamo stati costretti a riavviare un livello per rimediare a un maldestro salvataggio automatico a un centesimo di secondo dalla morte del protagonista, ma si è trattato di uno sfortunato caso isolato.

A dare un senso all'eventuale acquisto di questo LIVE Arcade potrebbe essere la presenza all'interno del pacchetto del primo Flashback, ancora oggi meritevole di essere giocato e coccolato. Il gioco, disponibile fin dall'inizio, gira all'interno di un cabinato virtuale e, non essendo stato trattato in alcun modo, è costretto in una finestra minuscola che non può essere ridimensionata.

Questa banale corsa a tempo è completamente scollegata dal resto dell'esperienza.

Considerando la quantità e la varietà di opzioni offerte dalle numerose collection HD uscite negli ultimi anni è un peccato che Ubisoft si sia limitata al minimo sindacale con questo capolavoro del passato.

Alla luce di quanto descritto finora, quindi, non possiamo che sconsigliare l'acquisto del remake di Flashback, almeno finché non calerà di prezzo. In quel caso, infatti, l'investimento avrebbe senso anche solo per recuperare il capitolo originale.

5 / 10