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For Honor: Marching Fire - recensione

La svolta cinese segna un nuovo inizio per Ubisoft.

Fino a qualche mese fa tutti avremmo dato For Honor come in crisi. Poco seguito a livello di contenuti, troppi ri-bilanciamenti delle statistiche degli eroi e un netcode altalenante, hanno infatti segnato gli iniziali problemi del gioco.

Poi però Ubisoft ha deciso di dare nuova linfa a un altro dei suoi giochi dal forte potenziale competitivo, come accaduto con Rainbow Six Siege, la cui rinascita e il cui aumento di popolarità sono state fra le notizie videoludiche più piacevoli degli ultimi tempi. Ora tocca a For Honor, con questo corposo aggiornamento, che prende il nome di "Marching Fire": sarà riuscita Ubisoft a rifare il filo alla sua arma bianca?

For Honor nasce con un bellissimo concetto: riunire le 3 più grandi armate della storia, ossia Cavalieri, Vichingi e Samurai, e buttarli nella mischia di guerre aperte, scontri singoli, conquista di zone e deathmatch puri, grazie ad un sistema di combattimento intuitivo ma complesso da padroneggiare.

Il suo più grande pregio risiede nella diversificazione degli eroi, distinti per stazza, equipaggiamento e abilità, ed è proprio questo aspetto che Marching Fire va a rinnovare. L'introduzione di una nuova armata, i Wu Lin dell'antica Cina, rappresenta infatti la punta di diamante di questo aggiornamento. La scelta di arricchire il comparto di combattenti con una nuova cultura è sicuramente ottima, ed averla fatta ricadere su uno degli eserciti più potenti della storia antica orientale, migliora ulteriormente il valore artistico del titolo.

Cover image for YouTube videoFor Honor: E3 2018 Marching Fire Cinematic Trailer | Ubisoft [NA]

Sono quattro i combattenti chiamati alle armi. Tiandi è l'eroe più semplice da utilizzare tra le new-entry, e incentra la sua forza sulle diverse capacità di schivata (similmente al samurai Orochi), da poter concatenare a potenti attacchi volanti. È un ottimo personaggio ma è poco soddisfacente per chi ricerchi un assortimento di mosse più vasto.

Jiang Su è un 'tank' è in grado di recuperare la sua resistenza facilmente e di combinare una serie di attacchi potenti, che diventano via via più forti fino a essere imparabili. È un personaggio complesso da padroneggiare ma in grado di terminare rapidamente un duello singolo, se usato bene.

Nuxia, l'unica donna inserita tra i Wu Lin, basa il suo attacco sull'aggancio del nemico grazie all'abilità di fintare e interrompere un qualsiasi proprio attacco mentre l'avversario para o schiva, così da contrattaccare con un parry letale. Probabilmente è il personaggio meno riuscito dell'espansione a causa dell'abilità più debole e prevedibile del gruppo.

Shaolin, il guerriero cinese per eccellenza, manda allo sbaraglio i suoi nemici grazie al suo bastone e alle mosse Qi, potenti finisher di combo, da unirsi alla velocità d'azione e al recupero rapido della resistenza. È sicuramente il personaggio più riuscito e soddisfacente probabilmente dell'intero roster di gioco, che incarna il vero spirito delle arti marziali shaolin.

Marching Fire vede l'introduzione di quattro nuovi combattenti e della modalità Assalto.

Un'altra novità di spicco per la nuova espansione è la nuova modalità Assalto, incentrata sullo scontro tra due squadre 4vs4, Attaccanti e Difensori, per la conquista di una roccaforte. Gli Attaccanti avranno il compito di scortare un gigantesco ariete, col quale sfonderanno i portoni della roccaforte, sino ad arrivare al cuore di questa, in cui troveranno un Comandante guidato dall'AI, del tutto simile a un boss di fine livello, con forza e salute di gran lunga superiore ai giocatori. I loro rientri sono determinati da 30 "ticket" che, una volta usati per resuscitare, diminuiranno sino ad arrivare a 0, che per gli Attaccanti significa Game Over.

I Difensori dovranno invece impedire l'avanzata dell'Ariete attraverso le varie possibilità offerte dalla roccaforte, o altrimenti dovranno far esaurire tutti i ticket per i rientri avversari, che però si ricaricheranno ad ogni portone abbattuto.

I due team verranno accompagnati dai soliti minion in pieno stile MOBA, da cui vengono inoltre presi elementi come perk di salute e resistenza sparsi in giro per la mappa di gioco; una partita è anche contornata di tante "sub-missioni" che determineranno la vittoria di una delle due parti, come la conquista di zone ottimali per gli arcieri AI, la presa di balestre fisse controllate dai giocatori e l'utilizzo di Calderoni posti sopra i portoni per effettuare potenti attacchi ad area.

Proprio queste "sub-missioni" rendono la nuova modalità dinamica e divertente. La compattezza della squadra la fa da padrone e i capovolgimenti di fronte sono all'ordine del giorno, grazie anche al potenziamento degli eroi in base alla quantità di punti ottenuta, che sbloccherà le abilità speciali a disposizione.

L'assedio della fortezza sarà un conseguimento di numerose “sub-missioni” che si potranno svolgere nel mezzo di una partita.

Per questa modalità sono state create 3 nuove mappe apposite dal pregevole game-design, tra spiazzi medievali (Bastione Consacrato), villaggi orientali (Castello di Kazan) e mura di castelli in rovina (Mura Cadute). "Assalto" ci risulta essere un'ottima aggiunta, in grado di attirare e trattenere per ore vecchi e nuovi giocatori di For Honor grazie alla sua imprevedibilità e ai cambiamenti di situazione, e lo stile Moba migliora ulteriormente la formula messa a disposizione da mamma Ubisoft.

La seconda modalità inserita è Arcade, un concentrato dei più classici PvE giocabile in coop, in cui 5 livelli di difficoltà andranno a selezionare una missione composta da quattro "round", che andranno a definire scenario e avversari da combattere. Ogni missione è contornata da una mini-trama, una simpatica aggiunta che va a descrivere il bagno di sangue che ci attenderà di lí a poco; inoltre per ogni round il vostro eroe e i nemici saranno caratterizzati da dei bonus/malus che influenzeranno la vostra partita, insieme alla presenza di minion ed eventi casuali come attacchi di catapulte.

I livelli di difficoltà sono davvero tosti e lo stesso gioco consiglia il livello minimo per avviare la missione, ma i più temerari e duri a morire avranno la sfida che cercano grazie alla varietà di nemici che il gioco ci porrà contro, con tanto di re-up infinito, per non rendere vana l'avanzata di round, in caso di morte.

Arcade è una modalità tra le più classiche che Ubisoft avrebbe potuto inserire in For Honor, ma la sua aggiunta è gradita e le scelte di condividere eroi ed esperienza col PvP, nonché d'inserire nuove Missioni Settimanali la rende potenzialmente infinita e divertente da giocare, soprattutto con un amico, nel segno della difficoltà e dei nervi saldi, anche se rischia seriamente di risultare monotona dopo poche ore.

I quattro nuovi personaggi racchiudono le tipologie di guerrieri che si possono ritrovare nel roster originale di gioco.

Se da una parte Marching Fire inserisce aggiunte per rivitalizzare l'organico di For Honor, dall'altra rivoluziona completamente il sistema di personalizzazione degli eroi con l'inserimento dei Privilegi, sostituendo così il vecchio sistema di semplici miglioramenti parametrici.

I Privilegi sono abilità passive caratteristiche per ogni personaggio, che possono essere più o meno potenziate da oggetti ottenuti con avanzamenti di livello e acquisto di casse. Questo sistema rende più profonda e variegata la personalizzazione, e annulla tutti gli squilibri che si verificavano in battaglia tra giocatori con stessa abilità ma parametri diversi.

Arrivano anche diverse migliorie grafiche, come un nuovo sistema di illuminazione per il cielo e la pulizia di diverse texture di gioco, rendendo il titolo ancora più bello da guardare. Un grossa pecca invece è la mancanza di un'aggiunzione alla modalità Storia riguardo i Wu Lin; un paio di missioni ambientate nell'Antica Cina sarebbero state di sicuro apprezzate e avrebbero contribuito al folklore che la nuova armata cinese aggiunge al gioco.

Nel suo insieme, Marching Fire risulta essere un'ottima espansione, che non si limita a qualche ritocco di skin ed eroi ma che stravolge e modernizza tutto il pacchetto For Honor, dando più di un buon motivo a vecchi e nuovi giocatori di prendere in mano il titolo e unirsi alla battaglia all'arma bianca.

I bonus/malus sono centinaia e influenzano sia il giocatore che il nemico controllato dall'IA.

La scelta dei Wu Lin farà sicuramente bene anche in ottica di pubblico orientale ed è un plauso va fatto all'idea di rilasciare questo aggiornamento insieme all'evento di Halloween, così da rendere ancora più suggestivo e spettrale l'approccio al gioco. Se lo stile di combattimento shaolin e la nuova scelta di modalità vi stuzzicano, Marching Fire è sicuramente ciò che stavate aspettando.

8 / 10

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For Honor

PS4, Xbox One, PC

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Danilo Vena

Contributor

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