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Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon

Un’avventura indimenticabile

La storia videoludica ci insegna che, spesso, alcuni ottimi titoli sviluppati in Oriente non riescono a superare facilmente i confini del loro paese di provenienza per le ragioni più disparate: problemi di distribuzione, scarse aspettative di vendita o processi di localizzazione fin troppo dispendiosi.

Nonostante le sue indubbie qualità Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon è solo l’ultimo di una lunga serie di prodotti che hanno rischiato seriamente di non raggiungere i nostri lidi, ma ora, per la fortuna di tutti i videogiocatori occidentali, il peggio è passato.

In questa nuova avventura sviluppata da Tri Crescendo vestiamo i panni di Seto, un ragazzo ritrovatosi, suo malgrado, a essere l’ultimo superstite dell’intero genere umano. A fronte di questa sua triste condizione, Seto ha dunque come unico obiettivo quello di cercare eventuali sopravvissuti ma il suo viaggio, ricco di sorprese oltre che di innumerevoli insidie, non si rivelerà certo una “gita di piacere”.

Con i suoi lineamenti morbidi, il personaggio di Seto si dimostra stilisticamente in linea con gli stereotipi orientali.

Nel corso del gioco Seto incontrerà infatti diversi personaggi, ma ciò a cui dovrà prestare la massima attenzione saranno i numerosi nemici che cercheranno di arrestare la sua missione.

Cani, uccelli, demoni di ogni tipo e soprattutto fantasmi ostacoleranno il piccolo avventuriero sin dalle primissime ore di gioco e noi, dal canto nostro, dovremo essere pronti a tutto pur di preservare la sua incolumità, permettendogli così di portare a compimento il suo difficile percorso.

Com’è facile intuire la trama, estremamente suggestiva, è dunque il vero punto di forza dell’intero prodotto, e visti i suoi toni cupi e talvolta angosciati, chiunque dovesse decidere di immergersi in quest’affascinante realtà non potrà far altro che emozionarsi e, perché no, anche commuoversi di fronte a determinati eventi.

Sul fronte del gameplay il titolo si avvale di una struttura molto accessibile che fonde l’esplorazione, vero fulcro dell’esperienza, con elementi tipici dei survival horror e dei giochi di ruolo.

Spesso e volentieri l’unica compagnia di Seto sarà rappresentata dalla luna.

Dovendo avanzare all’interno di palazzi distrutti, magazzini abbandonati e lande desolate, tutti accomunati da un singolo elemento, ovvero l’oscurità, uno degli elementi più importanti è ovviamente la torcia del protagonista, poiché non solo permette di scovare gli indizi, ma anche di individuare potenziali avversari nei dintorni. La sua gestione, così come quella delle inquadrature, è regolata dal Wiimote (con la possibilità di passare anche a una visuale in prima persona), e se vorrete sopravvivere dovrete padroneggiarla il prima possibile.

Le meccaniche di combattimento, pur non brillando per grande profondità, sono anch’esse molto semplici, e questo soprattutto a fronte della possibilità di utilizzare diverse tipologie di armi, da quelle corpo a corpo come bastoni e addirittura spade, a quelle a lungo raggio, imprescindibili per difendersi dai nemici volanti. Tutto ciò che è necessario fare è infatti premere A e Seto si esibirà in fendenti, lanci e in qualsiasi altra azione resa possibile dall’arma equipaggiata in quel determinato momento.

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Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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